419 UOXXII, GENNAIO. 420 era per venir a luor quella cilà ili Bergamo ; ma inteso l’mirar ili 2000 fanti con 4 pezi di artellarie grosse et munilion, se levorono et passorono Ada. Et come eri bave, per una spia, come era slà dicto ad essi hyspani che, venendo li a Bergamo, hariano le due page che li avanzano, et che alozeriano con comodità, e auto quella cita hariano de subito Lecho et Trezo, dicendo che Bergamo li sustentava. Scrive, cussi come prima si promeleva di quelli di Bergamo, cussi adesso dice non sa che prometersi, perchè Dominica avanti zorno fece dar a l’arme per veder come i se moveano, tutti li soldati andorono a le sue poste deputatogli al primo sono di la campana, ma pochi di la terra si mosseno; et per quanto gli ha ditto quelli contestabeli, li soi fanti gli hanno dillo che il forzo di patroni di le case, ussiti li soldati di casa, dicevan: « Pontolate ben le porle ». Conclude, acadcndo, che Dio non voglia, bisognerà che lui con li soldati e qualche sviserato servitor di questo Stailo defendano quella cità; et sperai) conservar quella cilà con lo aiuto di quelli valenti homeni è dentro e con il favor de li eserciti dii re Chrislianissimo et il nostro, et con aiuto di queste valle, le quale sono anche loro al quanto refredite, et per questo à scrito a domino Andrea Grili prima di Cluson che voghi far la descriplion de tulli li homeni da fali che sono in essa. Et scrive averlo fato capo, per esser persona di la qual si poi prometcre molto de lui ; sichè spera in Dio senza quelli di la terra si diffonderà facendo li exerciti il suo debito, come lien i farano, et simelmente di quelli di le vallade. Scrive, il pro-vedador Grili li ha scrito questa sera li debbi mandarli fanti 1000 di quelli è qui in Bergamo. Li à risposto, per il passar de li hispani non li par di mandarli fino non se intendeva meglio di loro andamenti; de li quali mal si poi fidarsi, perchè mostrano una cosa et doman ne l'ano una altra. Scrive, per leterc dii dicto provedador Grili scriloli per avanti, ave ordine di mandar li sospecti ili quella cilà a Brexa 276 et a Venecia, o altri lochi dove li paresse; et in quel tempo per non mostrar far conto de questi, nulla fece. Da poi passali li inimici Ada, scrive aver comandato a domino Lodovico Suardo doclor e cava-lier, el qual è zencro di domino Sonzino Secho, el qual fa bora ogni mal olìcio, et questo è capo e consulto de li altri. Etiam è slà comandali Sipion Suardo, Malalesla Suardo, Zuan Filippo de Mozo el Antonio suo fratello; il qual Antonio è stalo in casa dii signor Prospero el è suo familiar. Scrive aver comenzato da questi cinque, ma li serà forzo mandarne di altri, perchè questi vastano il reslo; el per la paura di questi tali, quelli che si fanno amici di la Signoria nostra non ardiscono fcr demoslra-lion in cosa alcuna. Sichè il tempo et la experienlia fa cognoser il tutto: le cose dii mondo stanno sempre in mutatione. Conclude, sicome prima si prome-teva mollo de quelli di la terra, bora se ne promele molto podio; et si questi tali che hanno mal voler non havesseno credeslo che la Signoria nostra fosse slà d' acorilo el non havesse bona inlelligentia con lo Imperalor, certissimo questa cità saria de li inimici eie., dicendo renderà bon conto di tulle le sue operation. El per quello si ha da tulle le bande di sopra, svizeri sono per calar in gran numero in favor dii re Christianissimo, e tien cerio che ’I Stado di Milano senza metcr man a l’arme se recupererà ; le qual nove di sguizari à per via dii provedador Grili. Aspecla li soi esploratori, da li quali spera ha-ver la verità. Vene in Colegio maestro Anastasio frate, nonlio del duca de Urbin, dicendo haver auto una /etera dii govcrnador dii due ha di Urbin domino He-neto di Mandolfo, data in Pexaro, a dì 23, li avisa di successi dii castello di Pexaro; la copia sarà qui soloposla. E dii Ducha suo disse non aver auto alcuna lelera. la questa malina, si apresenloe a la preson sier Zuan Contarmi di sier Marco Antonio, venuto di Levante, incolpado aver inganà la Signoria per il merchado el fece di biscoli, e li fo dato per li Avo-gadori la prexon in chà dii scrivali. Da poi disnar, fo Conscio di X semplice; non fo il Doxe. Fono su presonieri monatarii. Asolseno uno, et uno altro in dolo preso taiarli una man e cavarli uno ochio el bandito, ut in parte. • Et li Savii si reduseno a consultar di scriver in Spagna, zoè in Fiandra, et risponder a l’oralor cesareo. Et la sera scomenzò a esser gran vento el pioza, el per il venlo da siroeho l’aqua vene lanto granila che a bore 5 di note vene grandissima più dii solilo, andava per tulle le fondamente et in caxa, el vasto assaissimi pozi ; la qual la matina andò zoso, ma fo grandissima aqua e vento. El ritrovandosi una nave sora porto, di sier Alvise Dolfin qu. sier Ilironimo, di bole . ., la qual andava in Candia, poi in Soria con saoni, feri el altro, qual era in sorzidor con 13 homeni suso, di la qual è patron Lucha Gobo, havia ... cesti in aqua, ma per il gran venlo si rompe et la nave era in manifesto pericolo di andar in terra; unde a bore 5, 6 et 7 Irete alcuni colpi di arlellaria, ma per il gran