173 MDXXf, NOVEMBRE. 174 fradello monsignor di Leseti manderia in Pranza dal He per inanimarlo a questa impresa di qua, e che li castelli di Milan e Cremona si legniria. Sperava di Como, e voria eiiam si lenisse Lodi, perchè i nimici non potrano ussir, perchè sguizari vorano 2 page eie. Item, voi mandar il signor Marco Antonio Co-Iona a la Signoria nostra per richieder dilli danari eie. per pagar le zenle francese. F. nota. È mexi 15 non hanno auto il suo quarliron, et vien con lui uno altro chiamalo il haron di Lcze, di nation napolitano foraussilo, qual starà oralor a la Signoria nostra in loco di quello morite eie. Item, li richiese certe vi-luarie; et cussi scrisse a Brexa li mandasse 20 cassoni di pan el 20 boto di vino, qual sarà bastante lino passino sul cremonese. Scrive, dillo signor Marco Antonio è partido per qui; qual vien perchè ’1 voria esser etiam Governador nostro. Scrive, è zonlo Hironimo Alberti secretano suo, qual fu prexon del marchese di Manloa. Dice brusù subito letere, registri et zifre; et come Alvise Marin secretano era eiiam preson di dillo Marchexe, et li cariazi dii Griti erano in man dii prefato marchese di Man-toa eie. Nolo. Se intese, per più avisi, da Crema e di Man-toa, come haveano in Milan cridalo : Duca, e quello Stalo sarà dii duca di Bari a chi aparlien ; et in suo locho resta al governo domino Hironimo Moron dolor, era foraussilo et alias podestà di Brexa per nome dii re Christianissimo. Da poi disnar, fo Pregadi, et vene altre letere dii Griti, di 24, da Martinengo. Come andava in Crema. Di Crema, di sier Andrea Foscolo podestà et capitanio, di 24, hore... Come era zonlo de lì Zuan Paulo Manl'ron condutier nostro, con la sua compagnia, era in Lodi, el si era parlilo, perchè intendeva li ponlificii venivano a quella volta; qual a-pena ussilo di la cilà, che la cita gridò : «c Duca, Duca ì> eie. Dii dito Zuan Paulo Manfron condutier 'nostro, da Lodi, fo leto um letera scrive a la Signoria. Come, inteso suo fiol Julio, condutier nostro, non si ritrovava, mandò una letera al signor Prospero Colona suo amico per il suo trombela, pregandolo el volesse averlo racomandalo et fusse suo preson. 11 qual signor Prospero li scrisse in risposta, et manda ditta letera, qual è di questo lenor. Come l’avia fato zercar per tutto ditto suo fiol e non si trovava; credeva come e’ fusse scapolato. F.I scrive che l’è sta sempre bon servilor di questa Signoria, la qual sola era restala al ben de Italia, el che fina mo’ l’à auto per scusala perchè ajulava francesi per li capitoli erano insieme; ma che bora ch’è aquislà Milan, la non voghi più esser con Pranza el voler esser bona italiana ; con altre parole come in la dila letera si conlien. Di Brexa, di rectori et provedador generai Pexaro, di 24, hore 7. Come era zonlo de lì monsignor Marco Antonio Colona, qual, per deliberai ioti fata a Palazuol tra lo illustrissimo Lutrech el claris-simo Griti, vien a la Signoria nostra, el era zonlo lardi. Et monsignor di Leseu va in Pranza al re Christianissimo, et esso provedador Griti va a Crema per proveder a Lodi, perchè par voghi mantenerlo; el esso Lutrech anderia con le zenle francese a la volta di Ponte Vigo per passar a Cremona. Il qual provedador Griti era avialo a la volta di Martinengo, el ha promesso servir in credenza ditti francesi ili cassoni 20 di pan e bolo 20 di vili. Scrivono, aver mandalo a visitar ditto signor Marco Antonio Colonna, qual partiva la malina per Verona, el de lì voi andar a Venecia per l’Adexc. Scrivono, esser giolito de lì Megaduca capilanio di stralioti, mandato in campo con li stralioti, et dice haver lassà molli cavalli di la compagnia in camin, et aldito doveano lì a Brexa far la mostra; ma per pressa l’hanno mandato a Crema, dove zonlo, de li si farà la monstra di ditti stralioti. lielatione fata a dì 21, in Brexa. Bernardin 122 da Crema reforisse, come Venerdì, a dì 22, a hore zerca 22, l’arivò in Milano, dove ritrovò tutte le cose quiete et il campo pontificio et cesareo esser allo-gialo lutto, sì gente d’arme, corno fantarie spagnole, italiane et sguizari; et che l’intese cri che doveano levar ozi el venir a ritrovar li francesi, dove erano, per ultimarla con loro. Et che ctiam di lì in Milano fino Venerdì da sera se dicea che doveano esser a parlamento monsignor di Lutrech illustrissimo et durissimo Grili a Bergamo, dicendo insuper, che le artellarie, monilion et barche sopra i cari dii predilo exercilo si ritrovavano in uno borgo solo Milaiio dillo il Monforte ; le qual erano preparale per aviar dove si ritrovavano dilli francesi, quali aveano esser de verso Bergamo ; el che voleano butar uno ponte a Cassano per passar de qui. Dicendo, interogado del successo de l’iritrada de’ ponlificii el cesarei in Milano, altro non aver inteso se non che erano intrudi per tre, over qualro loci ne la terra; ma che dove erano li noslri forno gagliardamente rebaluli; dove veramente erano li francesi inlrorno in gran nume* ro, et la loro strada fu per la porla Romana, porta Vercelina et porla Senese (Ticinese) et che inlror-