47 MDXXJ, OTTCDRE. 48 stava in un juslo quadralo, et la parie antcrior, a la qual i dui lati e posteriore corespondevano, era da 120 liomeui nel corno destro. Primi si facevano veder tutti li capitani, fra li quali vi era monsignor di Longavilla giovane di 14 anni primo lor capo, poi il Maestro di caxa regio Areos, et successive li altri svizari. Nel sinistro veramente, li schiopetieri ; nel rnezo del quadralo stavano tutti li svizari, custoditi e guardali cosi dinanli come di drielro da più schiere di alabardieri. Inanti a questa ordinanza procedevano li lamburini, ma alcuni che haveano corni mollo magiori che non sii un gran dente de elefante, et de minori auchor, con i quali facevano diversi suoni più presto spaventevoli che sonori, ma ben intesi da le dette genti et exequiti secondo le varietà, perchè con uno bassa vano le piche, con l’altro le erege-vano, et con tale si voltavano. Domenle che con tal ordine cussi bella genie procedeva, el io intento mi rendeva admirarle come unita ad un tempo si ino-vea, sopragionse il Christianissimo re sopra il mulo suo consueto con una capa atorno aeompagnalo da infinito numero di genlilhomeni che si fecero veder sopra li lor più belli corsieri ; quale avicinatosi per uno Irato di archo fece soprastar la compagnia, et smontalo, spogliato de la capa, fu da ognuno veduto in una bellissima et forsi mai più veduta così bella armatura a la liziera, che dii collo fino a li zenochi comprendeva et vestiva Sua Maestà. A quella parte de lo gambe che era coperta, stava non in guisa de 28' le altre armature, ma come se fusseno le calze proprie, tutta lavorala di splendente et radiante auro da li zenochi a li piedi. Poi se li vide nel destro la calza tutta biava, nel manco veramente divisala di quel colore a pavonazo. In testa portava una bareta di panno circumdala da penne paonaze; al lato destro il pugnai, et al mancho la spala. E tolta in mezo da la guardia sua pedestre de’ svizari, andò nel ben disposto ordine che continuamente se gli faceva propinquo. Al qual pervenuta, fu con grandissima demonstratione da quello receputa, et con un tuono sì horribile de infinita quantità de schiopi et altre sorte tormenti, che pareva Jove alhora con li giganti inforzar la pugna. Et di subito li fu consi-gnala una pica che si pose in spalla, et fra il ditto Longavila et primo capitano de lor svizari inseritosi, cominciò a procedere con sì numerosa compagnia, a la qual non più li circumslanti intendeva l’acuto veder, meno lei a sè stessa, ma Sua Majestà li occhi de ognuno in sè convertì, perchè non mortale uomo, nè. persona regia, ma esso divino Marte da le fortissime arme de Vulcano fabricate fu facil et presta- mente judicalo. Formatisi da poi, fecero quelle demo-strationi sono solili fare quando per un (rato di mano habino li inimici lontani, che fu, in uno instante tulli misero le piche con il ferro a terra, per quelle impetuosamente arrendo (sic) non altramente vibravano et spingevano inanti, che se veramente a l’ora havesscro avuto a conlliger; unde existimai il primo lor congresso in questa sorte esser dificillimo da sostenir el resistere, perchè tanto è l’impeto che vano, che basterebbero a ruinar un monte nonché homeni, continuando da poi in alcuni altri modi che nel combaler observano. Fra il qual spazio furono sbarate tutte le arlellarie, de le qual tacerò il strepilo che fu horribilissimo. Naque tanto fumo, che più non li 12 milia svizari si vedero, ma pur quelli che a noi troppo vicini erano di veduta mancorono. Il che acompagnato con il strepilo et rumore de tamburi, voce de gente, trinilo de cavalli, mi rapresen-tava una cosa oltremodo spaventevole. Prefata Maestà, falò questo, licentiandose da loro volse donarli 4000 armature, che furono promplamente acetate. Ritornando Sua Majestà ad Attigni el noi seguendola, svizari veramente in ordinanza presero el camino de l’alozamento. 11 re Christianissimo ozi è partito di Attigni e conferilose a Retei, de dove con tulli li svizari dimani si leverà lenendo il camino di San Quinto, e da poi a Tornai. Noi etiani dimane partiremo, e per via alquanto discosta di l’exercilo se-quiremo Sua Maestà andando pur a San Quinto. Stimarlo di letcre. di Brexa, di 19 29 Octubrio 1521, fiore 7. Come haveano auto aviso di Calcpio, da’ nostri exploratori, per letere di questa matina. Avisa la Signoria che li inimici non haveano potuto passar per esserli sta devedato per le genie francese e nostre, che erano su le ripe di Oio. Et uno de li ditti exploratori stalo in campo, dicono esser da 14 milia et 1000 cavali lizieri. Per letere di campo hora ricevute, si ha inimici esser passali di quà di Oio, e il campo nostro venirà a Manerbo questa note. Et ozi havemo mandà sopra le rive di Oio, a richiesta di monsignor de Pondermin, 50 balote de aspido, 6 barili di polvere grande et do da schiopeto, piombo et altre cose. ltem, hanno auto risposta di campo zercha quelle fantaric non pagale si intertenisse ancora per 4 giorni. Parano ogni experienlia de inlertenirli, se non tulle alrncn parie; et manda il sumario di le nove hanno.