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    qui uno frale carmelitano bergamasco da Milano, parlile heri, dice che quelli di la terra comenzano a mormorar, si per il tardar dii ducha di Bari che doveva venir in Milano come li era sta promesso con li milia persone et che lo exercilo di dentro dovea ussir fuori a la campagna; sichè per questo diferir dii Ducha eh’ è in Pavia, dà da mormorar a quelli populazi, de sorte che durando l’assedio, dillo frate dice che non vorano slar a questo modo; ma ben li homeni da conto dicono voler patir ogni pericolo per sustenlar la impresa che francesi non liabino a mirare più in Milano; et andando la cosa a la longa, i son deliberati de trazer la povertà fuora de Milan, et par habino dato fama di voler ussir una nocte da Milano el asaltar li nostri exercili, sì soldati come quelli di la terra. Tamen soldati non si fidano de populi, el per le loro parlialità el populo e li zenlilhomeni non se fidano uno di l’altro, il che sarà gran favor a nostri a ultimar questa impresa. Et per la crudeltà di Luticeli iu voler in le man molti di primarii, se li la tutta questa fortuna, eie.
       Dii dito, di 25, hore una di note. Come in quella nocte havia hauto letere dii proveditor Oriti, che li dice dover venir 1000 sguizari che erano al stipendio di la Cliiesia et de fiorentini, i qual sono conzi con francesi c diano passar per il bergamasco
57	* per andar in lo exercilo francese, et come il ducha di Rari havia mandato circa 3000 lanzinech e alcuni cavali lizieri conira monsignor di Lescul, et francesi hanno mandalo 400 lanze in zerca et 3000 sguizari in favor di diio monsignor. Scrìve diio Podestà, il signor Governador nostro ozi è partito di Bergamo per tornar iu campo ad hore 19. Questa sera aloza a Urgnano, et doman da sera anderà a Lodi per andar poi con la scorta che lo aspeta in campo nostro a Rinasco. Il qual Governador li ha dito aver aviso che quelli dì Milano comenzano non fidarsi, zoè li soldati de milanesi, nè milanesi de li soldati; che se questo fusse vero, sarìa bollissimo segno che questa impresa se ultimasse presto e ben.
       Di Crema, di sier Andrea Foscolo podestà e capitanio, di 25. Come quelli usileno per andar contra monsignor di Lescul, qual era redulo a Bas-signano, erano tornali in Pavia, eie.
       Di campo, dii proveditor Oriti e sier Foto Nani, da Dinasco, di 24, hore 3, tenute fin la matina. Come hanno, quelli andono conira monsignore di Lescul, zoè francesi el nostri, fevano un ponte sora Tesiti per passar, ltem, che era sta preso e condulo da francesi uno secretario dii ducha di Bari è in Pavia, qual andava in Milano, el qual |
portava ledere dii dillo Ducha al signor Prospero et marchese dì Pescara, e li confortava a ussir di Milano e venir più propinqui a Pavia, aziò lui Ducha con le zente là possi venir a unirsi insieme. Item, li manda letere scrive la Cesarea Maestà al signor Prospero el a lui Marchese, et quella drízala al ditto Marchese manda la copia che Lutrech ge la man-doe. El scrìveno come, essendo andati dove aloza monsignor il Gran maestro di Franza, videlicet Bastardo di Savoja, el Lutrech essendo in consulto, li fe’ lezer una altra letera, videlicet quella di 1’ Imperador, qual non manda copia per non haverla poluto liaver. Et le scrive che à liaulo piacer haver inteso esser passà li lanzinech et esser slà ben visti e Iralati in camino, quasi dicat la Signoria li ha dà il passo, e che ditto Gran Maestro li disse pian: « Mes-sier Andrea vi ho voluto far lezer questo capitolo, perchè quelli signori e capitami sono sospetosi ». Con altre parole, ut in lìtteris. ltem, scrive zer-clia sguizari, che spera non li sarano conica. Item, come era un’ altra letera in zifra al signor Prospero dii dito Imperalor, qual loro francesi non ge èi deteno a trazer di zifra, sicome è il solilo loro, e lien sia li qualeossa di la Signoria nostra. Item, scrive examination fate al ditto secretario, che
li	sguizari saranno con Franza e verano altri 8000. Item, domandano denari, etc.
   Fo terminato far ozi Gran Consejo per far un Procurator, licet eri volesseno indusiar a farlo a Domenega.
   Da poi disnar aduncha, fo Gran Consejo et non fo il Doxe, el fossemo mancho persone che l’altro zorno. Et prima, hessendo venuti alcuni forestieri a Consejo, tra lì qual il conte Galeazo da Gambara brexan, che sta qui, fo publícalo tulli andasseno fuora, etiam li pulì, sotto le pene, eie., e cussi andono. Fu a Consejo il signor Zuane Cosaza, domino Antonio da Martinengo, Savorgnani, Zcrno-vich, eie.
   Et fono eleclì solimi 4 in Procurator, et vedendo solum 4 tolti, fo publica che non sì boterà altramente le tessere per esser huíale, nè si acelera se non una volla le oblalion. Quelli sono votali è questi :
Electo Procurator sopra le Comes sarie de Ultra justa le parte prese.
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non Sier Barlolomio Coniarmi, fo con-
si^r, qu. sier Polo.......... .