MDXXII, FEBBRAIO. 528 paterni, la liberalità de li principi, li cloni divini, et quelle cose che singulare et separate habiamo ha-vule da quelli, universe (enemo, per indulgentia de Vostra Sublimità? Qiiale adunque è tanta felicità de ingegno, qual tanta copia de dire, qual così divina et incredibile forma de oratione con la qual alcun potesse li universi benefìciì de Vostra Sublimità, non dico abrazare amplificando, ma raconlare numerando ? Benefìcio suo è che non torneino alchuna lyra-nicha libidine in le dono nostre, non avaritia in le facultate, non calumnia in la salute, non crudelità in el corpo; salva è in li judicii la justicia, in li templi la religione, in le cilade la concordia, in lo case nostre noi stessi. Questa justicia, Serenissimo Principe, questa clementia vostra fa che la gloria di questo Illustrissimo Stalo percorra tutte le milioni, penetri nel core de la Italia, reduca a sè alieni, confinili li soi. Ma Vostra Sublimità, non contenta de le come-morate laudi, a ciò che la materia de la devocione nostra sia magiore, abrucia tute le virtuti desyderate in li summi principi, prima de quali è la prudentia, dono de la natura vostra, in la quale è incredibile celerità de discorer, acutissimo judicio in elegere, divina solercia in provedere, fidelìssima memoria iu retenere. Questa admirabile ed excelenle natura vostra è stata disciplinata et quoilammodo elaborata da summa ex perieli tia; et se quella è magistra de la . vita humana, et se li homeni per quella aquistano prudentia, sicome è per anlicbo proverbio compro-bato, qual è, overo esser deve più prudente, e in quale po’ esser questa virtù magiore che in Vostra Exce-lentia, la quale da’ primi anni ha peragrate longinque regioni, practicali diversi paesi, varie milioni, diferenti costumi, dissimili lingue, diflicili casi, ineguale fortuna, exercitalo in tanti magistrati, expeditione, peregrinatione, mercature? A Vostra Sublimità sono noti tuli li mari, le insule, li porti, li promontorii, li golphi, le riviere; nè minore è la peritia de la Hepu-blica : quella tene le lege de la eità, li instituti, la jurisditione de li magistrali, le intrate, le spese del Stato, le resegne de li exercili et de le armale, el potere de le milioni, le forze de li He. Testimonii de la prudentia de Vostra Sublimità sono molti preclari judicii de questo Illustrissimo Senato, tanti magistrati, tanti continuati governi commessi a quella: testimonii sono le privale sue sapientissime actionì, le immense facultate et opulentissime divide con summa innocentia et lauda sua acquistale: lesti-monìi li amplissimi bonori de li figlioli el nepoli per opera paterna consequili. A questa singulare prudente è pare la summa clementia Vostra, la quale celeste virtù non come le altre è usurpala dal vulgo de li homeni et privata fortuna, ma sola da tute regole et comune a Dio, con li reclori del Stato pu-blico dispensa li benefìciì divini a la generatone humana, et concede a li principi potestà celeste, et quelli conservando la vita de li homeni, fa equali a li dei. Nè solamente ha facla la maiestà regale veneranda in terra, ma ancora adgiongie reverentia al cielo et conserva la religione, de la quale è stata auctore et inventrice; et dumniente che speratilo la Clementia Divina propitia a le Immane calamilate, habiamo eredi li templi et instiluiti li divini honori, a quella suplichamo, a quella facemo li voti e dri-zamo le prece nostre, et in quella trovatilo subsi-dio. Nè per altro conio li subiecli vostri rendeno tanta veneratione et obedienlia a Vostra Serenità quanta si conviene, se non con speranza de la dementa sua. Molto magnifice et excellenti sono le altre virtuti; ma non scio per qual modo grave et cresciute con propria et aliena molestia: sanclissima di tutte è la juslilia. Niente di meno, non manca chi quella dica esser inexorabile, terrifica, armata, sanguinosa. La fortitudine nata in pericoli, la pacientia nutrita in dolori et morte, la liberalità cresciuta con detrimento de li comodi proprii, la continentia austera contra sè stessa; ma la clementia sola, piena de laude senza graveza, senza molestia, non gloriosa de arme ma de pace, non di terore ma di speranza, non sanguinolenta ma salutifera, nata de tranquilità, nutrita de letilia, cresciuta de benefica, laudala de benignità. Per molte et excelenle qualità vostre, Serenissimo Principe, sete glorioso. Niente di meno la regai fortuna vostra non ha in sè alcuna cosa magiore quanto che potete; né la natura vostra ha cosa megliore, quanto che volete giovar a molti. Et 3 sicome il sole indefeso percorendo lo immenso ambito del cielo con la luce del splendore eterno illustra queste terre et ino’ quel’ altre, cosi Vostra Serenità difiunde la luce de la clementia sua a tutti li populi e non transmete alcun giorno senza utili-tale comune, tempera la asperilale de le leze, subleva li oppressi, subviene a li aflili, remele a li su-plici, conserva li boni; et poiché a lutti ha giovalo, non cessa de giovar a tutti, per il che nè più spesso, né più voluuliera quella ode apelatone alcuna quanto di Serenissimo, Sublime, et Exeelso, et Maximo et Excdlentissimo sono cognomi de l’altissima fortuna Vostra. Ma Serenissimo è cognome de la virtù et benignità de l’animo, lo quale non turbido, né nebuloso, ma sereno et tranquillo promette salute et pone magior gloria in la clementia che in la magni-