319 MCCCCCVI, MARZO. 320 par sia slà suspcsa ; et quel orator dii lurco, fo ditto dovea venir al re, non fu vero, ma fo visto zente andar e vegnir a quelli confini turcheschi, e fo ditlo era orator turcho, qual non è stato. Item, alcune zente dii re di romani par a uno castello dii conte palatino andasse per tuorlo, tamen 0 seguì, adeo a’ hongari à parso da novo, licet si tien non sia stà voler dii re di romani. Item, mandoe certo capitolo à ’ulo di Rossia, la copia dii qual sarà scripto di soto, di specie si aspelava de lì, con nave di Portogallo; el per esser cossa notanda ne ho fato memoria. IH Franza, più ìetere, da Bles, di V orator. Di coloquij abuli col re, el qual sta ben, va a piaceri ; et dubitava di la venuta dii re di romani, qual non era senza sospeto de intelligentia 1’ havesse esso re di romani con la Signoria, tamen l’orator nostro diceva di no. TH Roma.. 0 da conto. Come per tanti perdoni, concessi in questa terra e altrove, il papa era sdegnato, e diceva volerli levar tutti. Item, in concistorio, per causa di certi beneficij, suo nepote, Cardinal Vincula, contradixe al papa etc. Item, il Cardinal Santa f ringratia la Signoria de li honori l'acti a domino Laurentio Suares, orator yspano, in funere. Di Faenza, di sier Marco Zorzi, provedador. Come a Forlì era seguito certo rumor, di uno partesan, ut in litteris, qual tolse uno suo contrario in gropa e lo conduse a caxa, et in una stalla lo fè amazar e ivi sepulto. E il padre dii morto, inteso questo, amazò alcuni di ditti soi eontrarij, e andò fino a la caxa, e inteso da uno, che 1’ havia morto, dove l’era stà sepulto, Io cavò di la terra e portolo su la piaza, cridando di questa crudeltà usata, adeo il popolo era in remor, sì che seguì gran scandoli. Si judicha, il papa manderà lì lo episcopo di Tioli, e a Cesena, a sedar, e lhoro non lo voleno. Item, esso provedador di Faenza mandò alcuni avisi di uno suo amico di Fiorenza, tra li altri, che, volendo meter nel consejo uno balzelo di trovar 50 milia ducati per l’impresa di Pisa, non era stà preso, per cazon di le parte etc. Et è da saper, che per altra via, se intese di certo, poi esser stà preso il partilo di trovar 40 milia ducati, per via di balzello, per ditta impresa. Fu provato sier Hironimo Malipiero, di sier Piero, patron al trafego, in luogo di sier Marin Bembo, non provò la età* suo cuxin, sier Hironimo Malipiero, di sier Piero, tamen la galia resta charatada per il ditto Bembo, et sarà a suo conto. Fu posto certa expedition di oratori di Brixigele, et Val di I.amon, a tre capitoli, ut in eis, potissi- mum zercha le forteze, che di 8, numero 5 siano ruinade, et le 3 custodide. Item, zercha sali et boleto, ut in capitulis ; presi. Per il qual efecto, tra li altri, domino Dionisio di Naldo, cavalier, vene a la Signoria. Fu posto, per li savij, condur uno dotor injure caìionico a l’ordinaria, nominalo domino Antonio de Burgo, di natione yspano, lezeva a...... con fiorini 400 a l’anno, loco domino Filippo Dezio, è partito dii studio di Padoa; et fu presa: 4 di no, 106 di sì. Fu posto, per li savij ai ordeni, riconza (sic) l’incanto di le galie di Fiandra, qual non trovò patron ; e li deva in tutto, per galia, ducati 6000 di don, tra i qual ducati 600 di debitori di decime, dal 1468 in là. Et sier Hironimo Capello, savio a terra ferma, messe de indusiar a questo zener, ma el consejo mormorò et messe indusiar al primo pregadi ; et questa fu presa. Et prima si lezese letere, ni altro, sier Marin Mo- 147 rexini, è ai 3 savij, vene im pregadi, et insieme con sier Piero Contarini, philosopho, e provedador sopra le camere, olim ai 3 savij, andono a la Signoria, e fece cazar in cheba li parenti fo di sier Beneto da cha’ da Pexaro, olim zeneral. Et di essi 3 savij, poi sier Marin predito andò in renga, dicendo, per parte, al suo ofieio fo commesso la cossa di danari di Santa Maura, e narò in summa molte oposilion contra el dito sier Beneto da Pexaro, verifichate per alcune letere abute da sier Antonio Condolmer, olim synico in Levante, qual le ave a Corfù, di uno Nicolò Apostoli ; et conclusive molto vergognose, mostrò libri rasati etc. Et venuto zoso, messeno essi 3 savij, per parte, di chiamar il scrivan fo di esso zeneral, nominato Piero di Rizardo, che in termine uno mexe si vengi a presentar a le prexon a requisition di essi 3 savij in Rialto, e sia examinato, et non volendo dir la verità, sia collegiato con li modi consueti, havendo essi 3 savij ogni libertà etc. Ave 98 di la parte, 37 di no, 26 non sinceri. El qual si dice è fuor di le terre di la Signoria im Piamonte. In questa matina, in quarantia criminal, fo rila-sato il zudio, retenuto per caxon dii puto, atento 0 era con effecto; et cussi li avogadori messeno di re-lassar ; e fu preso. A dì 25, fo il zorno di Nostra Dona. Fo il perdom, jubileo ai Servi e Santa Maria Mazor; il principe a messa a San Marco de more, e poi a la predicha in chiesia. Predichò il predichator di San Zuane Polo, maistro Martin di Zenoa. Era l’orator yspano, videlicet il fiol del defuncto, l’arzivescovo