107 MDXXI, APRILE. 108 partì di qui, poi, a dì 28 la conserva, el stentò, nè li volseno dar li Patroni sier Piero Donado e sier Auzolo Juslinian li ducali 400 dia aver il Capitunio per le leze in le man. Partì poi di Puola e andono a Saragosa, poi a Cao Maserata, demutn Zerbi ; biase-mò quella scala ; et a Tunis state zorni 10 a conzar la balalazion di Doliini in ducali 2000 e li ave. Vene una arnaada di turchi, vele 32, videlicet una galìa bastarda, 4 (uste grosse, il resto fuste, et prese la torre di la Goleta, tolse di quella arlellarie pezi 4; linde lui, per dubito etc. si levò el andò a Cao Cartagine. Li Patroni rimase in terra, poi levati in gulia ringratiò Dio erano scapolali. Et volendo il Capita- ilio andar, loro non volseno et veneno a Trapano, poi a Palermo, el zonse l’armada di Spagna ; quel vice capitanio don Diego di Guera lo pregò indu-siasse fin venisse don Hugo di Monchada capitanio, perchè voleano tuor l’impresa di Barbaria ; fu contento, e restò assa’ de lì. Poi il Dezeinbrio lornono a Tunis, et li Patroni si acordono con li mori di levarli tandem, et fo venduto al Re assa’ robe per ducali 22 rnilia; e il Re ha di la doana di mori vien su le galle ducati 7000. Ilor mori iudusiava al cargar le robe. Esso Capitanio non sapeva perchè li Patroni havia fato il nolizà senza soa sapula, et pur comenzò a cargar una barca con balle di tele; andò in aqua, fo necessario sugarle e darli il lustro; bor sleteno assai a cargar ditte robe di mori. Si legò el andono sora Zerbi ; stele su le volle ; poi, per tempi, andono a Porto Magio, ch’è bon porto ; fe’ ben ; le galle tanto oro vadagnono, mercanti 60 per 100 di ar- ♦ zerdi. Poi si levò et vene a . . . con pessimo tempo ; non aveano in galìa si non frisopo, lava et aqua ; la causa fo di Patroni, come disse. Hor il Capitanio volse tuor porto, et volendo andar a .... , il patron Donado non volse, e con alcuni mercadanli fato acordo, pregò esso Capitanio venisse a ...., eli’ è mia 300 lontan, c cussi si vene . . . L’Acantara è di spagnoli, et a Oran non li è si non soldati; hor andò a Oene, è lontan di Tremissen zornate . .. . , et con mori di Tremissen mori feno ben...... . .. , et Abeles di la Gomiera non potè andar. Andò a Oran, cargando i Patroni eie., e il Donado diceva : « Quel can mi morderà dii suo----, mi medicarò. » Stete 33 dì, dovea star 25 solnm per il nolizà fatto con mori, el poi vene in Cartagena. Demutn a Valenza terra di Spagna, et uno cavalier ave danno da’ mori, nominato Spina, volendo pagarsi, prese 2 mori e sede per ducati 2000, dicea dovea aver 4000 da mori, ma non le sede. A Valenza è calegeri e zava-teri che governa. Et vien uno ambassador qui, paga dal ditto Spina. Hor si volse fornir le galìe per Cha-ramamut corsaro, e di gomene e biscolo etc. ; fe’ 2 provedilori mercadanli a questo. Poi vene a Tunis. Il Re era in campo una zornata e meza lontan; li mercadanli dovea aver, maxime li Palroni ; volse star li a esser pagati. E una letera di la Signoria ave persuadesse il Re a pagar; essi mercadanti a la fin fo pagali di nasarini mezi falsi. Et li mori, quali fa mercadantia con pochi danari, portava le robe in terra, vendeva, pagava i noli; et volendo esso Capitanio li noli scuoder lui, come è il consueto, li Patroni non volse, e il Donado andò a meza galìa, nè lassava Irar robe di mercadanli fuora. A la fin il Capitanio voleva lui li danari, dovea aver ducati 700 spesi per loro, finosi intenda. Dissedi gran amalali fo su le galle, da numero 80, quasi frevre pestilential. Li Patroni non li ajulava, el lui Capitanio zonto a . . . messe tende in terra per varirli, li so-vene dii suo, come è noto a tulli. Le galìe non avia biscolo ; comprò dii suo. Item, convene manzar fava e tormenti per non trovar biscolo per avanti, et stele zorni 46 de lì. Hor li Patroni si partile et ve- 66 neno in questa terra, lassando le galìe in terra de’ mori senza alcun provedimento ; cosa mai più fata. Et à ben parso che per queslo Consejo fu preso di relenirli. Disse, come volendo far un vicepatron a l’altra galla Zustignana, chiamò il Consejo di XII; niun marcadante volse aceplar. Si duol lui non ha poter di punir li Patroni a li viluperii li hanno facto. Hor infine sier Sebastian Pixani qu. sier Bernardo' fu conlento esser vice patron di dita galìa, e lo lauda assai. Poi partito, vene a Saragoza, dmurn, per aver aqua, a Corfù. Disse, lui non è slà causa di la longe-za di viazo, ma li Patroni, perchè lui ha ducali 90 in tulio il viazo. Per lui feva venir preslo, perchè non ha fato di marcadantia ; e cargo molto li Patroni. El zonto a Zara, Irovò sier Antonio Donado fradelo dii Patron, venuto per saldar la galìa. Et volendo venir uno signor ungaro a veder la galìa, dimandò al fante di......li arzenti e ge li dete. Hor volendoli poi haver, non li vulse restituir, unde usò stranie parole ; sichè li convene farseli dar, perchè li negava averli auti. Poi zonseno in Histria, et facendo la parenzana, vene il fradello di sier Anzolo Juslinian el con alcuni zenlilhomeni andò in java di la so’ galla, et tolse per forza uno suo scrigno boiate», qual lui Capitanio boloe, e ordinato al scrivan consigliarlo in doana a ordine di esso Capitanio; sichè sempre è sta perseguitato. Concludendo, è stà martire queslo viazo, pregando li Avogadori fazi processo conira di lui et examini chi voleno di le galìe e in-