553 HDXXII, DICEMBRE. 554 ludo cremexin alto c basso; fo suo compagno sier Marco Antonio di Prioli qu. sier Alvixe, vestilo ut supra. Et sier Alvixe Mocenigo el cavalier, consier, era vestito di restagno d’ oro, el poi altri palricii deputati andar al pasto, qual si farà Domenica; et cussi etiam a Lio in tal zorno si (rara il palio, ebe in questo dì solevase far trazer. Et cussi el Doxe andò a messa a San Zorzi mazor iusta il solilo, el quella chiexia era benissimo aconzata, tra le altre spaliere, alcune di sier Lazaro Mozenigo bellissime. Et tornati a San Marcilo, tulli tornono a caxa loro. È da saper: 11 Legato, episcopo di Puola non fu con la Signoria per non esser più Legato, perhò che il Papa li ha commesso vadi governador a Bologna in luogo di lo episcopo di Treviso di Rossi, qual è de lì mal voluto e il Papa l’ha privato; et cussi zà questo ha mandato le sue robe, et partirà da poi le feste per Bologna. 11 qual si parte con ottima fama di qui, et era amico di la Signoria nostra, olirà che l’era subdito, nominato domino Allobello di Averoldi da Brexa, cl slava mollo honoratamenle. A questo il papa Leon passalo li donoe la caxa fo dii ducha di Ferrara, et ivi babilava el scodeva li (iti de le caxe di solo; la qual la faceva recon-zar, maxime la fazà davanti di marmore, che tutta minava. Hor convenendo partir, vene in Collegio, dicendo, che partendose di quesla terra lassava la caxa a la Signoria. Hor come si partirà, ne farò nota. È da saper : La vizilia di Nadal, domino Richar-do Pazeo oralor angliche mandò, da poi compilo F officio a San Marco el messa, per il suo segretario a pregar sier Francesco Braga Jiu savio dii Con-sejo andasse tino a caxa da lui a parlarli. Il qual, consultalo con li Savii, non andò, ma mandò Andrea di Franceschi segretario dii Consejo di X a veder quello el voleva dir. Et andato, vedendo esso ora-tor non li era andato chi ’I voleva, disse non voler dir altro; et cussi etiam il dì de Nadal, el quesla matina non ha voluto vegnir con la Signoria. Et beri, poi la predicha, il Collrgio redulo, inleso questo dal Franceschi, deliberono di mandarli a parlar a caxa sier Daniel di Renicr, qual è di Zonta dii Consejo di X, fo Savio dii Consejo, molto suo amico 340* el spesso lo va a visitar, acciò intendesse quello el diceva, et vedesse di haver qual cosa da lui zercha queste pratiche con lo Adorno; et cussi andò. Da Mantoa, si ave lettere dii Marchese nel suo orator, qual comunichi) con la Signoria. Come il signor Pandolfo Malatesta di Rimano con suo lìol ei signor .... figlio mazor, a chi aspela la signoria, erano ussiti di Rimano el fuzili in Anco- na, inlendeudo le zente dii Papa venir de li per tuor Rimano. Ma uno suo figlio picelo di anni....... chiamalo.......è restato in Rimano in castello con 800 villani, ai qual ha promesso gran cosse, et si voi difender; per il che il Papa havia sorilo al marchexe di Manloa andasse a la dita impresa, et Sua Santilà li mandava fanli. El qual Marchexe doveva chavalchar verso Rimano con 2000 fanti, falò le feste. Da poi disnar fo Gran Consejo, fatto 9 voxe, et di la Zonta niun passoe. A dì 27, fu San Zuane. Veneno in Collegio li oratori cesarei et anglico, dicendo..... Da poi disnar, fo Pregadi, etc. FA prima fo letto le lettere di Spagna, di V Orator nostro, di 11 Novembrio, da Vaiado-Ut. In maleria di tratamcnli ritornati a pratichar de li per far lo aponlamenlo et haver le investiture ; et consultato con li deputati cesarei, Gran canzelier et li altri con farli la promission di darli 300 milia ducati a quella Maestà in tempi, avendo le investiture dii Slado che tenimo. Quelli fono contenti et messeno ordine di formar li capitoli, con questo che fossnmo, acadendo, conira Franza. El podio manchi esso noslro orator per il syndichà l’havea non sottoscrivesse. Richiede si mandi li capitoli bavemo col re Chrislianissimo, perchè quelli medemi voleno haver con nui in dofT-nsion dii Slado di Milan. Fu posto, per tulio il Collegio, una gratia a li homini e romun di Gotolengo, è slà sachizali da spagnoli, siano exempli reai et personal per anni 5. Ttem, perchè molli so beni fo venduti per debili parlicular poi il sacho, che dando li danari a quelli li ha comprati, diti beni li siano restituiti. Ave: 147. 8. 3. Fu poi posto per i Savii, scriver una lettera a l’Orator noslro in Franza. Et sier Alvise Mocenigo el cavalier, consier, an- 341 dò in renga, contradise, dicendo questo era un de-sbralarsi di le pratiche con l’Imperador, et perhò non senliva lui tal opinion, el fé lezer una lettera che l’havia fato notar, videlicet...... Et parlò dito sier Alvixe Mocenigo el cavalier; li rispose sier Andrea Trivixan il cavalier savio del Consejo. Andò le leltere .... di Savii, 140 del Mocenigo et questa fu presa. Ave li Savi......et il Mocenigo..... Fu posto, per i Savii, e fo opinion di sier Malhio di Prioli savio a terra ferma, una parte zercha le pompe de le done, la qual qui non la scriverò perchè la sarà avanti posta. Unum est, che non pone