981 MDXXI, MAGGIO. 282 Baiasi!, fo gran disputation sopra dito Alexio che ’I Turcho lo voleva ; tamen fo cala questo expediente di farlo ruinar et disabitar; e cussi fo fato. A dì 29, fo il sorno dii Corpo di Christo. La Signoria, vicedoxe sier Batista Enzo, vestito di damasco cremexin, con li oratori Papa, Franza, Hongaria, Ferara e Manloa vene a messa in chiesia, e altri patricii assa’ vestiti di seda e di scartato, Ira li qual Io vi era vestito di seda, et sier Sebastian Contarmi el eavalier vestilo con uno manto d’oro con campanoni zoladi su la spala e cadena grossa d’oro. Fti dito la messa per il Patriarca, nè vi fu altro episcopo con mitria, chc il consueto era averne bon numero. Avanti eravi lo episcopo di Traù frate di San Domenego, e altri episcopi vanno in peregrina -zo, e assa’ pelegrini, zercha .., quali lutti aveno el so’ candeloto. Ninna Scuola fe’ soleri se non San Rocho, che ne feno 6 bellissimi con representalion dii Testamento vechio. E compito di andar atorno, no l’ussir de la Signoria di palazo comenzò una gran pioza, adeo si convene intrar in chiesa per la porta dii Balisterio, et si andò atorno la chiesa ; et cussi fo finita. 0 Da poi disnar, fo gran pioza, adeo non si polè compir ni far la procession al Corpus Domini ju-sta il consueto. Sono molti pelegrini venuti in questa terra, et fo messe 4 nave per il Zaffo andar con pelegrini, tamen do sole ave nolo, zoè quella di Coresi, che nolizò pelegrini numero .... con scudi 50 l’uno, el il barzoto di sier Zuan Francesco Justinian e compagni con pelegrini numero ... ; le qual do nave partino a di. . . dito. In questa malina, si reduse il Principe con il Co-legio, per tempo, ad aldir il presidente di San Zorzi et dirli la deliberalion dii Consejo di X con la Zonta fata eri, che in li nostri monasterii volemo siano abati di nostri subditi ; sichè diio presidente e definitori partirano. Di Roma, fo letere di l’ Orator, di 26, et di Napoli, di.. . qual fo lete, el sumario di le qual noterò poi. A dì 31, ultimo. Fo grandissima pioza tutta la note e la matina, nè il Doxe fo in Colegio ; fo sohm do Consieri : sier Lucha Trun et sier Polo Donado ; li Cai di XL sier Lodovico Querini, sier Ilironimo Marzelo, sier Zuan Pixani ; do savii dii Consejo : sier Domenego Trevixan procuralor, sier Andrea Gritti procurator; Ire di Terra ferma: sier Pandolfo Mo-rexini, sier Piero da Pexaro e sier Francesco-Contarmi e li Savii ai ordeni. Di sier Marco Minio, va orator al Turco, fo teiere da ... . Zercha certe dechiaralion rechiede per le cosse di Napoli di Romania, intervenendo quelli confini, ut in tittcris. Et li Cai di XL volseno Pregadi per meter una parte, che le possession resta a vendersi dii Polese-ne di Ruigo, che sono ubligate a la francatimi dii Monte Novo, siano ubligate per far di le intrade per far le exequie ogni anno dii cardenal Zen ; et li Consieri devano ajulo a questa opinion. A l’incontro, sier Domenego Trevixan eavalier, procuralor, non senle e voi contradirla; el non essendo se non do Consieri, non si potè ordenar Pregadi. Questo feva li Cai di XL, perchè voleano poi aver li ducali 100 lassa ditto cardenal, et li Consieri etiam voi li sui. Da poi disnar aduncha, fo Consejo di X con la Zonta. Et prima feno li Cai di X per Zugno : sier Jacomo Michiel, sier Nicolò Dolfin et sier Bernardo Marzelo stali altre volte. Et non essendo redulo il numero di la Zonta, quella fo licenliata, et introno su certo processo di un presonier, et fo tajà il spazo di Colegio. Di sier Francesco Corner el eavalier, vien orator di la Cesarea Maestà, fo teiere date cipresso Yspruch a . . . , a dì 25. Qual scrive aver dato li 20 milia ducati in Augusta, zoè le lelere eie., e ha auto li capitoli autentici et le letere execulorial, però si mandi presto a far exequir. Exemplum. Serenissimo Regi Portugalliee. Nobili viro et dilecto civi nostro Alexandro Pisauro triremium nostrarum ad Africa? ora destina-tarum profecto in mandatis dedimus ut Ulixbonam cum ipsis triremibus se conferat in argumenlum verse amicitiae qua; nobis cum regia Majestate Ve-stra ejusque Serenissimis majoribus semper inter-cessit, et eidem nonnulla nostro nomine explicaret. Rogamus itaque Majeslalem Vestram ut prafeclo ipsi nostro in iis que nostris verbis exponet, (idem per-inde habere placeat ac si nosmetipsi coram verba faceremus. Data die 8 Maii 1521, in nostro Ducali palatio. Fo scrito al prefato Capitanio, zonto a Lisbona et visitando quel Serenissimo Re, datoli li presenti, vedi intender el modo e forma che le galìe nostre (1) La carta 170’ è bianca. 171*'