277 MDXXI, DICEMBRE. 278 liomeni d’arme hispani. Et però ha scrito al alarissimo Griti acciò si possi far le oportune provision, et cussi scrive a la Signoria noslra, dicendo da lui non mancherà far ogni provision a lui possibile per conservalion di quella importantissima cità, et già ha mandalo per 500 fanti di le valle e dii territorio con ordine stiano preparali, che occorendo il bisogno di averne più numero, si possi servir di loro. Scrive, ha etiam ozi falò venir dentro domino Joan Paulo Manfron e posto ordine con lui che, acadendo, el vengi in la terra. Scrive sperar, facendo quelli di la terra, come i dimostrano voler far, il debito suo, in ogni caso si prevalerano, maxime havendo il favor et aiuto de li exercili. Scrive, quella cità è di grandissima importanlia; di la qual sedia tenirgran conto, perchè sè li inimici la occupasseno, se ne serviria di grande summa di danaro e altro. Dii dito, date a dì 21, fiore 3. Come eri scri-se i nimici haver fato la massa a Cassano; di che sleva sopra di sè, per haver, per molle vie, che i cegna-vano venir a tuor quella cilà di Bergamo, e forsi lo poteano far con qualche raxon, havendo mandato quelli di Crema a svalisar sopra quello de li inimici 50 homeni d’arme spagnoli, che si poi dir rota la ^87 guerra e la Irieva a un tratto; la qual se compra con tanti miara di ducali a l’anno per star in pace. Kt in questi zorni passati, per la compagnia dii Villa Chiara, come scrisse per le altre, fu fato molti presoni citadini e contadini, e il signor Prospero li ha falli lutti relaxar senza taglia; el ne era di quelli che si deva taglia ducati 700, et li scrisse letere molto amorevole, sicome mandò la copia a la Signoria noslra. Et in questi zorni passadi, per essi soldati dii signor Prospero, sopra quel di Crema, forno svalisati zercha 30 muli dii signor Janus, e ditto signor Prospero fece restituir ogni cosa, et il signor Janus li ha restituito il servicio. Al contrario, il clarissimo Griti ha scrito una letera mollo brava in mana-zar etc., non li residuando li cavali et preda; et andando li exerciti nostri in cremonese, come vanno, quel territorio di Crema potrà patir assai. Et dillo clarissimo Griti ha scrito a lui sier Zuan Vituri, haver sentito dispiacer di tal svalisamento, et che non era stà fato di ordine suo. Scrive, hozi, per uno suo fidalo et secreto amico, ha auto come il signor Prospero, marchese di Mantoa et marchexe di Pe-schara con tutte le gente d’arme e fanlarie se vo-leno redur sul cremonese el butar uno ponte sopra Po, e star aspelar la crealion dii novo Ponliiìce, perchè se fusse creato uno suo contrario, i possano tuor parlilo per salvation di lo esercito. Hanno 800 homeni dlarme e da zercha 12 milia fanti el più, et una bona banda de artellarie. A Milano hanno fato per le contrade, el etiam per tulio il monte di Brianza e altri lochi dii milanese fino a Lodi, la de-scription de li homeni da fati, che, acadendo, quelli di fuora mirino in Milano a la conservalion di quella cilà. E questo è segno clic questo cxercito se habino a lontanar di Milano, e mancho sono per luor impresa, ma star a veder la crealion dii Papa; che prega Idio fagi uno bono per la religione chrisliana et per il Stado nostro. Scrive haver auto letere dii governador di Lecho, ch’è per nome dii re Christia-nissimo, il qual lo avisa monsignor di Lescu esser relaxato, come per altre sue scrisse, et che l’era in Zurich,dove se tiene una dieta per la Christianissimn Majeslà. E dice che lutti li svizari sono alìcionali al servicio regio, e dicono voler venir a la recupera -tion dii Stado di Milano per il prelato Chrislianissi-mo re : benché di questo è di darli poca fede. A dì 24. Da matina, non fo alcuna letera da 188,; conto, solum se intese esser letere partieular in sier Lorenzo Loredan procurator, savio dii Consejo, qual è venuto fuor di caxa in Colegio, da Lion, di 4, di Bonvisi luehesi. Come de lì si aspelava a dì 12 dii mexe il re Christianissimo per apropinquarsi a’sguizari el a Italia; tamen erano letere di 9, da Fiorenza, da Lion, che nulla dicono di tal venuta. Da poi disnar, per esser la vizilia di Nadal, el Serenissimo nostro, licet vechio sia et compia questo mexe che vien anni 87, perochè ’1 naque 1433, a dì 17 Zener, a bore . . , tamen è gaìardo, vene in chiesia a la messa vestito di veludo cremexin con uno becho di veludo cremexin largo fodrà di dossi atorno il collo; vi vene li oratori Legato di la Sede Apostolicha epìscopo di Puola, l’orator cesareo domino Alfonso Sanzes, l’orator di Pranza che monsignor di Lulrech manchoe, qual è ilaliano chiamato el baron di Leze, nome . . ., et l’orator di Ferara domino Jacopo Tliebaldo. Non vi fu quel di Mantoa domino Zuan Batista di Malatesli, poi altri patricii del so’ XL1 da zercha numero .. ., e altri vechii fino al numero di 50 oltra li ordenarii, et fo compilo la messa a bona bora. El da poi il Dose con la Signoria e Savii si reduseno in Colegio aldir le teiere. Di Cremona, di sier Andrea Griti procurator, provedador zener al, di 23, fiore ... Come le zenle andono a Parma, erano levate di la impresa (1) La carta 187 * è bianca.