401 UDXXII, AGOSTO. 402 Doxe morto, eh’è un procuralor falò, e la Signoria non i voi. Quello seguirà noterò di solo. Unum est, •litli Inquisitori non ha fato refudar a sier Ilironimo Loredan la capitaneria di Verona. Di Roma, fo ¡etere di sier Aìvixe Grade-nigo orator nostro, di 27 et 29 dii passato. Come hanno aviso il Papa partirà questo Septembrio di Spagna per venir a Roma. Scrive esser capitato de lì un certo greco, qual richiese uno toro rabioso, che si conveniva lenir legalo con assà corda ben stretta, et fato condur in pìaza di San Piero, li disse certe parole in la orechia et lo deslegò el ligò a sua posta con uno spagelo a uu corno, et fata certa ora-lion al cielo, mena questa bestia al Tevere dove li fa bular di bota cerio sangue, el poi sta mansueto. Si dice lo fa per incantamento, per modo che lulla Roma li coreva drìedo ditto greco; et li cardinali lo fece retenir dubitando de idolatria, unde el popolo con gran furia ge lo haveano richiesto, et erano in grandissima confusion per questo. Item, scrive come domino Richardo Panzeo orator anglico havea mandato a chiamar il segretario di l’orator Nicolò di Cabrioli, dicendoli: « dite a l'ambassudor, come ho hauto letere dii Re mio, che mi comete vadi am-baxìalor a Veniexia per cosse di grandissima importanza; siché sui 3 zorni mi partirò et auderò a Veniexia dove potrò dimostrar lo amor porlo a quel excellenlissimo Stado », eie. Di Napoli, di Lunardo Anseimo, di 19. Di P intrar in quella città il Viceré chiamato Don Carlo (de Lanoy) con grandissimo honor. Item, che crauo sta mandati li a Napoli alcuni baroni, quali haveano voluto amazar quel Viceré. Di Crema, di sier Alvixe Foscari podestà e capitanio. Come quelli di Lodi voriano tuor il sai da la Signoria nostra. Item, il Ducila era verso Monza, e il signor Prospero verso Aste a guastar. Da poi disnar, fo Pregadi per scriver in Ingal-lera, et haveano nolà una bona lelera ; ma inteso lo aviso di Roma, li Savii terminono scorer, e non me-ter altro. Fu posto, per lutti di Colegio, la parte di Capi-lanìo di Famagosta da esser electo. Fu preso, con li modi fo electo sier Zacharia Loredan, qual fo man-dà prima Provedilor con ducali 100 al mexe, mo’ si dichiarisse sia eleclo per scurtinio con il salario solilo haver el ha li Capitani di Famagostà, el si dia meler a Gran Consejo. Fu presa, 130, 1, 3. Fu posto, per li Savii, ubligar a l’Ar&nal il Ira lo di 5 baiassi fo messi al lolho per ducati 2500, ne dia dar per una promessa, per li danari fo impresta al l Diarii di M. Sanuto. — Tom. XXXIII. re di Pranza, uno in questa lerra che promesse darli. Item, alcuni depositi dii sai per la suma ducati 13500. Fu presa. Fu fato scurtinio, con bolelini, di Ire sora la Exalion dì debitori di la Signoria nostra; il qual exito è questo. Scurtinio di tre sora la Exation di danari. j- Sier Hironimo da cha’ da Pesaro, fo capitanio a Padoa, qu. sier Benelo procura tor..........114.23 t Sier Nicolò Bernardo, fo savio dii Con- sejo, qu. sier Piero......108.27 Sier Nicolò Zorzi, fo capilanio a Brexa, qu. sier Bernardo......66.80 Sier Hironimo Querini, fo savio a lerra ferma, qu. sier Andrea.....66.87 Sier Donado da Lezc, fo savio a lerra ferma, qu. sier Priamo.....76.68 Sier Polo Donado, fo podestà a Padoa, qu. sier Piero........77.64 Sier Jacomo Soranzo el procuralor . . 70.72 Sier Thomà Mocenigo, fo savio a lerra ferma, di sier Lunardo, qu. Serenissimo...........62.76 Sier Alvixe Pasqualigo procuralor . . 82.62 t Sier Piero Capello fo savio dii Consejo, qu. sier Zuane procuralor. . . . 103.36 Fu posto, per tulio il Colegio, cerio resloro di ducali 115 a lliromino Arlaro condulor dii dazio di la muda di Monfalcon, 1505 (ìli 1508. 131, 8, 11. Magnifico missìer. Perché Vostra Magnificentia voi saper quella cossa de l'incanlameulo de la peste, sapia Vostra Magnificentia che un cerio Dimitri de la Morea, bastante a Corfù, andò dal signor Cunstantino, et disseti che lui sapeva far un incanto che ecsaria la [leste, el voleva per premio 20 ducati al mexe per se e sui eriedi et successori, et questo voleva comen-zase la provixion da poi fato l’incanto, el cessala la peste ; el se la cossa non havea, efelo voleva esser punito et condemnato. Parse al signor Constantino de parlarne a certi gcntilhomeni romani, che erano deputati a le provexion sopra la peste, et al reverendissimo Camerlengo, el alcuni altri cardinali. Da poi fato il palo, dillo Demetrio andò per lulla Roma cercando fontane, per fino che ne trovò una (untano cercha tre milia dal Campilolìo, in certo po- 20