181 MU.XXI, NOVEMBRE. 18*2 dove l’arivò Venere proximo passalo a mezo giorno, la sera in lese la nova di la ¡Dirada de li pontifica et cesarei in Milano ; per il clic la Marchesana ordinò fusse falò le cride, che alcuno la nialina del Sabado suhsequenle non lavorasse fino non fusse fata la procession. Coniesse fusseno fate tre giorni continui, con far fochi et altre demoslralion di ale-greza. Et cussi epso exponente vele el Sabado far la procession solcncmcnle con soni di campane, Ira- zer bombarde, far li fochi, la sera tino el......et altri segni di alegreza in similibus consueti. Dice poi che il Sabado vene nontii al signor Alvise da Gonzaga de lì |>er manluana, qual è ancor amatalo di la ferita del schiopo nel calchagno che l’have solo Parma, che dicea come el signor Federigo da Bozolo era retirato in Ferara con le sue robe tulle, e clic tulle le genie, che erano a Rezo, si erano levali el venivano verso Pavia; qual gente se dicea esser al numero di 10 milia el più con il Ramazolo, et etiam uno Vitello et uno Guidon, eh’ è capo de li cavali lìzieri dii Marchese ; et di ciò lai noulii affirmano liaver veduto lì in Manloa da ccrcha 50 cavali vestiti a la turchescha, over come valachi, i quali la-men se dicea esser al numero di 200, i quali volea-no andar a trovar il signor Marchese, quale li liavea conduli ; sogiongendo che de le gente che diceano ' esser a Castel Zufredo et a la Piobega, che doveano compagnar denari, non haveano inteso cosa alcuna, uè erano ili effeto in loco alcuno; ma ben li denari liavea inteso esser in Manloa. De li dili, date a dì 26, liore 5. Come in quella sera haveano da Ponte Vico da uno deputado di quesla cita, come questa malina, per tempo, aco-slalosi le gente francese apresso Cremona, li veneno incontra li ciladini a offerir l’mirar ne la terra a suo beneplacito; ma li pregorno clic li fanti, che erano in quella, et li banditi li volesse haver per ricomandati. Et cussi, per la porla di San Lucha, eh’è apresso il castello, feceno la intrata, spogliorno da zercha 2000 (?) fanti, che erano in quella venuti de piasentina, li sachizorno el li lassò audar. Li banditi et capellazi li hanno relcnuli a sua descrition; tra li qual sono Nicolò Varuol, Lodovico da Salerno fratello di uno che avemo in questo castello ad in-slantia dii Gubernator, Ilironiuio Frcdo el Erigevin, Nicolò Sfondrado, Oldovino di OlJovini, Vicenzo Mainoldo et molli altri. Questi particolari scriveno aver aulo da questi cremonesi, che veneno lì a Brexa a l’abandonar di quella cita. Ilem, scriveno esser zonto di li in Brexa monsiguor di San Valier iofermo di febre continua, parlilo da Crema, el qual lo hanno falò visitar e faloli offerte generai eie. ltcm, è giolito di qui domino Polo Nani capitanio di Bergamo, el qual dice haver alozato sopra questo brexano da 1500 fanti et 200 lanze di queste scapolale da Milano, mal condilionalc, et diman parli eie. Manda una relation di uno explorator vien di Milan. lìelatione fata a dì 26 dito. Zuan Maria dii Len, ritornato da Milano, referisse come eri a bore 10 el giouse de lì, ne la qual bora intese che i cari clic haveano le barche per il ponte, la matina per tempo erano partiti el aviali a la volta di Marignan, et similiter vinti pezi de arlellaria. Dice poi, clic a bore zercha 18, lui vele sopra la piaza el marchese de Manloa a cavalo con Monsignorin Visconte et quel Villa Chiara con le compagnie sue di gente d’arme el cavali lizicri, il qual medesimamente si partivano per Marignano, sogiongendo esso exponente che facendo lui colationc a l’hostaria, udile dir che ’I passava lì apresso el Cardinal de Medici et il signor Prospero con le sue gente, che andavano a ritrovar le altre parlile per inalili. In Milano veramente dice che è restalo il Cardinal de’ sguizari con lutti li sgui-zari, che si diceano esser 14 milia, li quali rimanevano a nome del duca di Bari lino che sua signoria 127 ¡ritrasse, qual si e.xpeclava fra 8 giorni con bon numero di gente; el per tal sua venula si preparavano de li in Milano molti gcnlilhomeni el gente per andarli incontro akgramente, et etiam si preparavano da 1000 banderuole et più. Per lai effetto dice insuper haver veduto da 25 in 30 pezi de arlellaria, che erano de’ francesi, esser relirate da li muri a la piaza del Domo, et clic dal castello, fino a lui stele de lì, senti soltm trazer 6 bole de arlellarie. 11 che veduto et inteso, lui relalor se parli da Milano, parendoli non haver a star più de li, essendo ussite le dille genie. El dice che nel suo ritorno, ritrovandosi lui tra Pozolo et le Chabiancbe, lochi distanti da Milano zercha 10 miglia, li sopragionseno a le spale le gente d’arme et fantarie spagnole, le qual venivano, come l’intese, da Monza, qual loco haveano preso, el per pressidio lassali fanti 300 in quello ; le qual gente alozorno eri sera a Melz loco distante da Cassali miglia 5, che dove poi udite dir doveano venir la presente sera ad alozar a Lodi con lutto il resto di le sopradille gente, et poi unitamente voleano andar di longo a Parma. La qual impresa de Parma voleano far, perchè li era impedite le viluarie da quella banda ; la qual expedita, voleano venir verso quella cita di Brexa et Bergamo, le qual due terre haveano designalo dar al duca de Milan. Parma et Piasenza veramente dovea restar al Papa per l’a-