47 MCCCCCIV, AGOSTO. 48 18 Dii mexe di avosto 1504. A dì primo. Fo intere di Otranto, di sier Fantin Malipiero, governador. Come a dì IU luio lo galie di Barbaria, capetanio sier, Piero Bragadin, se parti de lì, e fé velia per andar al suo viazo. Da poi disnar fo pregadi, per il caxo dii Landi, ladro, che fo expedito per quarantia, ma per honor di la terra, alento havia auto pocha pena, e meritava la forcha, fo per il conscio di X taià dita condanason, cornine alias fu fato di un Petriani etc. Parlò sier Beneto Sanudo, avogador, e introduse el caso; rispose domino Michicl Pensabcn, dotor, avochato, excusandolo esser in sacris, e haver la bolla la qual, licet si diclia è falssa, tamen non è cognosuta. Or andò la parte di procieder: IO non sinceri, 68 di la parte, 81 di no; el iterum: 4 non sinceri, li!) di si, 89 di no; nihil captum, el fo rimesso im prexon. A dì 2. Fo conseio di X. In questo mexe è capi : sier Piero Capello, sier Zorzi Emo, nuovo, et sier Marco Antonio Loredam. A dì 3. Fo pregadi. Nulla fo, tutto secreto. A dì 4. Fo gran consejo. Fato uno avogador di eomun, in luogo di sier Zorzi Loredan, che compie, sier Marco Antonio Loredan, cao di X, qual rimase da sier llironimo Querini, fo savio a terra ferma, clie vene per seurtinio; et aceptò et introe. Fu posto, per il principe, consieri e cai di 40, che quelli erano in li oficij vanno im pregadi, non potesseno esser elecli di pregadi ; e questo, perché molli si levano tuor di pregadi, tamen erano ancora in li oficij, e tolevuno la volta a un altro. Ave la parte: 27 non sinceri, 118 di no, 878 di la parte. Ancora fu posto, per li consieri, che quelli erano deputali a li collegij si dovesseno redur, im pena ut inparte.; et fu presa. 44, et 810. A dì 5. Non fo nulla. A dì 6. Fo gran consejo. Fato podestà a Vicenza, sier Nicolò Bernardo, è di pregadi, quondam sier Piero. Et accidit, che sier Marco Antonio Loredam, cao di X, fè mandar zò di conseio sier Francesco Loredan, di sier Zorzi, per haver parlato, ut dici tur, a quelli di elelion; et tamen fo dillo, fece per vindicharsi di certa inimicitia Ira Ihoro etc. Fu poslo, per li consieri, el balotato la gratia dì la moier di sier Sabastian Lion, è cao dì 40, per aver palilo per la perdeda di Modon, che li sia dato certe canzelarie, ut in parte; e fu presa. A dì 7. Fo consejo di X. A dì 8. Fo pregadi per la terra, nescio quid. A dì 9. Fo pregadi, per expedir sier llironimo Contarini, fo podestà et capetanio a Trevixo, intromesso per sier Zorzi Loredam, avogador, per Trevixo, per aver voluto far amazar el vescovo etc., qual fu preso di relenirlo in quarantia, e si apresentò eie., or andava per la terra. Parlò l’avogador predillo, el fino sera fo lelo poi le scriture, et rimesso a uno altro conseio. A dì X. Fo gran consejo. Fato podestà et capetanio in Cao d’Istria sier Piero Loredan. El a Padoa fu zoslrato, vi fu assaissimi patricij veneti ; et la zoslra durò fin al luni e vadagnò Rizin da Asola. Adì 11 avosto. Fo pregadi per la terra. Jo era 18 * a Padoa. A di 12. Fo pregadi, per expedir sier llironimo Coniarmi sopraditto. Parlò iterum sier Zorzi Loredam, qual intromesse un spazo fato per il colegio etc. ; rispose sier Lunardo Mozenigo, consier. Andò la parte : 1 non sinceri, 20 per l’avogador, 60 per il Contarini ; e fo expedito, ita che fu asolto. El pocho da poi rimase di pregadi, che prima più volle era ca-zuto; sì che si à visto la Inuocentia sua. A dì 13. Non fo 0. Si ave aviso, come Zorzi Negro, secretano nostro, ritornava da Constantino-poli, a Corl’ù era morto. Adì 11. Fo conseio di X. A dì 16. Fo gran conseio. Si ave certissimo, il caslelan ili Forlì aversi acordà col papa di darli la rocha etc. ; et le partie fo fate qua di danari, parli in bancho di Pixani et parte in banchodi Augustini; sì che il papa averà la rocha. A dì 15, fo la Maduna. Non fo 0, dovea scriver prima. A dì 17. Di Roma. Di la morte dii Cardinal... ____... Item, hessendo stà preso uno ladro, ili compagni dii Landi, a Mestre, qual havia la senlentia fata, or era prete, et sier Beneto Sanudo, olim avogador, voleva fusse impichalo, parse a sier Luclia Trun, avogador, non fusse ben preso a Mestre, et esser in sacris. Disputato in 4.“* il Trun ave 17, il Sanudo 3 ; et fti rilassato. Da poi disnar fo conseio di X, con zonta. A dì 18. L’orator yspano, stato assa’ a Padoa a mudar aere, per esser stà amalalo, ritornò qui et andò in colegio. , A dì 19. Fo pregadi. Fo leto la deposilion, fata in scriptis, avanti el spirasse, per Zorzi Negro, secretano nostro, ritornava di Conslantinopoli, che avisava il tutto; el nulla aver fato zereha Alcxio ni altro, imo il turcho volerlo ogni modo. Etiam ini principio zura, che quel li fu oposlo, quando l’andò