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MDXXr, NOVEMBRE.
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  •I:I Reverendissime in Christo domine, domine colendissime.
         Per missier Leonardo di Bressani cittadino de questa città, comissario dei campo elvetio et famigliar de la reverendissima signoria vostra, me sono slà presentale lelere de quella, per le qual la mi richiede voglia, per la bona amicilia è tra la Illustrissima Signoria mia et li signori clvelii, concedergli licenlia de condur a dito campo viluarie eie. Re-spondo a la reverendissima signoria vostra, come io da me non loria tal carico per rispecto de la lianza et obbligo ha la mia Illustrissima Signoria cum il re Ghrislianissimo. Perchè, quando vostra reverendissima signoria transitò qui arenle Bergamo, monsignor de Lutrech, havuta nolitia io aver comodate le gente elvelie de vitualie, molto si dolse di me appresso la prefata Illustrissima Signoria, dicendo che se non fosse slà la subvenlion ho fata a lo exercilo di la reverendissima signoria vostra, sarebe stà costretto a tornar adrelo. Et poi, sopra el piano de questo terilorio bergamasco se atrova grande numero de cavalli lizieri, sì del Christianissimo re, come de la Illustrissima Signoria depuladi ad etfecto di devedar le viluarie, a servilio del Christianissimo, come del tulio più puntualmente il prefalo comissario a bocha riferirà a quella; sichè se la prefala reverendissima signoria vostra non sarà salisfata ju-sta il desiderio suo et mio, quella mi haverà per excusalo; a la bona gralia de la qual mi recomando.
        Daturn Bergami, die 13 Novembris 1521.
Jhoannks Veturio Bergomi potestas et vicecapitaneus.
         A tergo : Reverendissimo in Chrislo patri domino, domino Mateo tituli Sancite Pudentianae prac-sbitero cardinali Sedunensi Legalo et domino colendissimo.
1001' Di Brexa, di reetori e sier Hironimo da dia’ da Pexaro provedador zeneral di terra ferma, di 14, ìiore 7. Come in quella malina, per via di Bergamo, inteseno dii passar de li exercili pontificio et cesareo il fiume di Adda; et poi in questa sera, per lelere di campo, dilla nova fu cdnfirmata, el che nostri insieme con francesi doveano andar in Milano. A Lodi hanno lassalo il signor Janus di Campo Fregoso et domino Zuan Paulo Manfron
            (4) La carta 99* è bianca.
condulieri nostri con lo loro compagnie, el la nostra artellaria che ehi in campo, con ordine che la mandassero a Crema. Scrivono, come ozi di Brexa era parlilo Zuan Piero Feracin capo di 300 fanti schio-petieri; sìchè li Ire capi mandono quelli di campo a far ditti schiopefieri, erano parlidi per campo. Ftiam hanno expedilo li 500 fanti di Orzi Nuovi e li hanno aviali ; et mandano una deposilion di uno suo venuto di campo, el qual ha ritardalo il suo ritorno per esser slà impedito a Sonzino; et etiam mandano alcuni avisi di la parte di sopra, per i quali non si sentiva alguna motion.
    Relation anta a hore 19. Palumbo d’Ascoli, ritornalo dii campo pontificio, referissc come beri da poi meza terza el parli da Bivoltasecha, dove era il marchese di Pescara in persona con la fantaria spagnola, el dimostrava voler bular il ponte et facea far bastioni a l’impelo di quelli di.francesi aveano falò di là del fiume; el che il signor marchese di Manloa era andato di sopra di Rivollaseca verso il monte con la fantaria italiana per veder di bular uno ponte ; et che a hore 10 veneno nove al prefato signor marchese dì Pescara, che il signor marchexe di Manloa havea butato uno ponte di sopra Ada in uno loco, el nome dii qual non si aricorda; et che in quell’ora diceano che comenzavano a passar. Et però el signor Prospero comenliò a far metter lutto lo exercilo insieme, perchè era su li alozamenti, el redurlo verso il dillo loco de RiVoltaseca; nè tamen fino alhora intese esso cxponenle che alcuni fusseno passali. Et che a dillo loco de Rivoltaseca, per una parie et l’allra furono trati assaissimi colpi de artellaria con poco danno, perchè le gente de lì non erano serale, ma solimi attendevano a far li basiioni. Dice poi, che Domenica passata, esso esponente, per solrazer qualche cosa con fondamento de la niente di quello exercilo el sui progressi che intendeva far, l’andò con uno suo fratello, che è amico dii canzelier dii marchexe di Pescara qual era alozalo nel castelo di Pandìno, et dimandorno a esso canzelier se era alcuna nova che lor potesseno riportar nel reame dove 100' diceano de andar; et che lui ge rispose solum havea una lelera del Pontefice, venula alhora el drizata al signor Prospero, marchexe di Mantoa, et marchese di Pescara, de eontinentia, che ad ogni modo doves-seno andar a la volta de Milano, perchè erano chiamali a meterli il Duca in stalo; et ciò seguirà, perchè il Ponlifìce liavia dato una sua nepote per moglie al ducila de Bari, qual era nepole de lo Imperalo!’; et che li danari che si spendeano in questa guera per diio Poulifice vano a conio de la dote; et che pò-