477 JIDXXII, FEBBRAIO. 478 la governi a beneficio dii Slado nostro ! Scrive non scriver di questo a la Signoria, perchè lien il claris-simo Grili aviserà, avisato dii tutto, el qual lien avisalo dii lutto. Dii Grili, da Roado, fo letere in conformità con questi avisi eie., el clic bisogna danari per pagar le zente. E tulli questi avisi li manda a lo illustrissimo Lutrech a Cremona, dove è il Governador nostro. Di Brexa, di sier Hironimo da dia’ da Pexaro provedador zeneral, di 17, hore 7, venute eri sera ma non nolade al suo loco, perù qui ne farò noia; et manda una letera aula dii capitanio di Valchamonica, qual è quesla : durissimi etc. In questa hora, però da poi la venuta ili nostri messi, è gionti qui a Breno el signor conte Alexan-dro, del qual in la introclusa, con gente a cavallo et a piedi, de le qual già ho dato notitia a vostra signoria, quasi non acorgiendosene alcuno, cussi tacite sono venuti el in pressa, et mi ha presentato la dita introclusa facendomi a saper anche a boeba quello che in essa si conlien. lo li ho latto questa risposta, che se sono quelli boni amici de la mia illustrissima Signoria che dicono, che si debano an- 311 cora porlar da boni amici; nè altra risposta intendo farvi, perchè comission non ho da li nostri signori. Il che inteso, alguni de questa terra incominciò a far le compartite da sè, non polendo però loro far altramente. Et poco da poi gionse el capitanio de dite gente, el qual vene al palazo mio a trovarmi et mi locò la mano mostrandosi bon amico; el per quello intendo, sono per venir tulle esse gente qua a Bre-no, dividalo et Malignano et terre cireumvicine quesla sera. Nec alia eie. Breni, die 17 Februarii 1520, hore 20. Subscriptìo : ut ante. Questa è la letera introclusa : pula quella illustrissima Signoria per vigor de la tregua che ha con quella; et hessendo gionto qua et informatomi da li oficiali di Valcamonica per dove intendo de passar, et inleso che vostra signoria è il principal, mi ha parso farla advisata con questa mia de nostra venula. Oltra quello che a boca le farà anche intender da mia parie el presente conte Ale-xandro, aciò che come advertita la possi subito ordinar et proveder a quello che bisogna, maxime de vicluarie per lo viver di questa gente per nostri danari, certificando vostra signoria che l’animo et inleulion nostra è, el cussi sarano anche li diedi, de far che li dilli fanti se deporlerano de sorle che non solamente non sarà facto torlo ad anima vivente, ma salisfato talmente che cadauno reslarà con-lenlo de noi el con guadagno, sicome si è faclo in questi do dì passati che siamo gionli nel paese di la prefata Illustrissima Signoria, in li quali havemo facto tal bono Ira lamento a tutti li paesani, che ad alcuno non è rimasta jusla causa de dolcrse de nostra passata. Et cussi si farà anche de qui avanti, si per observation de la comission de la prefala Maestà Cesarea, come anche per parerme de convenir a la tregua dila. Però prego vostra signoria che corinspondenlemenle lei dal canto suo voglia proveder che siamo riceputi, el tratali come amici, dandone per nostri danari li nostri subvegni, el fra 3u • li altri del pane abondevolmenle; nel che oltra che farà quello che è conveniente et debito, io lo riceverò ad obligalion. Et a lei mi aricomando. I)a Edolo a li 16 Fevrer 1525. Subscriptìo : ZORZI DE FRANZPERG capitanio zeneral del contado de Tirol. A tergo: Al magnifico capitanio di Valchamo-niea de la Illustrissima Signoria di Veniecia. Di Brexa, pur dii dito provedador Fexaro, di 18, ìwre .... Manda do avisi, qual è questi. Et prima una letera dii capitanio di Valchamonica : Magnifico capitanio etc. Essendome stalo comandato da l’imperator mio signore de dover condur questa banda di fanti lan-zinech nel Stato de Milano, et ordinalome Sua Maestà, fra le altre cose, che per tulte le terre, lochi et paesi di la illustrissima Signoria di Yenecia per dove mi acadesse passar con le dite fanlarie, dovesse deportarmi, con tutta quesla gente, come in terre et paesi de boni amici de Sua Maestà, come lene el re- Clarissimi domini de. In quesla hora è venuto da nui el sindico di quesla valle et etiam missier Bitino di Damioli, quali mi dicono esser agionti uno grison el uno lodesco in una hostaria qui a Breno, quali diseno che in quesla sera è per agionger el duca di Bari a Edulo, | terra di quesla valle lontan di questa terra per mi-