183 UDXXf, NOVEMBRE. 184 cordo tra loro falò, et Crema liavcano donalo al signor Prospero Colona. Il che tutto dice haver inteso da queste gente spagnole che lui scontrò, con le qual cl vene insieme per zercha miglia tre. De li ditti rectori et Provedador generai, di 26, hore 7. Come era zonto de lì, al tardi, il signor Marco Antonio Colona per deliberation fata in Pa-lazuol per monsignor di Lutrech et il clarissimo C.rìti per transferirsi a la Signoria nostra, et monsignor de Lescu va al re Christianissimo, et il clarissimo Griti torna a Crema per proveder a Lodi et quelle bande; tamen hanno che ’I si aviava a Marti-nengo monsignor di Lutrech con lo gente francese a la volta de Ponte Vigo per passar a Cremona ; el qual, per quanto scrive un deputado brexan, el Griti li hnvea promesso in credenza cassoni 20 di pan el bote 20 di vin a dillo Lutrech. Scrivo aver esso Provedador falò visitar dito signor Marco Antonio per 127* il suo secrelario, et faloli le oferle generai. Disse li bisognava uno cavallaro et 5 cavalli, et cussi li è sta provisto. Parte da malina per tempo, e zonto cl sii a Verona per 1’ Adese voi venir a Venecia. Scrive haver fato ordinar cassoni 4 di pan in quella cita, et a Chiari fornir il resto. Per fornir lo esercito olirà el deputado, scrive esser zonto de lì el Megaduca, et Pelratino capi di slratioti da 120. Dovca lui Provedador farli la mostra el aviarli immediate in Crema ; ma in camino ha lassati molti cavalli che hanno patido nel vìazo per mar, e li voi aviar questi a Crema per non tardarli, et scriver a quello rector li fazi lui la mostra. 128 Esemplimi interarmi illusiris Marchionis Mnntuce ad illustrissimam matrem Mar-chionissam Man tute. Illustrissima et excellenlissima signora mia maire observantissima. Marti, che fu li li* dii presente mese di Novembre, la malina circa le 15 hore, si levassimo con tutte le gente d’arme da Marignant). Le fantarie spagnole cum il signor marchese di Pcschara e li lanzinechi si partireno da Chiaravaie, ove erano alogiati et in alcune altre ville vicine, et li svizari da Triultio, cl tulli se aviorno verso Milano. Li lanzinechi erano antiguardia, li spagnoli bataglia, et li svizari retroguardia. El cussi fato Ire squadroni de fantarie, an-dasemo per presentarsi a li borgi de Milano, et drie-to loro le gente d’arme cum l’ordine suo, drieto li cariaggi, et li fanti italiani a la guardia de essi cinque pezi de artegliaria cum li fanti primi, el l’altra inaliti le gente d’arme. Andando tutta via a la volta de Milano, vene messi a dire che se le gente nostre se aproxìmaveno a li borgi, che la terra pigliarla l’arme in mano in favore nostro. Inteso questo, li reverendissimi cardinali Medici et Syon, il signor marchese di Peschara et io deliberassimo di tentare la fortuna dando a ciascuno de li balaglioni de le tre natìone, lodescbi, spagnoli et svizari, la impresa di combater uno borgo per uno cum cinque pczi de artigliarla; et la cura di condurla sì dele al marchese Guielmo Malaspina, mio magistro di campo. Parse ancor bene che ’I signor Prospero Colona vi andasse per entrarvi persona di auctorità et rispello, et che fusse obedito. Tulio el giorno pioveva, et le strade pessime et di fango grandissime cl de molle aqttc, che era necessario passare a guazo, di modo che li fanti non posseano caminarc, et la sera sopragion-geva cl era bisogno che ’I campo alogiasse a la campagna o che pigliasene li borgi per alogiare ; il che più presto si pensava di alogiare che quella sera dare asalto. Nondimeno, per essere venuto uno cavallo leziero al marchese di Peschara, che disse lui esser ritrovato a dare la cazia ad alcuni fanti che brusavano le case fora dii borgo Ticinense, el ca-ziarli sino dentro li repari, quali non erano alti a la Centura d’ un homo, li fanti preseno animo, et il si- 128* gnor Prospero et il signor Marchese exorlorono li fanti ad andare a tentare la fortuna, che la vitoria indubitatamente saria la nostra; et il marchese Guielmo si solicitava ad andare inaliti, che l’era necessario, et conducea gagliardamente li 5 pezi de artiglia -ria. El il marchese di Pescara disse che andassero inanli che l’era bisogno guadagnarsi li borgi per a-logiare, che altro alogiamento non haveano a trovare quella note, et cominciò a galopar inanli con CO schiopetieri, che li correvano drieto, el lanzchenech verso porla Romana. Et subito gionto a li repari, co-minciorno a combalere cum li fanti che vi erano de veniliani, quali si defendevano ; et questo fu circa le 23 hore. Un altra parte de’ spagnoli et lanzche-necli andorono al borgo di porta Ticinese, cum li quali si rilrovorono il signor Prospero et il marchese Guielmo, el alcuni ne furono morti. La voce andò dentro et si dete una grossa alarme, di modo che tutte le genie d’arme de’ venitiani, che erano circha 400 homeni d’arme alogiati in quel borgo, si armorno. La nova passò a Lulrech che andava a spaso suso una muleta per Milan; ma lui non la vo-lea credere. Spagnoli, che udirono lanto gran strepito, dubitando che tulio el campo francese non ussisse, se relirorno da li repari, perehè anche havea-