189 MDXXH, APRILE. 190 Oriti li loy a nostro soldo ; con altre partieularità ut in litteris. 124 Da poi disnar fo Pregadi, et li essendo venute questa malina etiam leteredi sier Gasparo Contarmi orator a la Cesarea Maestà, date a Jìruxetìe a dì 12 di questo. Come il Re, inteso li successi de Italia, liavia soprasedesto di passar in Spagna, fin da poi Pasqua zorni 16; etiam si governerà da poi sicome succederà le cose. Et die ha-vendo inteso si feva per il re di Pranza altri sguizari 10 milia per mandarli a la impresa di Milan, etiam Soa Maestà liavia ordinalo nel conta di Tiruol e lì atorno si fazesse 8 milia fanti per mandarli in ajulo dii ducha di Milan ; et altri avixi, ut in litteris. Di campo vene letere, hessendo Pregadi suso, date a Premenon destante da Malignano 5 miglia, dii provedador Griti e sier Polo Nani, date a dì 24, hore 20. Come, per tulio 26 eh’è ozi, li exerciti sariano a Monza, et zonli lì, man-deriano 300 homini d’arme francesi a la volta di tuor li danari per la paga di sguizari, quali è zonli a Arona; et che il signor Prospero con le zenle era levato di la badia di Chiaravaie et venuti ad alozar tra Binasco et Cassino, et che nel levarsi al relro-guarda li cavalli lizieri francesi haveano preso 50 cavalli lizieri di stratioli erano con i (limici, et uno capo nominato Piero Renessi. Scrivono, come esso provedador Grili havia spazà uno trombeta a Pavia con letere dii Papa drizale al signor Marchexe di Manloa; il qual zonto al ponte di Pavia, non fu aperto nè lassato intrar, e lui dicendo haver letere dii Papa di darle al signor Marchexe, li fu risposo come il zorno avanti, zoè a dì 23, ditto signor Marchese si era partito de fi con le zente sue et andato a Parma di ordine dii Colegio di cardinali, et per suo comandamento. Scriveno come li capi di sguizari sono 124* in campo, dicono, e cussi è la verità, die la paga che vien è quella dii mexe di Marzo passato, et che dieno aver, la paga di Aprii presente, et che quella aspecterano fino a di 15 Mazo a Monza, nè si voleno partir de lì fino non gionga questa seconda paga; qual non venendo in dito tempo, voleno levarsi e tornar a caxa; con altre parole, ut in litteris. Di Raspo, fo letere questa malina di sier Nicolò Zorai capilanio, di 22 di l’instante. Come havia auto nova, et manda il reporto, che iL ponte Zuane di Corbavia havia trovato turchi verso la Satà, et è stato a le man con loro, di quali ne havia tagliato a pezi da cavalli 1000, et andava driedo seguendo la vitoria; li qual turchi è quelli stati a far la coraria et preda, si come ho notà di sopra. Fo lelo una lelera di sier Francesco da Leze podestà e capilanio di Ruigo, di certo caso sequito di alcuni voleva rapir una pula; la qual fuzendo, tro-vono la madre et una sua sorela e tutti do le lavo-rono e baté il padre eie., ut in litteris. Fu posto, per li Consieri, darli libertà di proclamarli, et non venendo, ponerli in bando di terre e lochi e di questa cità nostra con taia, morti lire 300 et vivi 500 ut in parte, et fu presa. Ave 126, 51, 12. * Fu posto, per li Consieri, Cai di XL e Savii, dar a li frati di santo Antonio, quali voleno far in questa terra il suo capitolo, il dazio di anfore 20 di viti, come ad altri monasterii è slà fato. Balotà do volle non fu presa. Ave 140, 45, 4 ; 147, 56, 0. E nota. Uno altro Consejo fu balotà, etiam non fu presa, e questo perchè quelli di Pregadi tien ditti frali siano riclii : tamen non è vero. In questo Pregadi non fu il Principe. Et lelo le 125 letere, fu poslo per i Savii da terra ferma una parte fata notar per sier Donà da Leze savio a terra ferma, zercha li Savii sora le aque, videlicet che debano haver contumatia, et hessendo rimasti in altri oliìcii si lazi in loco suo, et che debano saldar le casse loro ogni. .. mexi ; con altre clausule, ut in parte. Et sier Marin Morexini è sora le aque andò in renga contradicendo a questa parte, e fe’ portar li libri de P officio, et fe’ lezer certe cose a suo proposito, et che non si poi saldar la cassa si non compida l’opera; con altre parole eie. Et li rispose sier Donado da Leze, dicendo era stato sora le aque pochi mexi e rimaso Savio di terra ferma con pena, li parse non poter far ben tutti do i offìcii, et refudò sora le aque et fu fato in suo loco; et che P havia saldalo la sua cassa, e disse le raxon che slava ben a saldar le casse, et che quel officio havia auto un pozo d’ oro tamen poco era slà fallo, et che sier Marin Morexini è slà refalo sora le aque et voi morir in questo officio però el contradise, quasi dicendo è bon officio e bùia ben; con altre parole, persuadendo il Consejo al prender di la parte, et che sier Gasparo Malipie-ro era stà falò Governador di l’inlrade, tamen voleva etiam star sora le aque e mal puoi ateuder a un e l’altro officio. Hor sier Marin Morexini andò a la Signoria dicendo refudava sora le aque, poiché era Iralà da laro. Et venuto zoso, la Signoria disse non voleva aceptar tal refudason perchè era stà eleclo e refato con pena. E lui rispose: « Son contento di servirvi, ma inai più voglio manizar danari di P officio sora le aque » ; sichè fo gran parole tra lui et il Leze. El mandala la parte di Savii, sier An-