477 MDXXII, A dì 10. Fo letere di sier Andrea di Frioli baylo nostro a Constanlinopoli, di 13, in sifra, dii passalo. Come quel bassa restalo de lì, li havea dello aver teiere dii Signor, che ’I dovesse far far oralion per le moschee, perchè quel zorno di 13 voleva dar la baiato a Rhodi. El altri avisi, ut in Ut-teris. Da Raglisi, di Jacomo di Zulian, di 2. Come era venuto nova che Rhodi era perso a di 6 dì Seplembrio. Tamen poi scrive questa nova è slà ditto esser venula per via di Castelnuovo per fuogi hanno fato etc. In le lelerc di Constanfinopolì, è di la morte de li dì sier llironimo Loredan qu. sier Marcito, era merchadante, da peste. Et che turchi stavano multo suspesi per le cose di Rhodi. Et il Signor haveu mandato de lì do nave a farle cargar di balote e altre monition, per la impresa di Rhodi, che al tutto voi ultimarla. Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonla; et preseno una gratia di sier Zuan Francesco Mo-cenigo di sier Andrea rimase a la beeharia, non ha l’età, voi prestar ducali 50, et aver la età. Item, che con il credilo di ducali... di sier Carlo Morexini rimase Procuralor, per il qu.il veniva in Pre-gadi, possi venir sier Piero Morexini qu. sier Balista, suo fradello, come ad altri è slà concesso. Di Oratori nostri vanno a Roma fono letere, date a Ferara, a dì 8. Come zonseno li, el sier Vicenzo Capello andò per Po, et ne l’intrar è stà mollo honorati. Li vene conira il Ducha con una bella compagnia, alozono nel suo palazo a sue spexe. Et la matina Zuoba, a di 9, doveano partir. Et scrive, sier Marco Foscari uno di oratori aver visto letere di Roma, come vano 50 al zorno da peste. Adì 11. La malina nulla fu da conto, veneno li oratori in Colegio, Papa, cesareo, Frauza el An-glia, cadaun separatamente. Da poi disila^ fo Colegio di Sa vii ad consu-lendum. Di Roma, fo letere di l’Orator nostro, di 8. Come la peste feva gran processo, ne moriva 100 al zorno. Era morto uno slaGer di esso Orator nostro. Etiam era ini rata in la caxa dii Gol dii ducha di Ferara, et che il Papa andarà a Vilerbo. Li cardinali partirono chi in quà, chi in là. Don Zuan Ile-manuel etiam si partiva per Spagna prestissimo, el il conte di Sessi vien di Napoli orator in loco suo. •295 Da Bergamo, di reclori. Come 1500 fanti spagnoli hanno passa Ada et è alozati tra Pandin, ottobbe. 478 Caravan» et Sonito, e tuttavia non molestano li nostri territorii. A dì 12. La matina nulla fo da conto. Li na-vilii erano in Hislria con le lelerc di Candia ancora non è zonti. Si dice sono letere di 22 Selembrio. Quel sarà notarò. Da poi disnar, fo Gran Consejo justi» il solito per esser Domenega. Fu poslo una gratia di certo strupiado benemerito, li sia dato il piper primo va-chante. È presa. Inlravene che sier Alvise Contarmi Vicedoxe nel Gn del Consejo li vene certo accidente, che a la bancha rendete assai, et per non esser con lui se non qualro Consieri, non si levò, perchè non si ha-via potuto far il Consejo. Manchava sier Piero Que-*rini, qual vien di raro e sier Marco Antonio Loredan è a la villa. De, Ingaltera questa matina fo letere di 23 Setembrio, di 1‘ Orator nostro, date a Londra. Come a di... era zonla la nostra risposta, el clic per niun modo il Ite voi lassar le galie. Scrive aver parlato al Cardinal el al Re di la risposta di la Signoria nostra, et scrive coloquii auti insieme. La conclusion è, che il Re voi la Signoria rompi prima conira Franza, e poi pariarasi di accordo over (neve con la Cesarea Macsta, e si mandi a dir al re di Franza debbi render Fonterabia in cerio termine a la Calholicha Alteza, aliter la Signoria li romperà guerra; con altre parole. Et scrive, il Cardinal ha ditto gran mal di viuitiani, dicendo scino inanella-dori de fede e inlimi di lutti i principi etc. E non volendo far questo, il suo Re e i’Imperador ne farà guerra eie. Et non voi nulla si trazi de l’isola, nò etiam sotto nome di forestieri, acciò li nostri non trazi. El par molti homeni e galioli erano su ditte galie è partili et venuti di quà. Fu posto per li Consieri in questo Consejo, una gratia a uno Simou di Vemexia, sia caraor di legne primo vachanle. 1110, 70, 13. A dì 13. Li ma lina veue l'orator d’Eugullerra domino Ricliardo Pauzeo in Colegio, el siete più di 2 hore, dicendoli sier Francesco bragadm savio dii Consejo le raxou di la Siguoria, el come il ite havia torto a non voler liberar le nostre galie, el non nian-tenirne il salvo comJulo. Poileloli le parole del cardinale Eboraceuse fale a l’Orator nostro, che voi prima la Siguoria rompi al re Christiauissimo, poi si parlarà di trieve e acordo. Di questo etiam l’ha grandissimo torto per molte raxon eie. Ita che dito orator non potè far di nten di non dir la Signoria ha raxon, e che scriveria.