457 UDXXll, FEBBRAIO. 458 Vicenzo Belaso, fato cavalier. Camilo Provalio. Domino Julio da Luzago cavalier. Zuan Batista Caravagio, zoé Caravazo. Agustin Barguano. Agnslin di Riva. Giovan Paulo da Prato. Domino llironiino Bornado dotor, fato cavalier. Lodovico Gandin. Belletto Boenato, zoè Bornato. Gioan Balista Scopulo. Gioan Andrea Averoldo. Domino Scipion Lana, fato cavalier. Gioan Bargnano. Gioan Balista de Sali. Gioan Balista di Mazi. Hanibal Montino. Domino Antonio Averoldo. Zuan Maria Pedroca. Paulo Averoldo. Jacomo Secco. Cesare Averoldo. Scalchi. Anibai da Castello. Hironimo Boccatis. Orplieo di Boni con 4 servitori per oralor et uno serridor per cadami citadin. 300,; Da poi disnar, fo Pregadi |>er 1’ Avogaria per expedir il caso dii Garzoni; fono solum 120, non fu il Doxe, qual mai è sialo. Et parlò sier Gabriel Venier un’ altra volta, che fu Avogador, respon-dendo a quello havia dillo sier Zuan Antonio Venier in favor dii Garzoni, persuadendo il procie-der ; li rispose iterum sier Alvise Badoer avochalo, ma era rauco. Ilor posto per luti 4 li olim Avo-gadori, videlicet sier Gabriel Venier, sier Benelo Zorzi, sier Mallo Lion et sier Marco Antonio Coniarmi, di procieder conira el dito sier Alvise di Garzoni fo baylo e capitanio a Corfù, per le cose lede e dite, e questo é il terzo Consejo, si balota solo una volla: ave 11 non sincere; 45 di no, 64 di si; e fu preso. Fu poi posto do parte, una di Consieri e Cai di XL, che erano a la banca, che sier Andrea Tri-vixan el cavalier, consier, nè sier Lunardo Zan-tani Cno di XL non erano, in Pregadi, videlicet, (1) La carta 299 * è bianca. che ’I ditto sier Alvise di Garzoni sia in perpetuo bandizà di l’isola di Corfù, di alcun rezimento in quella, privado per do anni di tutti oficii e benelìcii di la Signoria nostra, et resliluissa li danari à tolto per mal muodo, come sarà justifichà per li Avogadori di conimi prediti, ut in parte. L’altra fu posta per li dilli 4 Avogadori di co-mun, che ’I sia in perpetuo bandito di rezimento di Corfù, ut supra, et pagar li danari tolti, ut supra, et privà per ani cinque di tulli olicii e benelicii di la Signoria nostra, et sia stridà il primo Gran Consejo la sua condaiiason. Andò le dite do parte : 2 non sincere, 35 di Avogadori et 83 di Cousieri e Cai di XL; e questa fu presa. E vencno zoso a bore.. . In questa malina, in Quaranti» criminal, per il caso di Sanudi parlò sier Nicolò Dolfin, 1’ avogador, et li menoe facendo venir quello forestier qual per meler de mezo à perso alcuni dedi di la man, el qual è chiamato....., et compite di parlar. Poi il primo Consejo risponderà li avocali di Sanudi e Soranzo. Fo in Rialto, per sier Gasparo Malipiero el go-vernador, e sier Mario Morexini savii sora le Aque, justa la deliberation fata per il Consejo di X con la Zonla, al publico incanto deliberado l’oflcio di scri-van a li Governadori di l’intrade, over nodaro in vita, in loco di Hironimo Rizo che morite, qual si dice vadagna a l’ano ducali 500 e più. Et fo deli-vrado a Daniel Zordan nodaro, tamen dà li danari sier Stefano Trivixanqu. sier Nicolò, qu. sier Tomà procurator ducati 3000, de li qual l’oficio sora le Aque averano ducati 150, il resto sarà posti a la guerra. El noia. È mala slampa che zentilhomeni deposita sopra oQcii di populari ; è cosa di grande consideralion; quello seguirà, noterò di sotto. In questa sera, a li Crosechieri fo recitata una altra comcdia in [irosa, per Cherea luchese e compagni, di uno certo vechio dotor fiorentino che ha-vea una moglie, non potea far fioli ctc. Vi fu assais-sima zenle con intermedii di Zuan Pollo e altri bu foni, e la scena era si piena di zenle, che non fu fato il quinto alto1 perchè non si potè farlo, tanto era il gran numero di le persone. A dì 11. La matina, non fu alcuna lelera da 300* conto. Il Doxe con la Signoria restò da basso a dar audientia, et li Savii andono di sopra a consultar la risposla dieno far a l’orator cesareo, qual insta grandissimamenle dilla risposta. Da poi disnar, fo Pregadi per la tera, eh’ è assa’ zorni non è stalo, el fo leto assà lelere ; ma più ne fo scarlate ; non fu il Doxe.