163 VDXXII, APRILE. cussi li darà ; cl qual Cardinal fa la sua libraria a Santo Antonio, et za ne ha mandato in questa terra di soi libri in forzieri bona parte, imo quasi il tutto. Da poi disnar, fo Colegio di Savii ad consu-lendum. Di campo, dii Grifi et Nani, date sotto Pavia, a dì 17, hore 2 di note. Come pativano grandemente di vituarie, e eh’ el ponte feno far sopra Texin era roto per le grande aque state, et che ha-veano scrito a Crema, Brexa, et Bergamo li prove-dino di vituarie, et che haveano fato un consulto et deliberalo di non bater più Pavia, nè etiam darli la bataglia ante adventum Regis Christianissimi, al qual haveano expedilo do francesi per le poste a Lion a signifìcharli vengi presto; et come l’era zon- 10 in campo monsignor di la Palisa, vien da Lion, dove havia lassalo il re Christianissimo. 10*2 A dì 20, fo il zorno di Pasqua. Il Doxe vene in chiesia a la messa pasqual vestilo di restagno d’oro nuovo, fodrà di armelini, zoé vesta et bareta d’oro. Li era apresso sicr Jacomo Soranzo procurator di la chiexia di san Marco; disora li oratori justa il consueto, poi li oratori, Legalo, el Cesareo, qual è varilo, Franza, Ferara et Mantoa. El procurator Soranzo nuovo havia vesta di veludo paonazo di varo et becheto di veludo cremexin, e andati in chiesia andò poi a sentar con li altri Procuratori. Eran questi Procuratori sier Domenego Trivixan cavalier in scartato, sier Zorzi Corner cavalier in scartalo, sier Francesco Corner el cavalier di alto basso cremexin, poi il resto di palricii deputati acompagnar la Signoria, quasi tulli vestili di scartato. Di Caodistria, di sier Piero Mocenigo podestà et capitanio, date a dì 19. Come turchi, andando via con el botino, tendendo a la volta di Fiume, sono sta asaltati dal conte Zuanc di Corbavia che a quella volta era con 2000 cavalli el assaltatoli lì al passo; sichè dilli turchi haveano convenuto lassar certe cosse di la preda, ma non di momento; sichè sono ritornati in soa malora in Bossina. È da saper : è consueto in tal zorno el Serenissimo con le cerimonie ducal và a vespero a san Zacharia, per il che, beri, le monache Observanle de san Zacharia mandò a invidar el Doxe per hozi a vespero. Soa Serenità rispose clic ’1 non le cono-seva per monache di san Zacharia, et mandò a dir a le Convenlual li preparasse la capella granda, perchè verìa li ad udir vespero. linde inteso tal cossa per 11 Palriarcha, mandò questa malina a dir al Doxe che havia posto una excomunicha a tutti chi entrava in ditta capella di le Convenlual, pregando Soa Serenità non volesse andar, lamen Soa Serenità persevera in voler andar da le Convenlual. Tamen poi, persuaso da sier Domenego Trivixan el cavalier, procurator, savio dii Consejo, qual è sora quelle monnche, che ’1 non volesse romper tanta bona opera, si tolse /.oso e andò da le Observanle, vide-licet a l’aliar di san Zacharia in chiesia. Da poi disnar, vene il Doxe in chiesia vestilo 102* con uno manto di restagno con il bavaro di armelini, e di soto vesta damaschili cremexin, fodrà di varo, con li oratori, Legato, Franza, Ferara et Man-loa, non vene il Cesareo. Portò la spada sier Francesco Donado el cavalier, va capilanio a Padoa, fo suo compagno sier Francesco Foscari fo a Ruigo, qu. sier Nicolò, e altri patricii, el fo predichato per il predichador di san Stefano, qual à pessima gralia, nome maistro........Fo curia, et poi si andò a vespero a san Zacharia. Di campo non fo Ictere questa matina, che erano molto desiderate perchè le cose strenzeno. Di Crema, di sier Andrea Foscolo podestà et capitanio, di 18, da sera. Come il signor Prospero, levato da Binasco con le gente et exercito, era venuto in lo alozamenlo di la Certosa di Pavia distante di la terra mia 5, e dal campo nostro solum do mia, et che monsignor di Lulrech havia fato meter il campo in arme, et che l’arlellaria posta a baler Pavia era inpallanata in fango grandissimo per le pioze state, talmente che haveano stentato tulto 17, eh’è quel zorno, per trazerle, nè mai le haveano potuto trar fuora, videlicet artellarie di franzesi et nostri, da pezi numero...... Di Pergamo, fo letere di sier Zuan Vituri podestà et vicecapitanio, di 18, hore ... Come li era venuto un suo exploralor da Milano et dii campo inimico; il qual campo hora si atrova a Cassino el Binasco, ne li quali lochi erano per avanti li exercili dii Re christianissimo et nostro, i quali, ol-tra le reparalion feno li nostri exerciti, continuano in forlificharsi. Et beri il signor Prospero con il marchexe da Pescara et ducila di Termine fu in Milano, et steleno con el Ducha da zercha doi hore, et principalmente per la provision dii danaro per pagar lo exercito suo eh’ è fuora, perchè bisogna che tulli vivano dii suo, et referisse che fra hozi et dimane li pagerà dii impreslido che ’1 ditto Ducha ha hauto in questi zorni passati da la terra. E dilli signori Prospero et li altri ritornorono a lo exercito. Et dice, il Ducha, ancora non ussissi di caxa per la disesa de li occhii, et ebe in Milano continuano in 103 far bastioni et repari per fortilicharsi, et che il po-