297 MÜXXI, DICEMBRE. 298 svanissimo re, sicome per altre col Senato li è sta scrito, voghi far il tutto et esser unito con ditto Lu-trech ; con altre parole, ut in littoria. Fu presa ili tutto il Consejo. Fu posto, per 4 Savii a terra ferma, excepto sier Toma Mocenigo, che a sier Zuan Tiepolo qu. sier Marco, fa il meslier dii soldo, li sia dato provi-sion ducati 10 al mexe a page 8 a l’anno, ut in parte. Et fo intrigata, sichè non fu balotala. Fu posto, per sier Francesco Foscari savio dii Consejo, una parte di questo tenor: Acciò che se fazi elettane, che meritamente far si die optima, dei Sa- vii dii Colegio nostro in queste importantissime oc-corentie, provedendose che ’1 non sia in facilità de non si far denominar, ma che a ogniuno sia libero per conscientia soa far denominatione de chi li piace, l’anderà parte che li Savii de terra ferma, che al presente se hanno da elezer, e tutti li altri Savii dii Consejo come di Terra ferma che de caetero durante la presente guerra si elegerano, siano elecli per bollelini, nè possino refudar solo pena de ducati 500, olirà le allrc pene statuite per la forma de le leze nostre conira i refudanti. Ave di si 158, de no 44, niuna non sincera. Et fu presa. •200 Ma prima fu tolto scurtinio di tre Savii di terra ferma, in luogo di sier Zuan Antonio Dandolo, sier | Domenego Ventar, sier Tomà Mocenigo, che com-pieno, et fu tolti numero ... e di varia sorte. Io Marin Sanudo non fui nominato, perchè è alcuni anni non mi feci luor; per il che visto ditti tolti, sier Francesco Foscari savio dii Consejo messe la sopra dila parte; et il primo Pregadi i se farano. Noto. Le galie di Barulo, capifanio sier Andrea da Molin, è zonle in Istria, dove zonse a Parenzo Zuoba, a di 26, e il forzo di merchadanti è venuti in questa terra. Il viazo è stà curio di mexi 4, zorni ... Non ha cargà con ordine ma a refuso, el hanno questo cargo, come intesi, specie colli zercha 500, zenzer 350, piper 100, garofoli 22, canele 21, en-degi casse 50, drogherie colli 100, sede di Soria colli 450, e di la Romania levate zercha 100, zenere sachi 900, zebibi 300 etc. A dì 29, Domenega. La malina vene in Colegio sier Hironimo Juslinian qu. sier Beneto, venuto relor di la Cania; et poiché vene l’oralor di Franza, baroli di Leze, non potè referir. In loco dii qual andoe sier Piero Foscolo. Vene uno messo di sguizari con le ter e di quelli signori numero 2, date a Zurich, a dì 17 De-cembrio, qual Io le vidi et forsi sarano sorile qui soto. Scrive, come hanno fato li la dieta el votano ajutar il re Chrislianissimo a recuperar la soa ducea di Milan, però avisa la Signoria voy lenir li passi e ben custodir, acciò li spagnoli e altri, che si hanno inrichiti non vadino via, et questo lino al suo venir; con altre parole, sicome in ditte letcre si conlien. El fo falo alozar dillo messo a 1’ hostaria a speso di la Signoria nostra; el al suo partir con la risposta, se li darà danari. Vene il baroli di Leze oralor dii re Chrislianissimo, con letcre di Lutrech da Cremona, qual li manda una lelera dii re Chrislianissimo scrita in Franza, solo scrita di sua mano, la copia di la qual etiam, potendo, sarà notada qui avanti. Di sier Andrea Griti procurato)-, proveda-dor generai, di Ureinuovi, di 18, Ime 23. Manda la Iranslalion de la lelera scrive il re Chrislianissimo a monsignor di Lutrech. Copia di una letcra scrita per il re Christianis- 201 simo a monsignor di Lutrech, mandala a la Signoria in Ictcrc dii provedador generai Griti, data a dì 28 Dcccmbrio 1521, bore 23. Mio cusino. Ilo ricevuto le lelerc che me liavete scrito per La Facondiera, et inteso quanto mi ha dito da vostra parte, et in qual modo sono di presente li afari de Milano. El perchè è necessario diligentemente remediarli et provederli in modo che li inimici non gli facciano lungo sogiorno, ho incontinente ordinalo le provisión qui apresso declarate, cioè ho scrito el mandalo il signor de Lameth a fare lulla instantia verso li signori di le liglie, a farli a loro bene intendere tulio quello che è accaduto nel mio ditto ducalo de Milano, la obligatione quale hanno ad ajutarmi a guardarlo, defenderlo e conservarlo per vigore de la alianza et confederalione che ho con loro, el a non farmegli alcuna guerra, né ofTen-sione per virtù de la pace et amicitia gran tempo fa tratata et capitolata tra loro el nui, et de avantjgio a darmi per ajulo et socorso uno bono et gran numero de le loro gente de guerra, el a farne una levala secondo la ditta alianza. El quella fata, farli partire el marchiare in tutta diligcntia dreto nel mio ditto Ducalo per servirmi al recuperamenlo de quello et discacciare li diti mei inimici, li quali sono intrati, come voi avete veduto, contra il debito el ogni ra-sone, perchè ciascuno sa assai che il Papa non gli à nè può bavere, nè pretende, niuno diritto, né querela alcuna. Et per diligcntare la dilla levata, domane partirà Memoransi el Diesbach per andare in