217 MDXXIÍ, MAGGIO. 218 141* Da poi tlisnar, fu Pregarli et vene il Doxe, et vene queste altre letere di le poste, hessendo Pre-gadi suso. ' Di campo, dii Oriti, date ut supra sul bergamasco a .... a dì primo, horc 21. Come esso provedador Grili persuade la Signoria a imprestar li 25 milia scudi a francesi, et come francesi passavano Ada, et si andavano ad alozar tra Cremona et la Geradada, et voleno non si partir fino non zon-zino le 700 lanze et 4000 fanti, pertanto con grande instantia domandano esser servili da la Signoria di la dila quantità di danari per pagar le zenle, et voria che la Signoria pagasse lei la compagnia del signor Federigo di Bozolo eh’è fanti 2000, et quella dii signor Zanin di Medici eh’ è altri 2000 fanti, a conto di 5000 la dia lenir........... Da Boma, vene letere di sier Alvise Gra-dc.nigo orator nostro, di 30. Scrive la cosa dii Bentivoy che si apresentò a Bologna, et come fo rebatido, quali andonoel signor Hanibal Bentivoy con 2000 fanti et 400 cavalli. Era con lui domino [lanital Rangon governator di Roma, etiam Serapicha fo favorito inlimo di papa Leone, et apresentato sotto le mure, niuu di la Ierra si mosse, era avanli zorno il di de Pasqua, ma visto questo apresenlono le scale, el quelli di Bologna ussileno fuora, li re-bateno et maltractoe. Per il che, venuta tal nova a Roma, il cardinal Soderino, qual è di prescidenti, insieme con Sanli Quattro, et Cibo, ha ditto slà cosa non poi esser senza inlelligentia dii cardinal Medici, perchè Serapicha nè il Rangon non li seria andati, imo che alcuni danari che li fo commesso per 4 cardinali a dito Medici dovesse mandar a Bologna per pagar certe zenle, non li mandò. Scrive come il cardinal Egydio li ha parlato dicendo tra molti cardinali si mormora li turchi corsi su quel de 1’ Imperador e fato danni la Signoria esser slà causa, et lui Orator se la rise, dicendo è una pacia. Scrive che havendo inteso che Hironimo da Canal va secretario a Costantinopoli e non dice con sier Andrea di Prioli baylo, voria la Signoria li desse qualche luxe di tal andata. Scrive che li cardinali armavano due galie, le quale erano a la bocha di Hostia, per mandarle a Barzelona conira il Papa. Item, che domino Zuan Ilemanuel oralor cesareo havia recúsalo di scriver a 4 galie cesaree erano li vicine che dovesseno andar acompagnar queste altre fino a Barzelona ; qual non ha voluto farlo. Item, si ha i! cardinal Cesarin essere andato in Spagna a trovar il Papa. 142 Fu posto per li Savii d’acordo, excepto sier Donà da Leze savio a terra ferma, una letera iu campo al provedador Grili in risposta di sue zercha li 25 milia scudi richiesti da la Signoria ad impre-stedo, scusandosi di le gran spexe fate et femo in armar, con altre parole e che non senio per manchar di la nostra lianza. Et sier Piero Landò el consier e sier Donà da Leze predito voi si scrivi che non obslante le gran spexe l'ale et per zornala femo in armar, esso provedador Grili dichi a monsignor de Lutrech che senio contenti servir la Christianissima Maestà di ditti danari ; con altre parole, ut in Ut-teris. Et primo andò in renga sier Donà da Leze con-tradicendo la parte di Savii, persuadendo lo imprestar dilli danari, altramente tulio quello si ha fatto in favor dii re Christianissimo saria buia via, et il Re haria caxon di dolerse de nui e poiria seguir danno nostro, et parlò longamenle. Andò per risponderli sier Pandolfo Morexini savio a terra ferma; ma hessendo in renga, vene letere di campo, qual fo lede e il sumario ho ditto di sopra, et di Roma, et perchè la materia era de irn-porlantia, sier Andrea Trivixan el cavalier consier, messe, atento 1’ hora tarda e la materia de impor-tantia e molli voleno parlar, che se indusii a domali. Andò la dila parte, et fu presa di tutto il Consejo. Fu posto per i Savii d’acordo con la credenza replichada secretissima, una lelera a sier Gasparo Contarini orator apresso la Cesarea Maestà in la materia se trala de lì, etc., et mandatoli la copia de li capitoli di la liga si ha col re Christianissimo, aciò li monstri al Gran Canzelier e altri con i qual tritano eie. con altre parole ut in litteris. Et fu presa, e passò senza disputazion. Ave . . . ., et fo di novo replichà la profondissima credenza. Fo posto, per li Savii tulli di Colegio, risponder al reverendo proposito di Cinque Chiesie, orator dii re di Hongaria, a la richiesta fatta di aver sussidio conira il turcho, prima dolersi cheli principi cristiani non fanno quello dieno, ma che atendeno a far guerra insieme, e sempre si ha visto quello ha-vemo fato a beneficio di la cristianità et ne duol esser in guerra e far tante spexe come femo da terra in lo esercito, poi femo armata risonando il turcho armar; con altre parole al proposito. Et fu presa di tulio il Consejo. Item, donarli ducali 50 d’oro, aciò si parli ben edifiehato. Fu posto per tutti, la gralia di frali di sani’ Antonio di anfore 20 di vin, donarli il dazio. Ave 153, 43, 0. Fu presa. A dì 3, Sabato fo la Croce. La malina fo le- 142*