531 MDXXIf, FEBBRAIO. 532 ma dignità et coiiliimi honori. Longo seria comemo-rare li magistrati antichi, li excellenti facli, le egregie lande loro. Trapasso le vii torio del proavo vostro missier Marino contra genoesi; trapasso Marsilio da Carrara preso per missier Moysè avo vostro ; trapasso li nitri a ciò clic in questa brevità di tempo et angustia di oratone quelli non siano ila me fraudali del debito Itonore, più che laudati. Ma Vostra Excellenlia, sicomc è nata de nobilissimi magiori, così lia generali splendidissimi figlioli et nepoli : cardinali, patriarchi, prothonotarii, prelati, senatori, cavalieri, abati, episcopi. Qual lauto successo di fortuna, tanto splendor di gloria, tanta celeste clemeutia è stata per alcun tempo, parlando o dila, over legendo 345 intesa in altra famiglia de una libera cita quanta di presente è in questa Vostra, in la quale non è facile judicare qual sia più glorioso, o a voi esser palre de cardinali, avo de episcopi, patriarchi, et prelati, et ad elli esser figlioli e nepoli do Principe? Tutti l’uno per I’ altro sete più ¡lustri ; el splendor de Vostra Sublimità rcluce in lori, et la luce loro rispende in Voi. Non posso, con questa mia mediocrità de ingegno et in questa brevità di tempo satisfare a li meriti loro; nè posso comprehender le laudi del reverendissimo cardinale, in li> quale è summa innocenti», stimma religione, siugulare saudita de costumi, maxime studio de philosophia et qualunque ultra exce-lente qualità di laude, le quali reservo integre et destinate ad altro loco. Ritorno a Vostra Excellenlia, la quale per amplissimi gradi de honori è pervenuta a questa sublime fortuna et excelsa potestà, non conio iu Egyplo li solilani per eledione de schiavi, nè come anliquainenle li imperatori romani per fac-tione de soldati et arme civile; ma, per eledione de sapientissimi el clarissimi senatori, magna el exeel-lente laude vostra haver meritalo el judilio de così gravissimi el laudatissimi liomeni; el è magior gloria esser cussi eledo, che nato principe, perchè li natali non discierneno meriti alcuni ; ma la eledione refuta li indegni, et el regno hereditario è dono de la fortuna. Questa creatone è testaionio de la virtù Vostra, a la quale è comessa la administralione de questo Illustrissimo Stato et nobilissima cita, de la quale non è alcuna altra più inclita, uè per magni- tudine di gloria, nè per sapienlia di governo, né per diuturnità de imperio, nè per alcuna altra qualità di laude: la oporlunilà del silo inaudita, la magnificenti» de li edificii admiranda, la opulenta de le richeze incredibile, la multitudine del populo iu-numerabile, la industria de li liomeni excellenle, la copia de le cose infinita, li iustiluli de la República divini, la virtù de li nobeli imortalc. Le laudi de questa preclarissima cità non capisse voce alcuna, nè comprende alcuna cogitatone, li ocliii non se saliano di vedere, nè lo core de intendere. Questa è quella inelyla cità, la quale per dono de la Previdenti» Divina, edificata a beneficio de la generatone humana, ha manifestali tulli li mari, aperti li porti, mostrati li viaggi, amicate le natone. Quesla con perpetuo comercio congionge lo Oriente con lo Occidente. 345 ‘ Questa riceve et diffonde infinita uberlà » tulle le genti, corego I» sterilità de le ragioni, el accomanda quelle di ciò che li nega la parsimonia de la natura. Questa è quella famosa cita, la quale ual» da pi-coli principii, lia dilusa la gloria sua insieme con el corso del sole; riverita da lutti li regni, da tutte le uulioni, da tulle le genti ; temuta du li inimici, amata da li soi, celebrata da ciaschuuo. Quesla con eterna concordi» el inviolata liberiate ha superali li exem-pli et la glori» de tulle le republiche. Questa è la regina del mare, victoriosa de le imprese, propugnatrice de la lede. Quest» h» producti amplissimi citadini, el nome d gloria de li quali sera sempiterna. Quesla è invicta cilà unica de luta I» memori i de li liomeni et de le literc. In questa próxima güera, li» |K>tulo subslenere ad un tempo lo impelo de tul» la Italia, lo impelo de Iute le nationi de lo Oci dente conjúrate insieme; nè smurila per alcun datio, sempre più fresi’» et victoriosa è rcsorta. Quest» hesseudo regina, de li soi subdili vole esser maire. La quale pregamo Dio conservi eternamente insieme con la gloria di Vostra Sublimità, a la quale noi burnii iter inclinati rccomaudemo la cilà nostra (I). (i) li volume XXXII del testo autografo do Piarii finisce qui. Il documento che segue, trovasi inserito nel volume precedente, ma come fu notato a suo tempo alla. col. 464, le ragioni cronologiche apertamente consigliavano di collocarlo a questo posto. Oli Editori.