71 MDXXI, OTTOBRE. 72 47 1521 a dì 20 Octiibrio in Urcxa. ltelaiione. Jacomo da Ololengo inlerogado come successe el miserabel caso seguido in diio loco di Ololengo, risponde come Mercore passato, a liore zercha 16, stando lui senza algun suspello, veneno al dillo nostro luogo uno squadron di spagnoli venturieri et qualche genie del campo pontificio el introno per forza dentro in la terra, non essendoli però falò contrasto algun per la gran moltitudine che fu veduta, ma tutti si messeno a fugir. El in-Irale dentro tal gente, cornenzorno a meter a sacho fazendo prcsoni, non risguardando a done, vechii, puli, chiesie, lochi sacri, el donimi tolendo lina el lahernaculo dove era el sacralissimo corpo dii nostro Signor messer Jesù Chrislo, usando tulle quelle crudeltà che magior far over imaginar se polriano. Quel saco durò lino a 22 hore, a la qual hora poi si partirno conduecndo via tutti li prcsoni et robe, et sfondrando le bote dii vino per dispretio per non le poter condor via, per inferir magior danno che potevano, dicendo tamen esso exponente che immediate zercha 14 in 15 hore lui fu menalo via de li primi et condulo nel campo pontifìcio nudo, ligaio con una corda a Iraverso e cargalo de oche bulini-zate; nel qual campo, gionlo che ’1 fu cussi ligaio e fato pregione, se incontrò nel marchexe di Pescha-ra, qual con molla gente se ne veniva verso la ditta mina de Ololengo. Et parendo ad esso exponente che fusse persona da capo, se li butò in zenochioni domandandoli misericordia, qual si fermò et volse intender chi era ; et inteso da lui che era de quelli miserandi da Ololengo, dove si facca quel crudo saco, sua signoria rivoltala verso quello che eon-ducea per prigione, lo passò con l’arma do et tre fiate. El veduto lì apresso uno sacoman cargo di robe, dimandò clic robe erano quelle; el inleso che erano del sacco predilto, disse de subito che ’1 fusse apicado facendoli luor le robe, et dimonstrando invero che ne haveano recevuto gran dispiazer. Et procedendo sua signoria con molli allri signori di quello exercito verso ditto loco de Oltolengo, facea relassar tutti prigioni, robe et animali che per strada 47* trovava; le qual tulle robe feceno meter in una caxa in Ilosliano, che è loco più propinquo miglia 6, so-giongendo che dilli signori hanno fato ogni demon-slralion di haverne sentilo molestia di questa cosa, el haver fato far cride, sicome ha inleso, et tulle dicono che non sia alcuno sopra il mantuano che ardisca comprar de dille robe, sotto pena di la for- cha, sì a chi vendesse, come a chi comprasse. Do-mandado se tutte le robe e animali sono sta resli-tuide e li prigioni relassadi, risponde poter esser sta l’ala restltution de animali de le Ire parie e do (?) ; de i presoni ne inanellano pochi, et crede siano forsi 25 quali non si trovano, tra li quali non si sapea del vicario, fino a la parlida sua di Ololengo, che fu beri a 12 hore. De le robe non si puoi far fermo juditio per esser tulle in muchio, a la guardia de le qual ne sono 4 de li nostri da Ollolengo de li primarii et hanno la chiave, et haveano già mandati a luor li carri per levarle de lì et condurle a Ollolengo. Inlerogado se ne sono sta morii e feridi fa-ccndosc el sacho, rispose ne è morto uno et 5 o 6 sono sia feridi a la morie, agiongerido che molti de dilli spagnoli quando vedeano venir quelli signori verso di loro facendoli demonstralion che faceano mal, volavano el transcorevano per un’altra via; el si poi judicar per questa via esser persa molta roba. Dicendo ctiam che si vede palesemente che nel loco andorno a rapir el tabernacolo dove era il nostro Signor, si aperse il muro et ne caschò una gran parte, tamen fu vedulo che non fece nocumento al-guno a quello che ’1 tolse; ma visto che esso taber-naculo non era de prelio ma esser di laton, lo trasse per (erra insieme con il corpo sacratissimo del nostro Signor; et tandem che hanno voluto forzar le donzelle fino in chiesia, oltra che le haveano spogliale et vituperosamente strascinate. Inlerogado se ’1 sapea causa alguna che i habino mossi a far tal excesso et sacho, et se li è sia fato ingiuria o mala dimoslralion alguna per dilli da Ollolengo ad al-guno de li dilli spagnoli et allri del campo pontificio, rispose: io non so che li sia sta fala ingiuria alguna, ma loro dicono haver fato questo, perchè al-guni de li soldati de li nostri preseno certi sacomani spagnoli per avanti fino su le porte de Ollolengo, et dicono che furono li nostri di Oltolengo proprii ; il che non è vero, ma furono soldati del campo de la Illustrissima Signoria. Da poi disnar fo Pregadi, et lele queste lelere 48 el assa’ altre. Et di sier Agostin da Mula joro-vedador di V armada, da Sibinieo, qual scrive esser lì con una galìa et star a perder tempo, et voria licenlia di andar a Corfù eie. Fo lela la lelera dii Signor turclio scrive a la Signoria, la copia di la qual è nolada di sopra. Fu posto, per li Savii tulli, di expedir l’oralor predilo dii Signor turcho, videlicet darli contanti ducati 300 veniliani, et in veste, per vestir lui e li