189 MI1XX', NONEMBRÉ. 190 ot li milanesi dubitandosi die non volesseno brusar tulle quelle caxe che erano Cuora di la eilà, mandò essi milanesi dal signor Prospero Colona a dirli cbe venisse inalili, promelendogli cbe loro forano le arme in ninno, el cbe quando i fosseno apresso la lerra li facesse segno con 4 colpi de artellarie, perché loro loriano le arme in mane. El li spagnoli volseno andar manzi, et cum impelo circa 300 over 400 scliio-pelieri asaltorno ad uno baslion che se lavorava et Irovorno el signor Theodoro sopra una mulela, el fu falò preson, et bora è ne le man del Marchese de Peschara; et et/am suo zenero, cbe fu nepole del signor Zuan Jacopo, è preson dii ditto marchese, el qual Marchese è suo parente stretto; sichè vadano le cose come si voglia, lui conzarà le cose sue. Ilor ne l’intrar de essi spagnoli, treleno grande numero ile schiopi cimi cridar: « Imperio Imperio », di sorte che tulli li nostri, sì da piedi, come da cavalo, se misseno a la fuga, e tulli scampò ; siche el danno è stalo molto mazor fallo per li vilani del monte de Rrianza el altri che per li inimici ne l’intrar in Milano, perchè essi spagnoli et svizari andorno subito a la volta de li alozamenti dove erano alozali li nostri el francesi, et questa fo la causa che ’I forzo se hanno salvalo ne la mirata de Milan ; sichè questo è grande eror, nè si poi excusar, che siando uno campo de i nimici si potente, el loro star in grandissimo suspello sì de i nimici come di la terra, non haver spie, nè vedete de cavali, nè altri mezi di esser advisali, ma esser siati trovati tulli desprovisli, che fino li inimici instessi biascmano una (anta perdila si tristamente. Di novo, le cose di Milano è asazatc, et par quodammodo non ce sia stala revolution alcuna, e da quella prima sera fin la matina che fu sachi-zati li alozamenli dove slavano li exerciti e il forzo de essi, prima per li patroni di esse case fu tolto il meglio, e la matina fu fato cride con pena de la for-cha che alcuna persona de qual condilion se voglia, sì foraussili come altri, non ardischano ne sachizar, nè far dispiazer alcuno, e tulio fu aquielato. La qual crida è slà fata in nome del reverendissimo Cardinal 132* de ’Medici el signor Prospero, e il Cardinal se inli-lulò Locolcnentc di la santissima liga. Et marchese di Peschara et quello di Manlua con li bispani et italiani sono andati a la volta di Como^et fin questa sera non se intende cosa alcuna. El li svizari se diceva voler andar a Lodi, et non sa se ancora Lodi è sta abandonalo. Et Cremona fornita era stala per li nimici, perchè si dice francesi l’aveano abandonala, et monsignor di Lutrech è andato per intrar dentro con le gente d’arme et fanti. Il signor Marco Anto- nio Colona è venuto a Venccia per esortar la Signoria stagi ferma con Pranza, proludendoli socorso di Franza, de’ sguizari et altri, eli’ è cose longe, e in questo mezo si poria portar le pene. Et non hanno un marcheto, et è uno anno che gente d'arme francese non hanno hauto un dinaro; sichè, per opinion sua, non si voria lenir il focho in casa. Et par il Cardinal di Medici si voy far duca di Milano; sichè è bon la Signoria conseglia ben le cose sue. Dii dito, di 27. Manda una relation di uno ex-plorator venuto di Milan, el è di ferma opinion che lutto sia demonstration dii Cardinal di Medici, qual tien si voy far duca di Milan, benché lo explorator dicha haver sentito le proclame questa sera fate in nome dii duca Francesco Sfora; e tal demonslra-lion si fa per lenir ben dispósto quel populo. Hefcrisse come tutto il Stailo di Milano ha voltolo exceplo Cremona, castello di Trezo, Ledi, Como e le forteze di Milano et Novara. Il marchese di Peschara cum le fantarie hyspane è andato a la impresa di Como, cum ordine, se quelli da Como a-spelerano l’artellarie, sia dato la lerra a sacho. Li svizari et italiani sono andati a la volta de Cremona, et hanno lassalo in Milano da 3000 fanli a la guarda del castello; et che se faceva uno fosso con repari aciò che quelli dii castello non gli potesse nocere. Dice etiarn che per le proclame, le fono in Milano in nome del reverendissimo Cardinal di Medici come governador dii duca Francesco Sforza, el in ultimo de le cride se dico: « Viva la sanla lega »; tamen per altri ha inlcso lai cride è sta fate in nome di ditto Cardinal come governador generai di la santissima lega, ltem, dice haver inteso da molli di primarii de Milano queste parole: t El bisogna far ogni cosa che el Duca stia bene con la Illustrissima Signoria, se el volo mantegnir il Slado pacifico ». È slà tolto ad alcuni contadini de Donale de questo te-ritorio bergamasco alcune bestie; quali sono andati a Milano el gli sono slà restituite. A Monsignorin Visconte è slà dato condula (Pi00 homeni d’arme, e altralante al conte Bortolo di Villa Chiara brexano, et già Monsignorin havia dato principio a far li soi. Et crede liaverà il modo di farli facilmente, perché, da poi svalisali li homeni d’arme di la Signoria nostra per brianceschi, esso Monsignorino andò al monte de Brianza, el ha voluto bona parte di li dilli cavali. Di Crema, fo 1 etere di sier Andrea Griti 133 procurator, provedador nevieral, di 27, irne... Come, havendoli replichalo monsignor di Lutrech che l’andasse a Cremona per conferir insieme, havia