31 MDXXI, OTTOBRE. 32 Sier Zuan Foscapini, fo provedador a Pordenort, qu. sìer Nicolò . . 4G.127 Sier Andrea Capello, fo podestà e capitatilo a Zazil, qu. sier Dome- nego .........74. 94 Sier Lunardo Fosearini, fo provedador a Peschiera, qu. sier Zacaria 74. 94 Sier Zuan da cha’ Tajapiera qu. sier Luca, fo vicesoracomilo . . . 75. 95 Sier Zacharia Bembo, fo provedador a Bassan, qu. sier Francesco . . 43.128 Sier Vctor Pisani, fo provedador a Iti va, qu. sier Zorzi.....30.139 Sier Antonio Viaro, fo Cao di XL, qu. sier Zuane.......50.120 Noto. In questa matina, liessendo sier Piero Bernardo qtt. sier Ilironimo molesto al Doxe et a la Signoria, fo fata questa termination e notada in no-tatorio : Cum saepenumero per Serenissimum Domi-nium auditus fuisset nobilis vir ser Petrus Bernardo qu. ser Ilieronimi petens scribi litteras rectoribus Paduse prò quodam suo hospitio Slratae, et conve-nientibus respectibus semper licentiatus et nihilomi-nus idem semper institeril cimi molestia suse Sere-nitatis, demum ad bussulas et ballotas per Serenis-simum Principem et quinque domitios Consiliaros declaratum et terminatimi fuit per omnes ballotas, quod amplius dieta causa audiri non debeat: G, 0, 0. A dì 13, da matina, fo letere di campo, di 11, ìiore 21, date a la Bina. Scrivono che li eserciti erano ne li soliti alozamenti, et che esso provedador Oriti havia persuaso a monsignor di Lutrech il mutar alozamento, perchè non si sta securi dove sono, e averli ditto tanto che bora mai non sa che far più ; el qual li ha resposlo che voi star lì, et che lui sa governar la guerra. Di Bergamo, di sier Zuan Vituri podestà e vice capitanio, di 11. Come quelli 4000 sguizari che erano intrali in li borgi, voleano intrar in la terra dicendo esserli sta promesso di darli danari zonti i fosseno in Bergamo; et visto che esso Podestà li avia recusato questo, se erano levali et erano re-irati in driedo in Can (?) mia 5 a la volla di dove i erano venuti. Ai quali esso Podestà scrisse merave-gliandosi venisseno contra la Chrislianissima Majeslà, et quelli Capitani li resposeno che venivano rechiesti dal Pontifice per recuperar do terre di la Chiesia, e che mai volevano andar contra il Stailo di Milano, et che domente erano stali in li borgi di Bergamo avevano pagato con danari il tutto, et clic li ditti aspe-lavano il Cardinal Sedunense, qual di brieve con altro numero dovea zonzer; siehè sariano da numero 10 milia in tutto. Da poi disnar, fo Gran Conscio. Fato scurlinio per far Consolo a Damasco in loco di sier Carlo di Prioli a chi Dio perdoni, rimase, che ussì per scur-tinio, sier Francesco Bernardo, fo ai X Savii, qu. sier Dandolo. Ave 870, 445; soto sier Vetor Diedo, fo a la camera d’Imprestidi, qu. sier Baldissera, 7G0, 558. Et in scurlinio, tolti numero 11, il Bernardo ave 129, 44; il Diedo fo soto 120, 47. Fu fato Podestà di Chioza sier Mariti Morexini, fo provedador al Sai, qu. sier Piero. Al luogo di Procurator sier Nicolò Balbi, fo di la Zonla, qu. sier Filippo; Sora il cotimo di A-lexandria sier Lodovico Falier qu. sier Thomado, et di la Zonta sier Malio Vituri, fo di Pregadi, qu. sier Bortolo cazuto più volle di Pregadi, da sier Antonio Bembo, fo Cao dii Consejo di X, qu. sier Zorzi da San Zulian. Falò altre voxe, le qual tutte passoe. Di campo, vene ìetere date a la Bina a dì 17 * ll,hore 24, dii provedador Griti e sier Polo Nani. Scrivenocome quel zorno monsignor di Lutrech, a hore 22, richiese sguizari a voler venir con lui a combater con li inimici, licet fosseno ne li sle-chadi. Et loro risposeno esser paratissimi di combater a la campagna ma non in li stechadi, perchè harìano disavantazo. Unde ditto Lutrech messe in ordine tulio il campo, nè valse persuasion li facesse esso provedador Griti che meleva il Stado dii re Christianis-simo e di la Signoria nostra in grandissimo pericolo, seguendo qualche sinistro a questo exercito. Tamen lui disse che ’I non se intendeva di far guerra, et che l’harìa vitoria. Et posto ordine con suo fratello monsignor di Lescut e fato li squadroni, et posto le gente italiane in ultima, lui con li francesi si aviò in ordinanza verso li stechati dove inimici erano alo-zali. Et primo zonli, inimici si messeno in arme, et spagnoli feno do ale, et alcune artellarie et schiopi posti in li fossi, qual aprosimati essi francesi tutti serorono conira di loro et ne amazò molli francesi. Poi ussileno di stechadi et fono a le man, et ne fono uccisi alcuni di una parte et l’altra, ma più dii squa-dron di francesi, qual fato relrar tornono in lo alozamento di la Bina. Concluderlo francesi aver auto la pezor, et esser slà morlo monsignor di la Mola, qual vene a la Signoria, non è troppo, con lelerc di Lutrech per imbasador, et da la Signoria fo hono-