191 MDXXI, DICEMBRE. 192 deliberalo andar, el cussi parliva la malina Questo Consejo di X slele fino liore 3 di noie, el nulla disseno, nè scrisscno in alcun loco, ma fono sopra la risposta de’ esser fala al signor Marco Antonio Colona a le proposition fate, Item, su maleria di danari; el tamen non fo fato alcuna cosa. A dì 30, fo sanlo Andrea, Sabado. La malina, in Colcgio, fo aldito li oratori di Muia, et uno di loro fe’ una oralion latina, alegrandosi la crealion dii Dose ; poi richiescno alcune cosse. Noto. Se inlcse esser gionto in caxa dii Legato uno nonlio vien da Milan per nome dii Cardinal di Medici, qual par si voy far duca di Milan, et è in Milan; el qual ozi dia consultar con dillo Legalo e orator cesareo et insieme venir a la Signoria a dolersi si dà recapito a’ francesi; con altre parole, qual ditte, scriverò. Item, è zonto in questa terra il signor Pompeo Triulzi. Da poi disnar, fo Gran Consejo a requisilion di Cai di XL che ozi compie; e domali, eli’è Dome-nega, si farà Pregadi. Fu fato Podestà a Brexa sier Piero da cha’ da Pcxaro, fo Cao dii Consejo di X, qu. sier Nicolò. Ila-xon nuove non pnssoe sier Zacaria di Prioli fo pro-vedador di commi, qu. sier Alvise, vene a tante di sì quante di no. Di Pregadi rimase sier Vicenzo Trun, fo rclor e provedador a Cataro per danari, qu. sier Priamo, da sier Jacomo Corner, fu a Udcne, di sier Zorzi provedador, qual è benissimo tolto per esser richo. lo fui in la Quarantia in elelione. Mi tocliò seiimo, non avi voxe, clic il Conscio desiderava l'usse nominalo di Pregadi per farmi remanir; ma la fortuna mi è contraria. Di Brexa, vene letere di reofori et provedador generai Pcxaro, di 28, horc 4. Come, in exe-cution di mandati di la Signoria nostra liaveano falò venir in la terra e mandali in castello la moier di Bortolo di Villa Chiara* con i minici, e una sorela donzda e uno fratello di anni 14, et qucli marniera-no cautamente a la volta di Verona in questa terra, e il conte Vetor suo padre con altri gambareschi fati venir via di Brexa in questa terra, per esser di fazion gibelina. Item, vidi lelere parlicular. Come si parliva de lì sier Ilironimo Badoer camerlengo con soa moglie, et robe, licet il cambio non fusse zonto. jEtiam sier Ilironimo Gradenigo, l’altro camerlengo, mandava le sue robe via; il die ha dato molto che dir a quelli riladini, dubitando che tal molion non sia perchè paliriano guerre eie. Di Cremona, al tardi, vene le fere dii Grifi provedador generai, tre letere, di 24 et..., fiore 3 di note. Scrive il suo zonzer de lì el coloquii auli con monsignor di Lutrecli, qual, visto che ’I signor Federigo di Bozolo era parlilo di Parma con 2000 fanti et 120 lanze e veniva a Cremona, et lui si ritrovava haver lanze ... et fanti 1200 di quelli di monsignor di San Valier, et 800 schiopetieri, et altri di la Signoria nostra che vene con lui in Cremona quando inlroe, perché voleva fornir Cremona di fanlarie e altre zentc d’arme et lui con lanze .. . venir ad alozar sul brexan. La qual cossa esso Orili havendo inleso le letere scritoli col Senato, lo disua-se, dicendo saria meglio venir sul ferarese e star a veder quello farano i nimici; che sguizari, per avisi hanno, non si vogliono partir di Milan sì non hanno 2 page, che monta assa’danaro per esser da IO milia e più, el sopra questo fo dillo molte parole. Tamen Lulrech disse saria andar a Ferara un aban-donar la impresa, et voi venir sul brexan eie., ut in litteris; sichè aspeta bordine di la Signoria nostra quello babbi a concluder. 1 nimici, per quello hanno, il marchese di Peschara era andato a la volta di Como con zelile spagnole per averlo, il marchese di Mantoa a Lodi, e lì dovea andar il signor Prospero et parte di le zente erano a Pizigaton per dar so-corso a Cremona, sentendo francesi erano andati per recuperarla ; ma inteso averla recuperala, non erano venuti più avanti. In Milan è restali li do Cardinali c lutti li sguizari. Dii mexe di Degembrio 1521. A dì primo, Domenega. Introno Cai di XL a la Bandia sier Lorenzo Pixani qu. sier Lunardo, sier Francesco Lombardo qu. sier Piero, el sier Helor Lorcdan qu. sier Nicolò. Cai dii Consejo di X: sier Balista Enzo, sier Antonio Juslinian el dotor el sier Lunardo Emo, lutti stali altre fiale. Fo dato audientia assa’, perchè non si observa più la parie di non dar audientia si non li zorni de-putadi; ma ogni matina il Colegio è pien. E fo aldito una diferentia tra frati di San Francesco Observanli et frali di San Nicolò da Treviso di I’ bordine di Predicatori, perochè ditti frali di San Francesco veleno far il suo monasterio et chiesia, qual era di fuora di Treviso chiamata Santa Maria di Jesù, in la terra vicino a’ ditti frali di San Dominico, over San Nicolò intitolato la chiesa, et par dii 1515, a dì 7 Zener, nel Consejo di Treviso li fosse concesso far il monasterio in la terra, et ebbeno certe caxe, ita