451 M0XXII, FPBRR.MO. 452 mexc passato li danari a’ violi milia sguizari a nomo dii re Chrislianissimo; ma che erano laute neve che fin fiora non hàveano potuto venir; ma leniva fin doi zorni poriano calar a Belenzona, però li avisava tal nova, et lui andava a Cremona da lo illustrissimo Lutrech. Scrive come spagnoli erano tutti venuti a Pavia, et li fevano la massa; la copia di la qual letera sarà nolada di solo in le lelere di Broxa. Di Verona, ài sier Bernardo Martello podestà e sier Francesco da cha’ da Bexaro capitanti, di 11. Con alcuni raporli di sopra zcrcha lanzinech et fanlarie si fa di sora Trento, et ohe ’I duca di Bari era pur a Trento, et che ’1 capitanio Castel Allo era andato a Maran a far fanti; con altri avisi, ut in litteris. Sumario di ¡etere di sier Lorenzo Orio dotor et cavalier, orator nostro in Hong aria, date a Buda, a dì 23 Zener 1521. Scrive et solicita sia fato orator in loco suo acciò possi repatriar, et si duol la Signoria nostra non habbi mandato qualche presenle a quella Serenissima Regina. Etdize, poi finite le feste di la incorona-tion, si ha dato principio ad altro, zoè a provedere questo regno, perochè li inimici, quali a Belgrado et a quelli confini se atrovano, fanno qualche movimento ; et per questo, olirà le gente sono a quelle parte, han deliberà questa Maestà et signori lar, per hora, fanti 6000 et mandarli verso Surin et conlini circumcircha, acciò che cum queste giazie, che sono grandissimo, non palisseno qualche danno. Se à dato principio a seuoder le imposto, angario, et cussi parimente se procederà a quelli prescidii sarano opor-tuni, justa le forze de questo regno. De li successi ne darò di tempo in tempo particular aviso fin sarò de qui, e desidero altri fazi simile ofilio, et io più volenliera essendo a la patria aldiria tal avisi che significarli di qui ad altri. Li boemi non restano far nova instantia per novi oratori, che a questi zorni sono zonti, che questo Serenissimo Ite vada a coronar la Serenissima Regina di diio Regno, el promette cose grande a Sua Maestà, maxime di ritornar subito con lei con persone 50 milia. Ungavi non la voleno sentir. Il Re non è ancor risolto; non se sa quello seguirà. Idio prometti siogui il meglio! Luni, che fo a dì 20, essendo la Maestà dii Re et Regina, tutti li signori et io insieme a pranso, zonse la nova do la elelion del Ponfifice. Ne fu falò gaudio por il Serenissimo Rè, magnifico Andrea dal Borgo oralor cesareo et illustrissimo marchese di Brandiburg, perochè dicevano esser per la parte de lo Impera -dor et esser stato preceplor di sno padre et dì Sua Maestà. Hongari ne restorno confusi, perché desideravano el Grimani. lo non feci dimostration alcuna por ogni rispetto. Idio voglii sia clecto in bona fortuna por la christiana republical Mi hanno dimandalo et dimandano tulli di lai successo. Li convengo dir non ha ver lotore, come è il vero; parte non lo erode, et parte fa diversi conienti tulli in vergogna nostra. Io non posso più, poi che la Signorìa nostra non voleno senza spesa scriver por honor suo a li oratori soi ; pur non manco coprir ogni disordine al meglio posso. Questo fa admirar tutti, che di la morte dii 296* Papa scrivesseno el di la olection dii successor non, essendo maxime venuti do corieri veniliani qui con lelere de altrui et non di la Signoria nostra. Letere di 21 dito. Dize, da poi scripte, questo Serenissimo Re ha deliberato satisfar a li signori boemi et andar a incoronar la Serenissima Regina de dillo regno el a componer le diferentie sono fra loro baroni, nobeli et citadini; et questo è slato con-sojo di necesità, perchè loro boemi haveano afirmalo che aliter niuno di loro veniriano a la futura expe-dition nè con danari, nò senza, ma andando la Maestà Sua de lì, offerivano ritornar questa Pasqua cum lei et con persone 50 milia a tutte sue spexe, perochè in tal caso voleano contribuir per tal impresa la mìlà di tulle le inlrade come fanno hongari ; de modo ch’è slato forzo acceptar il parlilo el satisfarli. Il che Sua Maestà me lo à fato intender admo-nendomi a sequitarla, et cussi convenir« far cum grandissimo interesse el spesa ; dii che ne scrivo a la Illustrissima Signoria se degni provedermi, aziò consumando la vita mia in tante fatiche, non consumi dii lutto le tenue facullà insieme eie. Letere di 27 dito. Solecita il far in suo loco, aziò al suo ritorno di Boemia el posi trovar el suo sucessor et lui venir a repatriar. Queste letere si bave a di 12 Fevrer, portale per Zuan Gobo corier, venuto per via da marina. A dì 13. La malina, veneno in Colegio li ora- 297 tori brexiani numero 6, mollo ben in hordino. Prima vene in Colegio reduli de suso per darli audien-lia più ampia, el Legalo domino Allobello di Ave* roldi episcopo di Puola brexano, el domino Paulo Zane episcopo di Brexa, eh’ è in questa tera, ì quali do sentono, aprosso il Serenissimo. El poi aspetali assai con la sala piena di persone, tandem veneno essi oratori, prima zercha 30 ciladini vestili tutti con sagioni di veludo negro, di lovi et di martori, e di