ÌG3 MDXXr, NOVEMBRE. 1G4 ¡1 elio quando seguisse, olirà clic ila noi sarano se-({iiitali, forsi trovariano anche li nostri svizari de là da Po. Copia de letera dii signor marchese di Manioa a la signora sua madre. Illustrissima eie. Dio gralia senio in Milano, con la presa del signor Theodoro Triulcio et signor Julio San Severi-114* no, et con la perdila de più de trecento lanze vene-liane, et una quantità de artegliaria, de la qual spero haverne una bona parte. Li l'ranzesi sono in borgo porla Comasina, et si crede che questa note partirono ; el camino non si sa. Et noi faremo ogni cosa per disfarli; ma li dirò ben che ’1 signor marchese di Pescara si è portato da un Cesare. Domani come habbia trovato spatio, le farò scrivere più diffusa-mente. In Milano, a li 19 de Novembrio, 1521, ad bore Vili. Filius lo marchese de Mantua. 115 Adì 24. Domenega, la malina vene a udir messa in chiesta di San Marco l’orator di PImperador, vestito di veludo cremesin alto basso di lovi, con una grossa eadena al colo, et ben acompagnato da spagnoli etiam stano qui, videìicct Piero Rames, Bexalù Beltrame, et Colzeran Zopello; el qual orator si fa portar un tapedo avanti a li soi per meler dove se inzenochia. Or venuto in Colegio, disse come l’avia ditto per avanti, che Milan si perderia et che ’1 sapeva ben quello el diceva. Cussi al presente era venuto per dir, da parte di la Cesarea et Catholica Maestà, ch’ò amica di questo Slado, come da lui, qual è servitor nostro e sempre ha amato questa Repu-blica, che la Signoria voy ben considerar di non dar recapito a’ francesi nel Dominio nostro, perchè bisognava exradiearli de Italia ; al che se intenderla con tutte le forze pontificie et cesaree; che si questo non si facesse, nulla si harebe fatto. Però non si acetasse monsignor di Lulrech e questi francesi in le nostre terre, perchè non si poteria far di meno di volerli aver e poiria esser con danno di questo Stado; con altre parole, parlando in spagnol, interpretade per Andrea Rosso secretano. Et il Doxe li disse poche parole, come si consulteria con li Savii et poi se li fa ria risposta. Il Legalo dii Papa ancora non è venuto in Colegio, ma si tien farà. Itcrn,......... ... . Vene l’orator di Ferara, dicendo aver lelere dii suo signor............. Vene l’orator di Manioa per certe cosse parli-cular. Di Brexa, fo lelere di rectori et Provedador generai, dì 22, hore 22. Mandano una relalion di uno vien di Milan, qual nara il modo dii perder Milan, la qual sarà qui avanti posta. Item, come lia-veatio auto letere di sier Alexandro Michicl ca-stclan a Ponte Vigo, di hore . .. Che li avisava esser zonli a Rebecho cavalli lizieri francesi 500 et fanti di quelli erano in Parma et Cremona, dicendo aver fornito benissimo di vituarie il caslel di Cremona, et consigliato la terra a li citadini, se erano parlili per non slar securi et voleano passar di qua. Il che esso Caslelan non havia voluto aceptarli senza ordine dii elarissimo Grili, al qual a Lodi havia scrito, et cussi avisava li a Brexa. Di Bergamo, fo letere di sier Polo Nani cci- 1 pitanio, di .. Come Pavia aulo una letera di monsignor di Lulrech, qual era venuto a Lecho, et desiderava parlar con il elarissimo Grili, et però lui si partiva et andava con 4 di primarii citadini di Bergamo a trovar soa signoria, et havia mandata la teiera di Lulrech a Lodi al provedador Grili. Scrive, il Conlin di Marlinengo etiam lui era con la compagnia a Lecho; con altri avisi, ut in litteris. Vene in Colegio sier Francesco Corner el cava-lier di sier Zorze cavalicr procurator, fradello dii reverendissimo Cardinal Cornelio episcopo di Padoa e di Verona, dicendo eri esser venuto di Padoa, et che monsignor reverendissimo andava a Roma et partiva a dì 25 di Padoa per Cliioza, però si a la Illustrissima Signoria nostra li accadeva cometerli alcuna cossa che ’1 dovesse dir con il Ponlifice o far, era presto a ubedir etc. Et consultato in Colegio. 11 Doxe li disse non bisognava altro ; et si parti senza altra risposta. Da poi disnar, fo Gran Consejo. Fo butà il Sc-stier dii prò’ di Monte Vechio di la paga di Septem-brio 1478; vene primo San Polo. Fo publichà quelli non hanno salda le casse, le vadino a saldar. Fo fato eletion di podestà a Ciladella, et di Pre-gadi niun pasoe. Vene ozi a Consejo sier Zuan Fero qu. sier Antonio, fo bandito per sodomilio et mò asolto con ducali 1000 prestadi, e tutti li tochò la man sicome fusse rinasto in qualche gran magistrato. Di Bergamo, al tardi, vene una altra man di lelere, di. . Come Lulrech havia scrito aspelava