157 MDXXIt, APRILE. 158 ri al numero di 60, et tutti haveano le done loro vestile ornatissime, con gran numero di zente di arme et fantarie assai. Receveteno Sua Maestà cum gran pompa. Poi a dì 26 dillo zonseno ad uno loco dillo Cuthna dove sono le minere et il loco se baleno le monede boheme, nel qual similiter fo scontrate queste Maestà dal ordine de li nobeli con donne et gente ut supra. Et a dì 28 fece la entrata qui in Praga honorala da tutta la eilà di homini et done, dal Studio, el dal clero, con grandissima de-monstration di alegreza et satisfazion. Ripossono per un zorno tulli defatigati et strachi per la longe-za dii camino, et difìeultà in quello del viver per tutti maxime per li cavalli, molli de li quali sono morii, ma lutti ruinali per esser il paese sterile di strami, ma di gente populoso molto. Se expeeta oratori de Polonia, il marchexe di Brandiburg, alcuni principi di Saxonia, el li duchi de la Silesia, li quali serano qui fra dui giorni, el zonti darano principio a la dieia, ne la qual se tralerà de la expedi-tion proxima contra turchi, el di coronar di presente la Serenissima Regina, componer le differentie sono fra li baroni, et li nobili et li populari sei tempo basterà, perochò tanto siamo stati in viazo che lino hora tulle queste cose dovevano esser finite, et nui dovessemo esser de ritorno, et ancor non è principialo cosa alcuna. Dubito il regno di Hongaria non sia prevenuto da nimici, avanti se ritorni con 95* questa gente a quello. Tamen li signori hongari fanno ogni provision per quanto ozi sono venute nove, el già per tre mano danno in Buda danari, et fanno genie. Instano questa Maestà ritorni. Idio voglia il ritorno sia in tempo. Scrive desiderar lui oralor il suo repatriar per aver suporlato incomparabilmente magior danno di alcun altro, et in questo viazo scrive non li haver baslato ducati 150 al mese, et cussi qui perchè tutto è in gran precio. Tien sarà slà eletto il successor, el expedilo etc. si-chè al rilorno in Hongaria, qual tien non possi per necessità lardar molto, lo trovi e possi venir via. Scrive è quasi mexi tre non à hauto alcuna letera publica nè privala. Scrive aver expedilo uno suo Lorenzo con le lelere. Queste vie sono periculose, et raro frequentale. Ricevuta a dì 15 Aprii. 96 A dì 16. La matina non fo alcuna letera di campo nè etiam di altro locho in Colegio, maxime de Histria per le cosse di turchi. Solum fo lelo in Colegio una letera di Zuan Clemente Stanga gover-nador in Cremona per il re Christianissimo, di 13, drizata a sier Stefano Querini di sier Piero el consier. Qual scrive e dice cussi in su-mario. Come la bataria a Pavia si fa da tre bande. Da doe fanno le nostre zente, da l’altra el signor Federico di Bozolo et Zanin di Medici. In Pavia è il marchexe di Manloa con 300 fanti et 150 lanze; è slà bufato zoso per la baiaria braza 40 di muraglie, et monsignor di Laulrech ha proclamato dar la terra a saeho. È stà ordinalo chi darà la bataglia, nostri, el conte Federico e Zanin di Medici, et 4000 sguizari de li cantoni molto disposti, et si darà presto l’arsalto, et hanno ordinato, per esser ussilo il signor Prospero con le zenle di Milano, et venuto a Binasco, che, dando la bataglia, questi non vogliano venir a la zornata, però li francesi et 10 milia sguizari sono in ordine per andarli a l’incon-Iro vigorosamente ; sichè si aspecla haver vitoria. Item, è aviso particular di Cilanuova in sier Hi-ronimo Contarini qu. sier Priamo, per letere fale tri. Come turchi erano desesi depredando a Castelnovo, era di Damian di Tarsia, miglia 25 di sora di Cao-dislria. Fo diio, la galìa, soracomito sier Zuan Jacoino Bon qu. sier Alexandro, hessendo andata in Dalma-lia in cerio locho per interzarsi, tamen non fu vero, aver patito sinistro. Da poi disnar, a 1’ hora debita, el Doxe vene in chiesia con li oratori, Legato, Pranza, Ferara et Manloa; ma il Cesareo non vene, et siete al malutin. Da poi disnar, fo letere di campo solo Pavia, 97v dii Griti et Nani, di 12, hore 3 di note. Come alendevano a la baiaria, e che il conte Piero Navara havia fato una mina a uno lorion dove voi dar il fuogo al tempo di la balaia, per la qual se inlrarà dentro, el spera cerio haver la terra; la qual baia-glia si voleva dar la malina sequenle, ma sguizari persuaseno monsignor il Gran Maestro a non darla doman eli’ è Sabado, perché tal zorno lo observano per esser zorno de Inocenli, tamen volendo ge la darano; sichè si lieti se indusierà. La terra è stà data a sacho per monsignor di Laulrech, et seriveno essi Provedadori dubitar che come la sarà presa nostri se inricherano lauto, videlicet le fantarie, che si parlirano col botino. Item, i nimici erano in Pavia è ussiti a scaramuzar, et è stà mal trattali. Si é prò-vislo, in caxo il signor Prospero volesse venir al tempo di dar la balaia per diverlir, che li francesi et sguizari li siano a l’incontro, quali è molto desiderosi di venir a la zornata. Tulio è preparato; sili) La carta 96* è bianca.