611 MDXXIit, FEBBRAJ0. 612 Verona.......homeni 800 Vicenza....... i> 700 Udine........ » 700 Bergamo....... » 600 Crema....... » 200 Ruigo........ » 200 » 4800 Vohmtnri per la exaction. Di Brexana......liomcni 1400 Friul........ » 200 Summa 1600 A dì 6. La matina. È da saper, sier Alvise di Prioli e sier Anlonio Condolmer hanno manda a far uno comandamento ai Loredani eri, che in termine di 8 zorni debbano di volutila haver taià el anullà (a zonta scrilla sora la so Promission dii Doxe di man di Andrea di Franceschi secretano, zercha poter tener li quattro canever, cuogo, pislor e solo cuogo, aliter stano citadi al Gran Consejo per ogni zorno di questo mese, per aver loro la ditta nota intromesso. • Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonta. Si dice voleano far tre Procuratori ordinari con ducali f 000. Ne sono doi li daranno sier Anlonio Moceni-go di sier Alvise el cavalier, et sier Antonio Capello qu. sier Balista. Si dice etiam sier Luca Vendramin dal Rancho, ma non voria esser con questi sì zo-veni. Quel sarà Scriverò. Ancora sier Zuan Emo qu. sier Zorzi procura-lor, è in exilio, voi donar a la Signoria ducati 8000 el esser assolto dal bando eie. Il qual poco è, ha pagalo a l’officio di Provveditori sora i ofTicii per conto di danari tolti a li Camerlenghi ducali 3000 et più, ergo et caetera, In questa matina, el signor Renzo di Cere, ohm nostro stipendiato, vien di terre di Roma, zonlo in questa terra, fo in Collegio; el qual va in Pranza. Di Hongaria, di sier Lorenzo Orio dotor, et cavalier, orator nostro, forono lettere, date in Bohemia, a ... a dì........... In questa matina in Colegio vene sier Piero da dia’ da Pexaro procuralor, eleclo Provedador sora l’arsenal, e destinalo orator a Roma, dicendo lutti do è con pena e voi intrar sora l’arsenal, e refudar di andar a Roma. Tamen poi fu preso in Pregadi l’andasse con li altri oratori, et lui non contradise. A dì 7. La malina in Quaranlia criminal fu preso, per il piedar di A voga dori, di relenir sier Zuan Francesco Justinian di sier Hironimo procuralor per certo insulto fallo a Bianca Saraton meretrice, et averla baluta. Ave : 8 di no, il resto di si. Da poi disnar, fo Collegio di la Signoria el Sa-vii, e fu il Doxe per tralar di trovar danari. Fo ditto questa matina una zanza incerto aneto-re, che Rodi non era perso, e fin il dì di Nadal era lì il Gran Maistro. A dì 8, Domenega. Da poi disnar, fo Gran Consejo, insta il solilo. Di Roma, di l’Orator, di 31. Del zonzer lì dii Cardinal Grimani con grandissimo honor; el qual fin bora era sialo ad Urbin, poi parli di questa terra, per la pesle era a Roma. Il Cardinal Medici ancora non è venuto, nè etiam il Cardinal Cibo, e tuta via si fa processo contra di lui per la morte dii signor Sigismondo da Chamarin. Scrive...... Et al lardi vene uno gripo di Corphù, et fo lei- 374 tere di sier Thadio Contarmi qu. sier Nicolò, da Corfv, di 17 Zener, che li scrive tino su le galìe di Baruto che li da novo non vi scrivo perchè intenderete il lutto per letere dii clasissimo Ze- ' nera!, spazate per questo rezimeulo. Da Liesna, di sier Filippo Barbarigo pa-gador a l’Armamento, andato lì per pagarle galìe vien a disarmar, date a dì 27 Zener. Che dicono questo Proveditor ha letere de li rectori di Corphù, che li scriveno aver spazalo uno brigantino con lelore dii clarissimo Zeneral, et significano come Rhodi haveva capitolato con turchi, tendersi in termine di uno mexe e mezo non li venendo so-corso; siebè parerà Rhodi ancora non fosse tolal-menle reso. Tamen le lettere dii Zeneral non è zonle. Si lien siano smarite, e lutilo più che questi navilii venuti dicono haver usalo Ira Curphù e Liesna grandissime fortune, el che la barella di Corfù con ditte lettere mai è parsa a Liesna lino al suo partir. In questa malina vene in Collegio sier Piero da Pexaro procuralor, qual è uno di oratori dieno andar a Roma, dicendo esser sta faclo Provedilor sora l’arsenal con pena, e intrato, elelo fu orator a Roma con pena ; non sa quello dia far. Mette in arbitrio di la Signoria quello voi el fazi. Da poi vene sier Agustin da Pexaro qu. sier Andrea, nipote di sier Vicenzo Capello, uno di oratori predilli, dicendo dillo suo barba è due mexi amaialo in caxa, sichè non poi andar orator a Roma, e