MCCCCCVil, GENNAIO. 520 za pur assa’ maistro di cerimonie. De lì a poco vene il gran capifanio, magna comitante caterva, il quale, come il Spinèlli liebe visto, subito ritornò in-drieto. Et facte le acoglienze, dovendo ognun me- 244 terse a ordene, 1’ orator francese, per 1’ hordine za dato, se messe in mezo de missier Zorzi e dii gran capitanio. Il qual gran capitanio, visto questo, con surama gravità disse al francese: Monsignor, questa zornata è de questi signor ambasatori, perhò datili il loco suo, doman tocherà a vuj ; et esso orator francese, il qual è zentilissimo signor, subito se ritirò con la mula, et messo in mezo missier Zorzi, ponendossi lui a destris. Questa cossa ha dato molto da parlar a questa terra, perchè l’ordine del gran capitanio fo revera justo, per esser la giornata de li oratori nostri; et l’hordine del Spinelli fo disordine, et eonvien che se atribuisca o ver a malignità, che non crede, o ver a ignoranlia, che etiam manco crede, o ver a inadvertentia, per non haver advertito al giorno, ma a li oratori in si. Et missier Hector Barbarigo, exule, il quale è molto familiar dii gran capifanio, et molto da sua signoria beneficiato, li disse che quella sera instessa, essendo andato il gran capitanio im palazo, la majestà dii re, che havea intesa la cossa, li disse : Vuj havete data ozi un’ altra rota a’ francesi, non menor de quella del Garigliano ; et questo disse ridendo. Rispose il gran capitanio. lo non vulssi mai ben a’ francesi, nè mai vorò, tamen quel che io ho facto l’ho facto per el dover. Veneno etiam incontra tufi li ministri et familiari regij, et demum tuta la corte, ne s’è più honorada (sic) più da'questo calholico re legation alcuna di quel è stata honorata questa nostra. Ilebeno audientia, et fu secreta, secondo il consueto de questa ca-tholica majestà, il dì de’Innocenti, che fu a dì 28; fono ben visti e ben acharezati. Il zorno sequente visitorno le serenissime regine, la moglier et la sorda; hozi hanno visitato la serenissima regina di Hongaria, madama Beatrice, eloquentissima, et do cardinali, Borgia et Surente; doman visiterano il gran capitanio. Questi sono do honorevellissimi et gravissimi oratori etc. ; il Dandolo ha composto una oratane latina al re, quantunque la pronuiitiasse vulgar, et la manderà di qui. Da novo, la majestà dii re va assetando a la zornata le cosse di questo regno, ha expediti li privilegij de 9 de li primi baroni anzuini, tamen fin bora a niuno è slà dato il possesso; sono convocati tutti li signori dii regno a far l’omagio a */> il mexe proxi-ino futuro, nel qual tempo si farà parlamento generai. Marti, a 6 hore di nocte, che fo cri, se accese fo-cho in la chiesia di San Dorninico, in tre lochi, nel tecto, ne l’organo, ne la capclla granda, ne la quale erano li depositi ile re Forando vechio, de re Alfonxo, fiol, et de re Ferandin, coperti di brochato d’oro. Arse V aitar grando, li brochati d’oro e tutti al- 244* tri ornamenti, li corpi forno erepti da la fiamma in-tacli, li qual, con li oratori prediti, ha veduti; il foco dii tecto et de l’organo fo extincto. Dormivano in dieta capei la per custodia de le cosse do frati, li qual se desedono per una tavola, la qual caschò da alto, dove prima se accese il focho, per il che credeno alcuni la cossa esser stà facta a mano. Ex Neapoli, die 30 decembris 1506. Ricevuta qui a dì 8 zener. A dì 11. La matina sier Zuan Mozenigo, venuto capitanio di Cremona, referì il colegio, e il principio dato a fabricar il castello e sbassar le torre etc. Veneno tre oratori padoani, videlicet domino Scipion Sanguinazo, cavalier, domino Gasparo Or-sato, dotor, domino Antonio Cao di Vacha, da la Signoria, a dolersi di la morte dii suo pastor, qual tutta quella terra si doleva, per le optirne condilion havia, et pregava la illustrissima Signoria, da parte di quella lidelissima comunità, voglij far eleeione di un bon pastor, e non vadi in comenda. El principe li rispose bona verba, et'fosseno certi quel vescoado non andarla in comenda. Da poi disnar fo pregadi. Et leto le infraseriple letere : Da Corfù, di sier Zuam Zantani, et sier Bernardo Barbarigo, rectori. Inter alia, avisano di certe fuste rodiane et siciliane, che vanno damnificando nostri in colpho, et tra quelle insule dii Zante et Cefalonia. Da Corfù, di sier Hironimo Contarmi, provedador di V armada. Dimanda licentia di vegnir a disarmar ; et che se proveda de armada per te-guir secure le cosse da mar. Item, dii zonzer lì di sier Bernardin Taiapiera, soracomito, qual è stato do mexi a venir, si scusa esser stà tenuto in Dalmalia, unde fa processo per saper la verità. Dii Zante, di sier Donà da Leze, provedador. Che Mustafà, sanzacho di la Morea, che se trova a P Arcadia, aspectava hordine di la Porta di armar contra corsari. Item, rezercha esser refato de la sua fusta, per nostri Batuda a fondi za do anni a la Valona. Da Napoli di Romania, di sier Michiel Memo, et sier Piero Venier, rectori. Come resona va,.el turco voler armar questo anno bon numero di velie. Item, che ’l sanzacho lì vicino, parlando