239 MDXXij DICEMBRE. 240 mani et Cornaro clic sono de lì. Dio li mandi a salvamento et presto ! Tutta Roma è interdicla et non si fa faconde di sorte alcuna. Sono serrate le botege et banchi per paura, corno fosse el giorno de Natale. Ogni giorno se atende a far fanti, et già el Sacro Colegio ne ha asoldalo, de la lor borsa, più de 4000 fanti, et nui stiamo in Borgo apunto in megio di tutte le gente d’arme et fanti, artellarie et schiopeti, talché se faremo pratichi de l’arte militare. El Sacro Colegio, hogi terzo dì, deliberono de mandar danari in campo, et così mandò ducati . ., el se fa provisione de altri. La parie Orsina é tutta in arme, et per quello si ilice, hanno 10 milia fatili et è capo el signor Renzo alozato a Isola C miglia lontan di Roma. El Colona cussi l'ano ancora capo el signor Ascanio Colona fìolo del signor Fabricio, zovenoto di 2G anni, che quando cavalcha ha seco 000 cavalli et molti fanti. Infine l’é una cosa mirabilissima et da non credere a chi non lo vede. C’é sono ancora 17 zorni prima che se serano in conclavi, perchè Luni, che sarà a dì 9, si farà le exequie, et il Marti poi, che sarà 17, si finirà, et a dì 18 Mercore si farà cantar la messa del Spirilo Santo et se intrarà in conclavi, et il Zuoba poi se serenino. El Sacro Colegio, che ogni giorno se aduna da le 19 bore fino le 25, tien pur duro che se voglia observar la bolla di papa Julio, zoé che non se habbia a far Papa, ni cardinali per danari ; tamen la maior parte di cardinali non consente, et questo vien a confarsi con la parlila scrRa di sopra. 163 Copia de una letera di Roma scrita a li signori bolognesi, significante la morte de papa Leone X, data in Roma, a dì 3 De-zembrio 1521, scrita per Rartholamco An-gilelli. Magnifici et excelsi signori, signori mei ob-servantissimi. Tanto é stato inopinato el caso occorso, che se potrà dire come el reverendissimo òimpegio, al qual portatoli la nova, rispose a questa ora tanto li pensava come de volare. Et quantunque, signori mei, per l’ultima del passato non scrivesse el caso pericoloso, dissi quanto se intendeva per tutta Roma; et perchè penso che le signorie vosire non sapia-no nè la origine, né la causa de questa repentina et inexpectata morte, dirolla più succinlamenle se potrà. A li 24 del passato, cercha bore 23, gionse missier Paulo da Rezo secrelario del reverendissimo el illustrissimo Legalo nostro, vidclicet Medici, con la nova che Milano si era dato a la Chiesa et a lo Imperio; el perchè noslro Signor non stava in Roma, el secretarlo Joan Malheo, et dillo missier Paulo subito in posla andorno a la Magnami, et gionli là, trovorno Sua Santità dire l’officio, et a ponto diceva el Rcnedictus et quel verso che dice ut sine timore de manu inimicorum nostrorum liberati serviamus illi. Intesa la nova, ne pigliò grandissima et singulare consolatone, et tanto più clic quando gionse dicesse quel verso del Benedictus, et rispose al secreterio missier Joan Malico et a missier Paulo : « Questa è una bona nova che meavele portalo. » El recercatoli de molle particularilà del campo suo et de’ francesi, e del populo de Milan, del reverendissimo Legato, li dui secrctarii licentiò et se accombiatorno da Sua Santità. Eccoli che subilo la cosa se devulgò per tulio, de modo che quelli sguizari che slavano a la guardia de Sua Santità in quella hora, comenzorno a fare allegreza con grandi schioppi et artigliaria et fochi, che mai in quella notle cessorno. Et quantunque ne la hora del dormire Sua Santità più de una volta li facesse dire che si aquielasseno per volere posare, tutto fu l'rustratorio, nè mai fu possibile ponerli in silentio, de modo che passò tutta quella note senza puuto dormire. Giolito el sequente jorno, che fu el dedicato a santa Calharina, Sua Santità fece intendere che da po’ pranzo se ne volea venire in Roma; el cussi expetando 1’ hora de cavalcare mirò in un barco picolo de conigli, dove siete per gran spalio de tempo; et per essere quel jorno un bel sole et caldo, forsi più lì dimorò che non havria fallo. Et cussi de quel loco levatosi, dal sole riscalda- lo, si inviò in Roma, dove non gionto forse in mezo el camino, cessandoli quel calore del sole, incomenzò a rafredarse et lanlo più pativa ancora che non era vestito de vesle de invernata. Altri dicono che ancora nel venire se lamentava de la fislula che più del solilo li premeva, ma dava causa che ’I medico consueto darli un taglio, ne li avea dato due più. Sua Santità gionse aiegro in Roma et de bonissima voglia, che altro non se diceva quanto stava jocondo; et perchè era el Luni, dì che Sua Santità non mangiava altro che una volla e già la noie se aproximava, fu preparalo el pranso, qual con lutti li sui piaceri et spassi finito, andossene a dormire et mollo ben posò, forsi per non haver la notle antecedente potuto domire. La malina, svegliatosi, levalo secondo el consueto, incominciò a dare audienlia, che fu el