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MDXXI, OTTOBRE.
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  domi altro, quanto posso a le magnificentie vostre me ricomando.
    In Hostiano, XXVII Octubris 1521.
come fratello Prospero'Colonna.
     Di Amplio, di sier Zusto Guoro proveditor, di 26, drisate a li rectori et provedador Pe-xaro di Drcxa. Come a dì 24 scrisse quanto l’ha-vea zerca l’ordine zonlo in Trento di la Maestà Cesarea dì far fanti 15 mìlia dìi contado de Tìrol, e che fin ora Soa Maestà non havìa consentìdo fusse Irato pur un solo fante di ditto contado et quelli contorni. Avisa, in quella hora aver, per fede degna, saputo come in ditto contado è sta fata la scrition e tolto in nota con ordine secretìssimo alcuno habia a partirsi, nè apena usìr dì casa salvo quanto li sarà co-messo, nè sì habìa armar salvo meter il pan nel carniere e la pìcha in spala e camìnar; sìchè questo aviso è consonante a quanto avisò per le altre, però
  lo	sìgnìficha.
     Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonla, et prima feno li Cai dìi mexe dì Novembrio: sier Ma-rin Corner e sier Andrea Mudazo stati altre fiale, et nuovo sier Nicolò Veuìer, fo Consier, qu. sier lliro-nimo. Nola. Fò fati a dì 31.
     Fu preso che sier Donado Corner qu. sier Alvise, rimase Podestà a Ixola, et non ha la età, voi imprestar ducati 100 a la Signoria per uno anno da esserli restituiti. . ., che 1’ habì la pruova et possi andar al suo rezimento.
      Fu posto la grafia dì sier Piero Lion qu. sier Alvise, fo Soracomilo in loco dii fratello morite, qual voi tornar Soracomilo et prestar a la Signoria ducali 200 con ublìgatìon dì scontarli, sicome in la grafia si conlien. Et non fu presa.
1 1521 a dì 28 Octubrio, hore 19, in Brexa.
 Relatione dii trombeta sfato nel campo dii Papa dal Cardinal Medici et signor Prospero
     Colonna.
     Zuan Antonio trombela depulado al magnifico podestà dì Brexa et magnifica comunità, mandalo da lì clarissimi reclori et Proveditor zeneral di terra ferma con lelere drizale al reverendissimo Cardinal Medici el signor Prospero Colona per il caso seguito a Oltolengo del sacho et depredalion fata per lì yspanì et altre gente de lo esercito pontificio, et per la relation de li beni asportati, pregioni facli
et animali menali via di quello loco, referisse: primo come eri malina, de comandamento ut supra, el si conferite el gionse zercha hora di terza manzi il reverendissimo Cardinal Medici, parlilo tamen di qui il giorno precedente, dicendo che gionlo a la presenlìa di sua signoria, qual si ritrovava al suo alogiamento in Hosliano con tulio lo exercito, fece le debite reverenlie et gli presenlò le lelere di prefati clarissimi rectori el Provedador zeneral. Le qual lete, gli dimandò se l’havìa de exponer cosa alcuna ultra le ditte lelere; et per luì risposto in consonante dì le letere, el aducendoli la crudeltà usala per le sue genie nel sacho di Oltolengo falò contra la bona amicilia era Ira la Beatitudine Pontificia et Cesarea Maestà con la Illustrissima Signoria nostra, dimostrò sua signorìa reverendissima che de ciò ne havea havuto summo dispiacer, et che non era seguito tal disordine di saputa nè consentimento suo, dicendo che non era per manchar in cosa alcuna, sì dì far restituir, come relasar prigioni et cose aspor-lade. Il che inteso per esso relalor, disse a sua signoria che havea ad apresentare letere al signor Prospero Colona, et cussi andò a portarle al suo alozamenlo. Le qual lede, sua signoria fece gran de-nionslration di haver havuto a male lai cosa, et comandando fusse resliluìdo il tutto, se ne vene a l’albergo del reverendissimo Cardinal, con li qual dui de novo esso Irombeta expose lo eflecto per ¡1 qual era venuto, ét li forno fati et posto ordini che ogni cosa fusse lìberamente relaxala, dicendo che volc-seno lì homeni cerchar per tulio il campo, et co-gnoscendo esser suo ge lo faria render. El che seguito, il reverendissimo Cardinal andò a disnar, et esso Irombeta restò con il signor Prospero, el qual de novo replicò la desplicentia receputa di tal caso, dicendo che era veramente amico di questo Dominio, el sogiongendo che era italiano e non poteva veder simel cose. El poi, disnato che ave il reverendissimo Cardinal, perchè il signor Prospero disna et manza a bon hora, forno insieme tulle doe sue signorie, le qual poi disseno a esso trombeta che voriano mandar uno de qui a questi signori. El per lui dilofi che lo mandasseno securamenle in sua compagnia, che non haria impedimento alguno, fi disseno che voriano uno salvocondulo. Et inteso il il tulio, non accadendo, nè parendoli più di star de lì, tolse licenlia da le signorie sue, le qual li comes-seno dovesse salutar in nome suo et rìcomandarll a questi signori, sugiungendo esso exponente che in loro presenlìa forno lassali liberi certi homenì che erano presoni, et se haveano obligali per scritto de