497 ^ udxxii, Como; sichè hora le cose in breve se stringerano, et aviserà del tutto. Di Brexa, di sier Hironimo da cita’ da Peccavo provedador zeneral di terra ferma, data a dì 25, hore 18. Come manda una lelera cbe la liga grisa ha scrito al dirissimo Grili, et etiam el dito Grili la mandoe a la Signoria, lleni, scrive aver da Crema il procieder inanzi de’ sguizari e il romper dii ponte haveano fato quelli de Lodi, et cbe tulle le genie hispane haveano abandonalo Ix>di con tu II a l’artellaria ; et il Gubernalor et Podestà francese di quella cilà inlendando queslo, sono andati a quella volta insieme con la compagnia di cavali lizieri del signor Janes; et per uno ritornalo da Lodi referisse dille nostre genie ^pser mirale in quella cità, et haverli visti passar Ada, el sentilo sonar campano. Copia di la ¡etera di Capitani di ¡a liga grisa scrita a li Provedadori nostri. Signori capitani. Havemo inteso la venula vostra con certa compagnia in Valcamonega, a nome di la Illustrissima Signoria di Veneria, per far provision a li passi de Avriga el Tonai ; et veramente quella fanlaria de lanzinech passata per Avriga, è passala improviso de li excellenlissimi nostri signori el oficiali de le tre lige ; sichè per questo non lolete si non per bene. Ancora vi avisemo che siamo qui mandali per li excellenlissimi nostri signori per tal effetto iusieme con li signori officiali de Vallolina, che non lassemo passar niun homo di guerra sia de lo lmperador, ‘ sia del duca de Bari, sia de qual che si voglia per questa valle, nè per Avriga, come è la nostra opinion. Sichè per questo volemo pregar le signorie vostre, et anchora avisarve che vui signori capilanii doveli lenir il passo de Tonai sicuro; e si qualche cossa acadesse, aviseno, che ancora noi per il simile advisaremo le signorie vostre. Se un’ altra volta acadesse, per disgrada, che ’I passasse genie, qual cosa non credemo perchè havemo messo bon orde-ne, avisaremo subilo senza dubio, perchè la parie nostra è la impresa conira el duca de Bari ancora de lanzinech. Sichè per questo vi pregamo dati bona risposta per il lator presente ; sichè vicinemo ben 1’ uno con l’altro. Urani, die Sabati 22 Februarii, hore se-cunda noctis 1522. I Viarii di M. Sanuto. — Tom. XXXII. 498 Subscriplio: Joannesde Ageo Tyraniprcetor potestas, Buzer de Jamedon et Tìixo Beroff de Damet commissarii. Item, manda una ¡etera auta da sier Zuan Vituri podestà et vicecapitanio di Bergamo, di 21. Qual li scrive averli scrito come sguizari si erano inlerlenuli el haveano messo difficullà, dicendo non essergli aleso quanto gli era promesso; il che podeva esser vero per esser di loro costume sempre di mover garbuglii, tamen hora se intende che i prociedeno, et questa sera doveano gionger a Galerà, lonlan de Milan cercha mia 20, et loci cir-cumvicini. El per uno explorador, liozi liavia inteso come el signor Prospero et marchese di Pescara beri sera erano a Gorgonzola, et le sue gente erano in dillo loco uniti, et se dicea che liogi i doveauo levarsi et andar a la volla dii Ponte di la Tresa per incontrar el obviar, se i porano, lo transito a essi sguizari. Quali hispani hanno da zerclia 1000 laoze, cavali lizieri 1000, et da cercha 14 milia fanti, computali li lanzinech, quali a li dì passati calornojet liozi sono levali li fanti, cbe erano a lo asedio di Trezo; etiam quelli che erano a Ulcina el Rrenio, quali lenevano slrelo Leclio eie. A dì 27. Zuoba di la caza. La matina, piovele 32G ' alquanto. Da Constantinopoli, fo ¡etere di sier Marco Minio orator nostro, numero ..., zoè di. . fin 29 Dezembrio. Scrive quelle occorentie et trata-menli fati con li signori bassà per la condusion di capitoli, qual tandem non senza gran falicha erano slà conclusi el soloscrili per il Signor, zoè li vechii come era con il padre, o do capitoli novi, videlicet che ocorendo si Irovi in mar corsari turchi, facendo balaia, chi fosse morii sia loro danno, et li presi siano mandali a la Porla per far di loro juslilia. Item, che se navilii o altri legni turchese!», o de’ veniliani Iroverano navilii o legni di armala, et che loro fosseno di merchadantia, debano calar, et non calando si possano prender; con altre parole, ut in Utteris. Item, dii danno di le fusle è rimasti, die la nave Mosla, che fu presa e conduta di Alexandria, sia soa e vadi per il danno, perchè la paxe non era conclusa quando fu presa dita nave; la qual perù ancora non era zonla li a Conslanlinopoli, ben si Im era parlila di Alexandria: si dubita non sia perita iu mar. Scrive, era slà vestito dal Gran Signor,dal qual (1) La carta 3td è bianca, 32 FEBBRAIO.