467 MDXXII, febbraio. 468 Et l'altra messeno li Avogadori di Comun, che ’1 dito sia bandizà di Veniexia e dii dislrelo per anni 5 e pagi lire... El andò le parie: 5 di Avogadori, 31 di Consieri e Vicecai, el quesla fu presa ; et cussi tulli tre veneno a disnar a caxa, che fin hora è stali in prcxon. In questa matina, fo ìctere di Fiandra, di VO-rator nostro, da Bruxele, di primo, hore 3; et di Anglia, di sier Antonio Surian dotor, cava-lier, orator nostro, date a Londra, a dì 15; il sumario di le qual scriverò di solo. Da poi disnar, fo Conscjo di X con la Zonta, et fono sopra monelle. Voleno cresser il Mocenigo si spendi soldi 22 aciò le monede forestiere vadi fuo-ra, che altre monede non si spende. Et sopra questo fo varie opinion ; nulla concluso. Si ave uno a viso, per via di Francesco Pelizon a li Cai, come da Milano era sta mandati a Trento al duclia di Bari ducali 35 rnilia per pagar li lanzinech; el qual Duclia era parlilo di Trento per venir per li monti verso Como e venir a Milan. In quesla malina, inlroe Cao di XL sier Jacomo Marin qu. sier Bortolo, in loco di sier Bernardin Zane è intrado Zudexe di procuratori. A dì 18. La malina, veneno li 6 oratori brexani in Colegio et tolseno licentia di partirsi, et veneno con la pompa censuela. Et dito domino Hironimodi Bronà dotor, fato cavalier, fece le parole. El Doxe li usò grata ciera. El cussi da malina... si parteno per Brexa. È da saper, in questi zorni, in Rialto è sussità uno novo modo di vadagnar melando poco cavedal a fortuna, e fu comenzà in cosse basse, auctor Ili-ronimo Bambarara strazaruol, poi é venuto più in grosso. Prima, cadaun che voleva deva soldi 20, poi vene a lire 3, poi a ducali uno, et si meteva li precii, tapedi, spaliere e altre cosse; hor è venuto arzenti per zercha ducati 200, et altri ha messo una peza de reslagno d’oro dando ducati uno per nome. E si fa a questo modo : chi voi esser si noia sopra uno sfoio di caria e dà contadi fuora li danari, e come chi mele e al suo cavedal e di più assai ; lutti chi ha messo si reduseno in certe bolege a questo deputade, dove in do sacheli e tanti bolelini quanti quelli hanno deposilà in uno sachelo; el in l'altro tanti bolelini purscritiche dirà el tal predo; chi dize pacientia. Et cussi recluti tulli, si chiama uno pulin e si fa ben messedar li bolelini in dilli sache- li, poi cava fuora el nome dii primo sachelo e va al secondo, se vien predo quello li tocha è suo; se vien il boletin, eh’è scrito pacientia, non vadagna nulla | et è so disaventura ; sichè ogni di in Rialto si sta su queste pratiche. Et par che Lodovico da la Faità voghi meter ducali 4000, e tulli chi voi esser per quanti bolelini i voglino dagi ducali 10 per boletin; et poi che si habi il numero di danari, si caverà. Il primo precio sarà ducati 1000 e cussi va discoren-do, che sarà bella et honorevol ventura ; la poliza è fata e va atorno. Quello sarà, ne farò nota. Da poi disnar, fo Pregadi per lezer le letere di Fiandra et Anglia e far un Savio a terra ferma in luogo di sier Gasparo Malipiero è intrado governa-dor di l’inlrade, e uno Savio sora le Aque in luogo di sier Donà da Leze ha refudado, ma non fu fato, solum Savio a terra ferma. Et non fu il Doxe. Di Franga, fo leto di sier Zuan Badoer dotor et cavalier orator nostro, da Poesi, a dì 15 Zener. Come era li in quel vilazo, e il Re era, andato a Roan per aver zenle et poi veria a Mians et a Lion; et che per la concession fala a Paris di quelle immunità eie. li hnvia promesso dar 30 milia fanti pagali per loro. Di Spagna, zoè Fiandra, dii Contarini ora- 305 * tor nostro, da Bruxele, di primo, 3 et 4. Come parlò a la Maestà Regia zercha la risposta dii passo a li lanzinech, et era restà satisfato. Item, che ’1 veniva do oratori di Anglia, uno a quella Maestà, l’altro va a’ sguizari. Scrive coloquii auli col Gran Can-zelier el episcopo di Palenza, et altre particularità, ut in litteris. Dii Papa nulla se intendeva. Di la galia di Fiandra non havia potuto obtenir la revo-chation di quel articolo fo messo in le letere regie; sichè mandò le ditte letere in Bischaia. Di Anglia, dii Surian orator nostro, da Londra, di 25. Come li oratori francesi haveano auto audienlia dal Be, qual havia rimesso a consolar con il suo Conscjo e poi farli la risposta. Scrive dii mandar di do oratori quella Maestà, uno a la Cesarea Maestà, P altro a' sguizari a persuaderli non si movano, llem, che ’I Cardinal è sdegnalo con Franza per causa di haver mandalo il duca di Albania in Scozia. Item, di la galia di Fiandra, re-tenla in Bischaia, parlò al Cardinal scrivesse di novo a la Cesarea Maestà e l’acertasse non era capità li a San Sebastian per mal alcuno, ma per fortuna. Disse lui facesse la minuta che ’1 faria fusseno fale le lelere. Dii governador di Cremona fo letere. Di l’exilo di la cavalchala francese di là di Po, qual a Fiorenzuola svalisò 150 cavali lizieri dii signor Lodovico di Bozolo e alcuni fanti alozali lì. Di Brexa, di sier Hironimo da cha’ da Be-