481 mdxXi, sera si farà fochi c campane, et cussi durerà per tre zorni. Fo subito, per la Signoria, mandato a dir in Zecha baleseno monede col nome Antonio Grimani Doxe, videlicet da 16, 8 et 4 soldi; et cussi fo ballilo ducali 300. Era a la cassa Masser a la moneda di Parzenlo sier Vicenzo Orio qu. sier Zuane. Fo batudo etiam ducali da uno et da mezo nuovi zer-clia ducati 200. Le stampe erano fate, inanellava le letere e la testa a far, c le monede balute, nè mancava si non stampar; fo fato la Bolla di piombo. Et scrito teiere in nome di Soa Serenità a tulli li re-ctori nostri, avisarli di tal crealione et fazino soni e fochi per tre zorni. Item, dite letere si spazoe percavalari; ma fo expedito poi letere per noncii amici di Consieri et Cai di XL a Roma, Pranza, An-glia, a l’imperador, Hongaria, Napoli, Milan, Ferara, Mantoa el Fiorenza, Siena et con avisarli di la sua assumptione al Ducalo. Li Consieri et Cai di XL expediteno il palazo, licei eri sier Nicolò Bernardo consier, per non si sentir, andò a caxa ; il Canzelier grando, per esser indisposto di gote, non si vele. Et poi la Piaza, la Chiexia et palazo pieno di zenle, fo stimato da persone 50 milin, e donne a’ balconi atorno la Piaza, Soa Serenità, a hore 21 l/2, vene zoso in chiesia di San Marco con li soi XL1 et parenti, per la porta picola andò in chiexia, dove montato sul pergolo primo, poi sier Michiel Sala-mon e sier Domenego Beneto priori più vechi, et li 284' Procuratori, primo sier Antonio Trun con mantello di scarlato e li allri di seda el scarlalo, el uno di negro, et uno solo di paonazo, et sier Alvise da Molin procuralor di tabi negro, et con capitani avanti ve-neno dentro, et montati sul pergolo, come ho dito, sier Michiel Salamon più vechio montò in alto et disse queste parole; ma non fu inteso: Essendo defuncto el Serenissimo Principe nostro missier Lunardo Loredan, e volendo oporlunamenle proveder la Signoria nostra de successor, ha clecto con el Senato suo in Principe nostro il Serenissimo et excellentissimo missier Antonio Grimani qui presente, le virtù et degne condilion del qual, mediante la Divina Gralia sono tale che grandemente sedie sperar el ben et conserva lion del Stado et ogni comodila si publica, come privala ; la qual assumplion a lelitia et consolation de lutti ve è signifìchala, et azò che quello vui recognosè per Principe el capo vostro. Da poi Soa Serenità parloe, dicendo, poi che l’ha piacesto a la Divina Maestà di meterlo a lai grado, prometeva abondanlia, juslilia et manlenir paxe; e si ne sarà fato guerra, farla gajardamente et andar in persona, e lutti comenzò a cridar « viva » eie. / Viarii di M. Sanuto. — Tom. XXX. luqliò. 482 Da poi vene Soa Serenità zoso con li XLI driedo, el andò a l’altar grando di San Marco et basoc il mazor canonico, qual fo il piovati di San Silvestro, e lo investite; e lì sopra il messal zuroe il stalo el lionor de la chiesia di San Marco bona fide et sine fraude conservar. Et esso canonico, per nome dii Primocerio, lo investile et li dete il vexillo rosso di San Marco con la sua arma, et questo riman suo, e il Dominio lo paga, e il Doxe dà a li canonici ducali 15. Poi el Doxe delc dillo vexillo a l’Armirajo de l’Arsenal in man. El venuto a la scala dii choro, montoe sopra uno pulpito di legno dipinto di rosso con San Marco, qual fu porlado per li marinari di l’Arsenal con bastoni rossi in man e San Marco depento suso. E questo pulpito è quadro. Il Doxe sta senlado, e driedo di Soa Serenità li andò doi, zoè sier Marco e sier Velor soi nepoti, et havia uno ba-zil d’arzenlo davanti, qual è di l’Armirajo per soa regalia, e li marinari lo mena ha ducali... per uno. Et cussi ussito di chiesia, fo menato atorno la Piaza sempre butando danari, zoè ducali d’oro e da mezo 285 ducalo, el monede buloe di 16, 8 et 4 stampade ozi col suo nome suso. Poi fu portalo in palazo, et smontalo a la scala di piera, fo portalo suso a peso e con gran furia (per la zente) che erano su la scala. E la leze vuol che lì al palo si fazi tal cerimonie, tamen non si potè far per la gran zenle era, se non solo il vólto, dove era la Signoria con li XLI che lo aspelavano. Et ivi, per sier Antonio Juslinian dotor, Consier li fo posto la vela di tela; poi per sier Balista Erizo, Consier più vechio, li fu posto la bareta ducal di zoie, che si tien in le zoje di San Marco, dicendoli tal parole: Accipe coronam DucatusVcnetianm. Poi andò con li Consicri al secondo arco dii palazo, e lì parloe al populo, dicendo le parole havia dillo in chiesia. E butar si conveniva danari; ma non buloe, perchè li nepoti erano andati di suso in palazo. Poi Soa Serenità andò con la Signoria sola in sala di Pio- * vegi e senloe come Doxe, et etiam parloe al populo, ut supra, e buio danari, e li Consieri li apresentoe il suo balotin e ge lo racomandoe, e il Doxe lo aceloe. Poi Soa Serenità andò in palazo a reposarsi, e li Consieri e Cai di XL andono a caxa loro, et prima andono li XLI. Ma domenle el Doxe era in sala di Piovegi, sier Marco Grimani suo nepote al balcon dii palazo butoe danari a molti che con furia li asu-nava. Etiam suo nepole domino Marin Grimani patriarca di Aquileja era in chiesiola di la Procuralia su la Piaza et butava ducali et monede a Itilii per alegreza. Questo fo fìol di sier Hironimo fiol di Soa Serenità. Poi Soa Serenità messe ordine andar la 31