49 MDXXI, OTTÓBRE. 50 Copia di ima 1etera scrita a li rectori et Pro- vedador di lìrexa per sier Polo Contar ini e Jaeomo Vicoaro. Conio non haveano mancalo già zorni Ire di far tulle provision che si richiede a quelli passi, si in far romper tulli li ponti, come etiam in far menar via barche et posti a la volta di Ise, el lutto eri fono sopra Oio a l’incontro de Calepi, dove i nimici alo-giorono questa nolo. Et fu a parlamento parechi de li nostri compagni con lo capilanio Zucliaro, ol qual dimandava el passo dicendo voler passar amichevolmente por aver bona triegua con la Illustrissima Si-gnoaia nostra; et li Tu risposto clic loro non haveva-no comission di (largo passo nò de devedargelo; ma i adverlissano che li è uno capilanio francese cum assaissimo zenlo d’arme et fanti a la guarda di dicli passi, per modo che ’1 capilanio Zucaro se retirò di-gando : « Quando non ne voreli dar lo passo di bono amor nui so ’I pigleremo » et cum quesle parole se ne andò. Et nui scorendo per li porli el passi fino a bore 24, et se siamo retirali di qui in questa bora, e vederemo quello i farano. Data in campagna, in uno fonile apresso Cavriolo, a di 18 Oclubrio 1521. Item, scrivano essi rectori etprovedador cenerai Pcxaro. Come, per aviso di nostri esploratori, di ozi 19, hore23et 15, di quali uno di loro era stato nel campo di le gente alemane cum sguizari che sono a Calepi, et ha credulo che sono 12 milia fanti pagali el2 milia venturieri et 1000 cavalli lizieri; et come el conte Bartolomeo di Villa Chiara è in quei numero cerio, et che ogniuno fuziva cum le barche suso per el Iago de Ise. Et intendono clic il Cardinal ora alozalo a Tajano ; et corno hanno visto francesi sul brexano, che a capo dii ponte haveano arlellaria con uno reparo che baievano per quelli lochi dove erano todeschi, et descargavano spesso per deve-darli, nè lassarli far transito. In letere de li esploratori, di ozi, a hore 16, si ha come erano stali al ponte de Calepi, dove è slà lirado de qua el de là de archibusi, et da li francesi di falconeti. I nimici sono parie da Calepi in suso dredo Oio, et parte in quelle viiliete dal ponte in zoso, et non hanno fato provedimenlo alcuno de butar ponte per veduta loro. Li francesi, che erano alozali in Palazolo, sono andati ad alozar a Cavriolo et alcuni altri cavalli a Ponte Oio, el il Conlino con li eorvali è allozato in Palazolo. I Diarii di M. Sanuto. — Tom. XXXII. Sumarii venuti in teiere di Brexa, 30 di 19 Octubrio 1521. Como, in letere date in Pontevigo a dì 19 Oclubrio, boro 15, si ha inteso che aveano auto aviso per uno exploralor, come el campo del Pontefice havea fatto passar Ojo tulli li cariazi, et che le spianate si laccano a la via di Leno et di Oltolcngo, el a quel bora 15, li sacomani non erano andati fuora, et so sleva a veder se li pontilìcii se voleano levar; et come a dì 18, da sera, a ore 2 di nolo, vene letere di Pranza che il Re liavia recuperalo Muson. Dui Conte, capo de li cavalli eorvali, se intendeva, per sue letere di 18, da sera, che sguizari erano a Calepi et lochi circumvicini et si faceano preparatione do cavalieti el altre cosso necessarie per el passar; et che haveano ditto che passavano da amici, et se ora devedalo clic ogni cosa melte-riano a foco et fiama. Se dice esser fata una dieta a Sorichio el lì esser slà concluso non si vada conira Pranza, e hanno mandalo ambasador al Cardinal et a’sguizari che voglino tornar indriedo sollo pena di esser rebelli. El ducila di Ferara fa grande gente, et si dice come el viene uno Savello di Roma cum genie assai. Di Pranza, vene teiere di sier Zuan Badoer 31f> dotor et cavatier, orator nostro, date a Attigni, a dì, 4. Come il Re andava in campo, havia fato la monstra a li soi sguizari numero 12 milia; el colo-quii auli insieme con lui Orator nostro: qual li ha dillo ha 40 milia fanti, 2500 lanze et cavalli lizieri 2000 con una banda di arlellaria ; el come le sue zenle havia recupera Muson, perché l’Imperalor Io ave a pali, el che lui anderia verso Tornai e trovando lo exercito cesareo faria la zornata. Di Calcs, di sier Antonio Surian dotor et cavatier, orator nostro, 4 letere, di 28 le ultime. Come il Cardinal Eboracense era varilo; qual era alquanto sdegnalo conira Pranza, perchè Soa Maestà non voleva far le trieve per le cose de Italia, ma ben di là da’ monti, el havia conlentà di farle per anni 2; et che li oratori francesi havia auto ordine di ritornar in Franza, perchè il Re scrivea patir per I’absen-lia dii Gran canzelier. Pur non havendo voluto i.1 Cardinal si parlino, et scrilo a la Chrislianissima Maestà di questo, Soa Maieslà havia rescrilo reslas-seno. Et cussi come esso Cardinal prima era sde- (1) La carta 30 * è bianca, 4