169 MDXXI, % certe lelere a l’imperador etc. 11 Doxe si dolse dii danno el disse li Savii la consejaria. Fono mandali sier PandolfoMorexini e sier Piero da Pexaro savii a Terra ferma da l’orator hon-garo per la maleria pecuniaria ; et parlalo hinc inde, esso orator calò 1000 ducali, videlicct 25 milia, e averli con tempo el in monition e artiglieria, qual torà per ducati 6000 per ponerle in Scardona e altri lochi per defendersi conica turchi. Tamen li nostri steno saldi a ducati 12 milia. Ritornerano poi dornan el vederano di risolversi. Morite l’altro eri, in questa terra, sier Bernardin Orio el cavalier, qu. sier Piero, feva il meslier dii soldo, stava a la custodia di Civida! di Friul con 20 fanti, e poco è li fo cresuli altri 40. Fo sepullo a San Benelo in l’arca di suo padre. Et per Colegio, quando li fo dato licenlia che ’1 venisse in questa terra a curar la sua egritudine, fo scrito al Luogotenente vi mandasse al governo di Cividal e di quelli fanti sier Lorenzo Zantani maraschalco di la Patria di Friul; e cussi andoe. El cavalier di la Volpe era andato de lì, visto non bisogna, pur si partì con licenlia di la Signoria e vene a Udene. Nolo. In questa terra è assa’ malalie, maxime in monasterii a Santa f di la Zueca lutto le monache amalate, a San Daniel el altrove; ma poi comenzono a varir; et fo per li caldi stati questo inverno. 104 A dì 25, fo San Marco. La malina, si vene in chiexia a la messa pontifìchal dila per lo episcopo di Chisamo con il pivial è da dir messa, di perle for-nido. Eravi vicedoxe sier Luca Trun vestilo damaschili cremesin ; oratori, Legato dii Papa, Franza, Fe-rara e Mantoa, el uno Colateral di le zenle di Franza venuto di Roma e di Loreto; et eravi etiam uno zerman dii Governador nostro zeneral nominato . . ..., e altri invidati al pranso. Et passato le Scuole, la prima di San Zane porlono la f miraculosa soto l’ombrela; poi la Misericordia con una ancona su uno soler et uno soler belissimo novo dorado, sul qual è il tabernaculo di la spina di Chrislo ; la scuola di la Carità con l’anconela li donò il cardenal Niceno e altre reliquie, et in una casseta di cristalo di la vesta di Chrislo ; quella di San Rocho una anconeta bella et il dedo di San Rocho; poi San Marco, l’a-nello di San Marco. Poi oferseno do arte, zoè velu-deri over samileri, et ziponeri e sartori. Demum si andò a disnar lutti; pasto justa il consueto. Et ozi fo il perdon di colpa e di pena in la scuola di San Marco. Da poi vesporo, li Savii si reduseno a dar au-dienlia. È da saper come eri, poi vesporo, la SÌ- APRILE. 170 gnoria andò in camera dii Doxe, come ho scrito, per aldir l’orator di Ferara, et vene l’oralor di Franza, dicendo voler parlar al Doxe solo in secreto. Parso di novo a Soa Serenità questo, e disse ai Consieri : « Volemo aldirlo con vui presenti ». Ma visto il Colegio voleva audienlia solo dal Doxe, fo diio al Doxe, per il Colegio e Cai di X, lo aldise; e cussi li Consieri e il Colegio audono di sopra. Et vene diio orator di Franza con do saclii pieni di roba, zoè ninzuoli e coltre tutte strazade, dicendo « L’o-iìcio vostro di le Raxon vechie mi Irata a questo muodo », e feli svudar in camera dii Doxe, dicendo, se la Signoria non voi farne dar di boni, li comprerà lui eie., parlò con colora. El Principe si dolse, dicendo si provederia, e l’orator si partì e lassò le robe cussi in camera dii Doxe. Vene il Colegio poi zoso, e inteso sta cossa, couclusetio ditto orator era lezier e colerico, e fo mandalo per Alexandro Frizier masser di le Raxon vechie, qual ha questo cargo, comelendoli li dagi quello el voi. El qual disse haver tanta roba datoli quanto 3 altri oratori. A dì 26. La matina, vene l’oralor dii Papa, zoè il Legalo, a dir havia auto uno brieve dii Papa, come il Papa armava do galìe in Ancona per corsari, et voleva comprar li remi in questa terra per li soi danari; el la Signoria li concesse donarli 300 per parte presa ozi in Consejo di X. Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonla, et fo lete lo le ter e di Roma, di 23, et di Napoli, venute questa matina. Fu preso dar ducati 300 di danari.... a sier Marin Falier eleto Camerlengo di cornun, aziò fazi la cassa. Item, fono su cosse particular non da conio. A dì 27. La matina, non fu lelere. Vene il Legato dii Papa et parlò dii canonica di sier Trojan Bolani per il Merchadeli etc. Fo parlato zercha la provision si ha a far per le lane di nostri, videlicet sier Mafio Bernardo e compagni poco numero . . . , di valuta ducali . . . milia, fate discargar a Gantes, ch’è una isola sotto il re di Spagna, e questo per la ripresaja di quel Ariuso etc.; tamen si ha le suspension di dilte represse e marche, e fo diliberato scriver una letera a l’Oralor nostro apresso la Cesarea Maestà, parli al Re e fazi il tulto sia restituito, volendo manlenir la fede datane per Sua Majestà. Da poi disnar, fo Pregadi,; non fu il Principe. E fu fato in sala di Gran Consejo da la banda di qua, justa il consueto. Fo lelo una letera di sier Zuan Batista Me- 104*