361 UDXXII, GENNAIO. merino, el che tulhora facevo insistere per la roclia et cita di Senogaglia, il elio ancho è successo cum l’adjuto de Dioa voto mio,imperochè lieri, primo dii presente (sic), fu consigliato in le mane di l'homo mio liberamente la cita et la roclia, et ue fu presa la posessione cum universa! contento el letitia de tutti quelli mei eitadini. Ilavendo differita questa già scri-tovi al secundo del presente mese sino in questo giorno por dargli nova de li successi de Peroseia, vi dico come ditto di, primo di Genaro, arivando io qui a Civitella de Arno, propinquo quatro miglia a quella cita, trovai il signor Alexandro Vitello era uscito di Peroseia cum bon numero di cavalli et corso nel gionger mio qui sino a le mure dii castello. Cussi dato allarme, gli inviai drieto certi mei pocbi cavalli cum spalle de alcuni pochi fanti, secondo di mano in ninno giongevano. Cussi li mei cavalli tanto arditamente li andorno a rincontrare, che non solo fece li inimici retirare drenlo di Peroseia, ma guadagnor-no il ponte di Val de Ceppi ; et se le compagnie de’ cavalli tutte fusseno state apresso me, come li havevo mandale in altro servitio, por quella sera il prefalo signor Alexandro non ritornava in Peroseia. Il se-(piente giorno poi sollicitai tutte le gente si de lo exercito mio, come dii signor Cantillo Orsino et de tulli li altri amici convicini, li quali lutti locai secondo mi parse in proposito; et lo medemo giorno usci di Peroseia el vene a me et al signor Malatesla un eomissario del Colegio et quatro eitadini, mandati da quella comunità, per praticare lo acordo. Final-238* niente, di poi molte cavillatione preposte dal diclo eomissario fora di ogni proposito de lo accordo, il signor Malatesla li remandò cum certi capitoli, secundo da me fu persuaso. La summa de li quali era che havesse a reinlrarepacifice et quiete senza nocumento di persona alcuna, pacificarle cum il signor Gentile suo zio, et hirte inde cautelarsi de vivere pacifico et quiete come se conveniva a boni zio et nepoti et la conjunetione dii sangue ricercava; dare sicurtà di essere bono el fidel figliolo di Santa Ecclesia insieme cum il fratello et soi, el clic seguendo lo accordo, dovesse reintrare cum quello numero de gente che a quelli comissarii et comunità piaceria, et che, per sgraveza de la cita el contado, tutte le gente che fossero si dentro, come fora di Peroseia; et cum il subsidio però di victuarie, fra termine di (re giorni poi havessero sgombrato il territorio perusino. Per observanlia del che, hinc inde si dessero ostaggi, el per noi di fora in mano de la comunità, fra quali fu proposto et offerto il signor Pyrro de Gonzaga et il signor Ballhascra Signorelli da Peroseia, che havessino a stare fino che le gente partivano dal dillo territorio de Peroseia. Forno grati a li imbuseiatori questi capitoli el acceplali et aprobali per il subslituto de lo archiepiscopo Ursino colega dii dieto eomissario in tal comissione, dimostrando essi ambascialori clic la comunità desiderava la intrata de li prefati signori el la rciiilegratione tra loro el il signor Gentile suo zio cum pace el quiete secondo si proponeva. Pareva al medesimo inclinasse il eomissario, ma cum cavillatione; per le quale si comprendeva al certo Vitello, cum il sculo di Peroseia, per il dubbio che teneva cercava di dare asseto a le cose sue. Nel che tanto manclio se voleva intendere per noi, quanto lui niente haveva a fare ne le cose di Peroseia. Partirno così al tardo i imbascialori cum dieli 239 capitoli; nel qual tempo, per essere tardo, dentro de Peroseia non se podè fare altro. In di sequenli poi, loro atesero al lor consiglio per pratica dii tutto, et 10 me spinse a le mura di Peroseia per provedere 11 luoco dii mio alogiamento in defedo di lo acordo. Venero fora molti cavalli et cominciamo a scaramu-zare cum li nostri ; finalmente di lor cavalli ne forno guasti molti, el rebatuli ne la cità, et cum tal liereza et animo li mei andorno sino a le mura, sì quelli a piedi, come da cavallo, che questa nocle poi, a le duo hore, se sono aule lelerc, el in spetie di quella comunità, pregando che per la noctc non si facesse altro, excusandosi clic per il Consiglio, ne lo intendere il parer de molti, prima non si era possuto re-solvcrc; ma che in publico Consiglio si era concluso lo accordo, et che se li havesse a reintrare pacifico et quiete come sequiria il giorno sequente. Il che però essendo successo invano, perochó di dentro non s’intendeva ad altro che al fortificare el a noi dare parole, deliberassimo dare lo assalto la malina sequerite. Cosi la nocle, a le sepie hore, cum (ulte le gente andamo a le mura, et gagliardissimamente in l’alba dessemo Fasullo, in el quale ci fo facla bona resislcntia, peroché de drento vi erano 4000 fanti, 150 homeni d’arme et molli cavalli li-zieri. Era durato il eombatere meglio de sei bore, et tulhora se gl’insisteva. Terminalo in tulio consequi-re l’intrata, però sollicitai quatro pezi de falconcti, che me ritrovava, el intanto si guadagnorno li borgi per forza ; per il che feci metere l’arlellaria a la porla propria de la cità. Cussi batendo sopragionse la nocle, et fui necessitalo per quella abandonarc il balere el alogiarc le gente cum bone guardie ne li borgi già acquistali, cum animo a lo aprire del giorno insistere al guadagnare de la cità ; ma in quella