3'1 ML'XXIII, drea qual, zà mexi.... è in prexon per haver tollo do moier, in Quaranlia criminal fo menato per sier Francesco da Pexaro olim avogador el li Avogadori presenti, et preso che ’I sia cava di presoli e messo al iudicio ecclesiastico; dal qual spazato, ritorni a le prexon a requisition di Avogadori." Vene in Collegio il Legalo et oralor del Papa heri venuto domino Thomà Campezo episcopo di Fellre, acompagliato da alcuni dolori e zenlilhomeni, et à presentalo il breve dii Papa, come lo mandava qui per oralor suo a far residenlia e tratar alcune cose. Il Doxe li fece grata ciera, dicendo fusse il ben venuto etc. Da poi disnar, fo Gran Consejo, per li Avogadori di comun, per la sententia per loro intromessa fata per sier Antonio Condohner e sier Alvise di Prioli inquisitori dii qu. Serenissimo missier Lunardo Loredan, di ducali.... per parte, per haver tenuto manclio donzeli in la sua corte di quello voi la soa Promission legni, avogadori sier Piero Coniarmi qu. sier Alvise, sier Donado da Leze, sier Lorenzo Venier dolor. Non fu il Doxe, il Consejo fu benissimo redulo e assà vechii. Et prima, li Inquisitori voleano sier Alvise Mocenigo consier fusse ca-zado per haver un’ altra volta intromessa, con li compagni sier Nicolò Dolfin, sier Marco Foscari, olim Avogadori, una sententia de ditti donzelli, la qual di volutila essi Inquisitori la laiono. Hor li Consieri balotono, Vicedoxe sier Alvise Contarini, et ter-minono non fusse cazado. Poi andò in renga sier Lorenzo Venier dotor, avogador, et inlroduse il caso menando la sententia, e fato lezer le scrilure per Piero Dandolo nodaro a 1’ Avogaria, parlò zercha hore ... . el veneno zoso a hore 23 e meza, rimesso a domali che li risponderà uno de li Inquisitori. Non erano avochali forestieri, ma sier Loienzo Loredan procuralor, sier llironi-mo Loredan fono dii Serenissimo, et sier Lunardo Loredan di sier Hironimo. Avochali sier Carlo Contarini, sier Zuan Antonio Venier, et sier Alvise Badoer. Noto. In questi zorni, in questa terra, fo preso assaissimi cievali di bon bucllo, grandi et grossi, devano 5 al soldo grandi, piati in Histria in gran numero. El formento, qual valeva lire 8 soldi 4 il staro, da alcuni dì ili quà è calato a lire 8 il slaro. Fu termina hozi, per la Signoria, che li debitori e creditori dii Doxe defunlo siano cazadi. 4, 2. Fu termina che li padri, fìoli, fradelli et zeneri di Avogadori, non siano cazadi. 4, 2. / Diarii di M. SaSUTo. - Tom. XXXIII. 578 Fu termini che li avochali di Loredani siano cazadi al balolar. 4, 2. Con una Zonta eliam consultori ; questa have 6, 0. In questa malina, per il Collegio, fu dato uno Barlholomeo Romagnol bandito per il ducha di Ferrara per publieo assassino a l’orator dii dito Ducha, atenlo li capitoli havemo insieme, et balotà in Collegio, fo 15, 5, 3. Per advisi che ha Nostro Signor de Spagna, se 356 intende che in Africa, a li 22 di Seplcmbre, fu uno terremoto terribilissimo, et non mai più audilo poi che il mondo è mondo. Per il qual terremoto è minato la città di Fezze poenilus cum tulli li lochi circumslanli a 40 leghe, con occisione del Re et di quasi tulli quelli populi, che vi habilavano. Se sono aperte montagne grandissime a fundamentis, et sono comparsi novamente alcuni fonti et fiumi, el alcuni altri mancali el al tulio seccati. El Pegrerion, insula de Velez, dove stava un armata de turchi, è profondala et l’armata è persa. La città de Treme-sen é rumata, et morto quasi tulio el populo, salvo quelli che cum el Re se ritrovavano a la caza. In molli loci la terra si è aperta et ha divorato caxe, homini et altri animali, el anchor che le sopradite cose parano incredibili, pur si credeno, perchè nel medesimo tempo in llispania fu uno terremoto clic rumò la magior parte de una città che si chiama Ar-merici, la forleza el chiesa calhedral la quale funài tu.i ruinò, et cussi molte eastelle, vicino appar-seno aprilure di terra, el da una fu divorato uno homo che arava insieme con li boij. MDXXII die XI Januarii, 357« in Maiori Conselio. Molle deliberationi sono stà fatte per li Consigli nostri a fine di exlerminar li scellerati banditi per li mensfatli soi, el ultimamente quella del 1514 a di 28 Zenar, che propone absoluta remissione de li bandi proprii a coloro che amazasseno de li altri definitivamente banditi, sperandosi per tal mczo trovarli opportuno cxpedienle di consumar li tristi 1’ uno cum l’altro, come parea verisimile. 11 che non ha sortito quel eflecto che si desiderava, anzi ogn’ hora più mulliplicando il numero de li banditi, che si vanno e vengono per questa città, el rompendo li confini efrenatissimainente comellono de altri enormi el insuporlabili maleficii, in summo vilipendio de la iustilia, discontento el perlurbatione (li La carta 356* è bianca. 31 GENNAIO.