235 MDXXl, DICEMBRE. 236 161 Sumario di una Ictera seri la da Roma, data a dì 5 Novembrio 1521, drisata a ... . Da poi la morie del Summo Pontefice Leone, è occorse occasione di sorle che li parerà errare se non desse parlicular aviso, perchè sa gli sarano graie, e l sarà excusalo di negligenlia, che per l’altra scrisse apunlo la noie di la morte die ’1 non havea inteso cosa alcuna, altro che ’1 tumulto dii caxo a lanli e tanti dannoso et ruinoso, quanlo»mai da sancto Pietro papa in poi sia sialo, come qui di solo particularmente descriverà. Morto che fu il Papa, sua sorella, madre del reverendissimo Salviati, se era partila dui tiore prima die ’1 morisse, e avanti che ’1 serasse li oclii lulta la camera fo svalizala. Et morse confessato, et non di-cea mai altro a li sui camerieri che li era intorno, se non « pregate Dio che viva, che beati vui j> et morse come uno papavero. Et per quello si è poi diio, fu avenenalo. El qual veneno gli fu predillo avanti, zoè già 25 giorni fa, a uno frale di santo llonofrio al suo monaslerio for di Roma. De nocte li andò uno grande imbavaralo el incognito, et pregandolo li disse che ’1 volesse subito andare dal Papa et farlo advertito che stia vigilante, che ’I sarà venenato de cerio, et che ’I sarà presto, et che se facesse fare benissimo la credenza. Et ditto frale fece l’imbasciata, et Sua Santità rispose : « Fiat voluntas Dei », et che non ne fece conto. La malina a dì do, a le 27 hore, fu porlato il suo corpo fora di la camera et posto in una sala a basso con 4 torzi vestito da episcopo, dove ogniuno li potea andare a baxare li piedi, et io vi vulsi andare 3 fiate; nè mai potei, tanta vi era la calca. Atomo al corpo vi erano da 18 in 20 cardinali, tulli turbadi et vestiti cum le cape di panno paonazo: el ivi stetc infina a la nocle, et poi fo portalo in la chiesia di San Piero in la capella serrala di ferro, dove è papa Sixto, et ivi siete per tutto Marti a dì 3, di’è in la piccola chiesa di san Piero, et vi era tanta calca, rumore el stride, che si se havesse pagalo cento ducali per uno che vi fosse andalo a vederlo et baxarli li piedi, non vi poiria esser stà più persone. El da poi, a le 23 hore, io andai in dita capella et baxai li piedi quando se volea serar la chiesa, et trovai che l’era in uno calalelo vestito di panno bianco, et uno rocheto el una mi-tria episcopale di oro tirato, incroxale le mane et li piedi cum le sue scarpe di voluto cremexino, el vidili el vollo negro come paonazo scuro, che era segno di veneno. Et di poi vene il suo maislro de caxa cum dui camerieri et mio fratello, et ivi fo spogliato in presenlia de 4 medici, et sbarato in croxe, come se squartano li malfactori, el fo trovato macule a la smilza et polmone venenoxe, el per dilli medici fo concluso che ’1 fosse slà avenenato; et fo ripieno di mira, aloe stemperalo con aqua di vila, et fo iterum per mano di mio fratello re-veslilo et posto in una cassa con quatro piere solo 161 * la testa, el fo posto a piè de lo altare de papa Inno-cenlio, et fo murato in lerra in deposilo. Et continuamente ardeno 4 torze, et urderano fino sarà fato le exequie, che sarà Lunidì proximo a dì 9. Et già in chiesa se fa gran preparamenti, e farassi un belis-simo exequio a spexe di la camera ; et per Dio a tulli universalmente è tanto doluto, che mai si potrà credere. Voglio che sapiate el danno ha faclo la morte dii Papa, che mai più fu udito tale. Prima, ha intachalo el bancho di Bernardo Bini de ducati 200 milia per promisse ha faclo per il Papa cum speranza de reaverli et questo Natale aver uno fiolo cardinale, ita che falirà. El banco de Alvise Cadi da Roma de ducali 32 milia, perchè avea promesso fare el fratello missier Nicolò cardinale. El banco de Strozi, che era depositario del Papa, de una gran summa e de lui molto se dubita. El fontego de Richaxoli de più de 10 milia ducati. A Fiorenza el padre del Cardinal Salviati è stato inla-chato de ducali 80 milia, senza molti altri che non non se debbe sapere al presente, ma se saprà. Lo reverendissimo Cardinal Salviati minalo in quinta generatione, et questo perchè ad instantia dii Padre Santo ha renunliato lutti li suoi beneficii per far danari, et non si trova ducati 100 de mirata, perchè el vescoado de Ferrara non lo gode, nè benefilio che l’abia in Pranza. Lo reverendissimo Ridolli, pur nepole dii Papa, similiter tulio ha renunliato a dilla inslantia. Et cosi el reverendissimo Rangona li dui terzi di sui beneficii, che non gli è restato ducali 3000. El reverendissimo Santi Quatro intacato de ducali 150 milia, zoè 150 milia. El reverendissimo Armelino, che è camerlengo, intacato de tulio quello l’ha al mondo cum lutti li soi amici. El reverendissimo Datario, zoè..., per più de ducali 16 milia. Missier Serapicha per più de 18 milia ducali, lai che è minato. Tutti quelli che Sua Santità avea ' beneficiali, tutti li ha, chi fati rinuntiare el chi obli-gare, tal diesi l’uno sta male, l’altro male et pegio; et se udissi le querimonie el lamenti che per ogni canto se fanno, sluperesti. Et tamen tulli piange la sua bontà, et per questo lo improperano in conto