407 UDXXII, GENNAIO. 408 ilil re d’Ingaltorn scrive sopra lai cossa. Hor parole li ine inde dieta;, otene lelere a quel governa -dor ili San Sebaslian in Bischaia che la sia relaxala, tamen era una clausola dentro, clic dicea non ha-vendo altro in contrario, la qual non piacete a lui oralor, et iterimi tornò a parlarli per farla levar. Kt loro dicendo potria esser qualcossa, perchè Tonte Ilabia e li vicino, tamen l’oralor disse nulla era, et di questo sleva la sua persona per pegno, et cussi promesseno conzar la lelera ; sichè 1’ averà et la mandarà subito, ltem, scrive aver ricevuto le nostre lelere in risposta di soe, et coloquii auti con il reverendo episcopo di Palenza e Gran canzclier, quali solicila la resolution, dicendo non è più tempo che la Signoria aspeli di acordarsi con la Cesarea Maestà, el che darà l’investitura di le terre, che te-nemo, con altre parole, dicendo mal dii re di Pranza, et che lo voleno ruinar, e il re d’lngatera sarà con lui. Poi dissono aver dal suo oralor, è qui, che la Signoria restava di acordarsi con l’Imperador perchè non se fida di lui, et etiam perchè non vo-leino il Papa habbi Ferara, et non tenimo il ducha di Bari sarà posto nel duellato di Milan, con altre parole. A le qual esso Orator rispose sapientissime et a proposito, ut in litteris; concludendo essi che scriveriano al suo orator, existente de qui, il voler di la Cesarea Maestà, ltem, scrive come, per una nave venuta di Lisbona in 9 zorni si ha la morte dii re Hcmanuel di Portogallo, di età di anni..., qual ha il principe suo fiol di età di anni..., eli’è cugtialo di questa Cesarea Maestà, el do altri lìoli ha lassalo, zoè una (ìa el uno fio....... Fo teto una ìetera di sier Fiero Marzello podestà di Fadoa, di 21 di questo. Coinè venendo da certa cena domino Paulo da Brozolo dolor ciladin de li, qual fo quello fe’ l’oralion per nome di quella comunità a la creatimi di questo Principe, fu da alcuni inbautati battito molto forte, ut in litteris. Fu posto, per li Consieri e Cai di XL, dar libertà al prefato Podestà di Padoa di far proclamar, chi acuserà li delinquenti habbi di taia lire 500; el si uno di loro si acuserà, dunmodo non sia slà il delinquente, sia asolto. Ave 11!), 4, I. Fu leto una gratia di sier Zorzi Trivixan qu. sier Baldisera debitor a l’oficio di le Raxon nuove di ducati 260: dimanda sia suspeso tal suo debito per anni do come ad altri è slà fato. Et fu posto, per li Consieri, conciederli suspen-sion di tal debito per anni do. Et fu presa. Ave 152,20,2 ; in la qual parte fo li Cai di XL el li Savii. E nota. In tulio il suo debito è ducali 330; in altri lochi il resto, slato debitor a palazo, come el dice in la gratia, anni 28. Fu posto, per li diti, dar il dazio al reverendo 269 ' episcopo di Puola, era Legalo di qui, et è ancora al presente in questa terra, di anfore... di viti. Et baiolata do volle, non fu presa. El di questo fo comanda gran credenza. Ave .... Fu posto, per li Savii a terra ferma, aleuto la comunità di Moncelese habbi suplichato a la Signoria, clic havendo perso i loro statuti in queste guerre li fosse concesso rezersi al statuto di Este; el perchè in dito statuto di Este è alcuni capitoli che bisogna conzar in Moncelese ad altro modo, però sia preso che il Colegio nostro habbi libertà di ba-lolar dilli capitoli, ut in parte. Et fu presa. Ave 144, 16, 1. Etlicentialo il Pregadi a bona bora, restono Con-seio di X con la Zonta et lexeno una lelera dii pro-vedador Griti. Come Lutrecb li havia mandalo a dir certo suo pensier e voi luor una impresa, ut iti ea, qual voi sia secreta. ltem, fono sopra le cose di Scardona, dove par vegni turchi, et mandono a dimandar socorso a Sibinico. ltem, scrisseno a l’oralor di Hongaria in questa materia el in juslifichation dii Yayvoda turco eie.; le qual lelere di Hongaria non sono sla lecle in Pregadi, ni etiam quelle di Dalmalia, ma ben nel Conseio di X. Et fu preso mandar polvere e altre nionilion a Sibinico, e scrilo a quel Conte e al Provedador zollerai di Dalmalia secretissime, che come da loro, acadendo, dagi monilion a Scardona. Copia de una letera di sier Vicenzo di Frioli 270 capitanti di le galle di Fiandra, date in galla in porto di Primuda a dì 27 Dezetnbrio 1521, drizata a sier Hironimo c sier Francesco di Frioli soi fratelli. Come la vezilia di San Nicolò a ntezodì vene una grandissima fortuna di ponente, di sorte che li fe-va andar con la cochina et parte col trincitelo fino a dì 10 da sera a tre bore, che si salvono a la via di Bischaia, zoè lui Capitanio con la galìa Faliera. L’altra galìa, la sera di la fortuna se partì da loro et non sa la causa, el andò per persa in San Sebastian largo di loro mia 100, dove da le barche de la terra fo recuperata et menata in porlo. La sera, come fo