225 UDXXI, DICEMBRE. 220 in primis ralione honoris Omnipotenlis Dei, et islius Saerosanclae Sedis salulisque innadudum labanlis et affoclae reipublicae ebrislianae, eutn sibi in ani* mo proponant dcligendum Glirisli vicarium, queni supremo ilio munere, ac tanto regimine dignum censerint. In quo, elsi non dubitamus libera reveren-dissiinarum Dominationum vestrarum vota.volunta-riain electionem fore, cum hoc lamen prtccipuum sit desideriuin nostrum, quicquid nobis a Divina Maieslale concessum est quod buie negolio expe-dire possit, id omnc reverend issi mis Dominationibus veslris ac sacrosancto sui ceelui liberaliler offerì-mus, quemadmodum veros catbolicos et Sanclaj Aposlolicae Sedis devotissimos cullores decet. non per i Ire quarti di le balole dii Colegio; con altre clausole, ut in parte. Fu presa. Ave 172, 3, 1. Fu posto, per li Consieri, Cai di XL e Savii, dar il dalio di 7 anfore di vili a l’orator cesareo, et di 2 anfore al baron di Leze orator dii re Cbristianissi-ino, qual sia posto ditto dalio a conto di la Signoria nostra; et fu presa. Ave 165, 7, 1. Et poi, a bore una di note, lo licenliato Pregadi, restò Consejo di X con la Zonla lino bore 4. El Principe andò a caxa perchè era gran fredo, el fono su materia di danari. El preseno luor ducali 20 milia di Molili con darli ubligalion a’ ditti Monti il deposito dii Sai dì P anno ... Itern, parlono dì altro modo e far cam-bii eie., ma altro non fu concluso, ni di far Procu-rator non si parla, a requisition di alcuni primi che voleno esser Procuratori, e non farli per danaro. Di Ferara, fo teiere dii Ducha al suo orator, di 8. Come, volendo andar a la impresa dì Modena e Rezo, ha trovato quelli loci esser sta provisti per il Cardinal di Medici, et postovi bon numero di fanti in ditte terre el in la Pieve ; sichè dilla impresa non è si facile. Pertanto voy dir a la Signoria non li manchi di ajuto a recuperar il suo. È da saper, di Roma nulla era zà lauti zorni che mori il Papa ; si lien le strade siano rote. Et ritornò il corier nostro chiamato . .., qual veniva di Roma con letere di 2, hore 17, di V Orator nostro, et fo ritenuto dal conte Filippo di Rossi, è governa-dor a Ravena. Dice averli tolto le letere di la Signoria, et ditto mazo averlo mandato a Roma. MDXXI Die X Dccemhrio, in Rogatis. Sacro Collegio reverendissimoruni domino-rum Cardinalium. Audilo nuper nuncio de obilu Pontifìcia; Sancli-tatis, sanequam prò eo ac debuimus gravi dolore affeelì sumus. In quo lamen amplios dicendum non est, (juam Di vinte voluntati aquiescendum. Pertinere nntem ad ofiìcium nostrum arbitrati sumus, in bisce praeserlim rerum ac lemporum maximis perlur-bationibus, aliquid ad reverendissimas Dominatio-nes vestras litlerarum dare. Quas, licei prò romperlo habeamus, prò sua religione et animi sapienlia, in proesenti Summi Ponlificis crcalione omni curii sin-ceritate, timore ac reverenlia Dei, eujus res agilur, processuras, lamen ut nobis ipsis, et peculiari nostra: Reipublicaj instiluto defuisse ne videamur, eas summopere totoque cordis afleelu oramus, ul liabila 1 Viarii di M. Sanuto. — Tom. XXXII. A dì 11. La malina, se intese sier Alvise Lore- 15G^ dan, fo dii Serenissimo, star malissimo et esser ubato, et cussi a bore 22 morite, andato drio il padre in mexi .. , zorni... Questo era di anni... bellissimo dì corpo, grande et grosso, mollo amato da tulli, e homo forte, da ben. Era rimasto di Pregadi, e se Dio li havesse dà vita, sarìa slà grande homo in la nostra Itepublica. In questa matina fo pioza e gran vento, e cussi è sta sta note. El reduto il Colegio da basso, jusla il solito, vene 1’ oralor dii marchexc di Mantoa per certe cose particular. Vene l’orator di Ferara, dicendo eri sera mandò le letere li scrivea il suo Ducha, per le qual la Signoria nostra avea vislo il tulio ; però pregava questo Slado in ajular il suo signor a la recupera-lion di le so’ terre di Modena e Rezo. Di sier Andrea Oriti procurator, proveda-dor zeneral, da Lonà, fo letere di 9, hore 2. Come Lulrech parliria la malina, et che era aviso il marchese di Mantoa feva un ponte verso Piagenza per passar Po e andar a caxa soa per passar più securo; et che in Milan tra svizari era gran conl'u-sion, volendo le 2 page per andarsene via. Etiam si dicea spagnoli aver posto Como a sacho, e il marchese di Peschara veniva verso Milan. Scrive altre parlicularità, ut in litteris. Nolo. Si lien per Franza il castello di Cremona e la terra, et Lecho et il castello di Milan. Di Crema, di sier Andrea Foscolo podestà et capitanio, di 8, hore... Come, per avisi à una madama Lugrecia Boromea da Milan, par che sgui-zari non erano parlidi, el che il Colegio di cardinali havea scrilo una lelera al signor Prospero el quelli (1) La corta 155 * è bianca 15