93 MDXXI, APRILE. 94 complacería la Maestà prefata. Hor dito Grancanze-lier disse parlería a Cliievers et a quelli dii Consejo e li risponderla. Scrive, ricevete nostre di 24 et ‘26 Fevrer solicitándolo a la expedition, et cussi fa et exequirà quanto li è imposto con Cliievers et Gran canzelier. La letera a l’illustrissimo Infante congratulatoria di le noze, non 1’ ha mandala, perchè el vien a la corte, e per dubito di Ruberto di la Marchia et dii duca di Geler, vien con barca per aqua. Scrive, se li dà titolo di Serenissimo, tamen di lì li danno Illustrissimo, però è bon mandar il titolo. La * dieta si continua, et a le proposilion regie non hanno risposto altro, solum in caxo di absentia voleno sia vicario in loco di Soa Maestà il conte Palatino. Scrive, la provisión di zente contra Ruberto di la Marchia si continua, et è stà fato proclama di qui e per le altre terre, niun subdito de l’Imperio vadi a soldo di altri, et questo fanno acciò non vadino a’ slipendii dii re Christianissimo, che ne va assai, per esser questa gente germana avidissima al danaro. Et l’orator dii re Christianissimo li ha dito diversi capitani di fanti, stali col re Christianissimo, è venuti da lui a dirli si ’1 voi lo anderano a servir etiam con zente, nè slimano tal crida. Et avisa, quelli signori spagnoli, è de lì, aversi doluto con la Cesarea Maestà di licentiar le nave erano in Fiandra, eli’ è segnai Soa Maestà non voy andar in Spagna; al che li hanno risposto non è vero, et erano sta licentiale quelle non era a proposito, ma ben retenute quelle è bone al passar di Soa Maestà in Spagna. Scrive, il Re non ense di camera ancora per la indisposilion 1’ ha dii stomaco. Hanno scrito al Viceré di Napoli, dagi il possesso di Terno et San ... al duca di Airi et. . . comprati per ducati 40 milia, e vendi do altre terre; sichè sperano aver 120 milia ducati, e con quelli pa-gerà e le zente d’arme e li fanti l’ha in reame ; e scrito non tegni tanto numero di fanti, ma fazi cernida el licentii li tristi; ma vedi di far per via che li licenliali non fazino danno, e stagi vigilante a quel regno. Et cussi spazano queste letere al presente al Viceré di Napoli. Di domino Jacomo Florio dotor, di 19, ivi. Scrive li successi col Gran canzelier, e che per lui, ni per l’Oralor manca di dir le raxon nostre, ut in litteris ; ma quelli dii Consejo di Yspruch é conlra-rii per la Ydria hanno, di la vena di arzenlo, per loro interesse. Et scrive, zercha il partido portò prima dii Covolo, Bulistagno e Ampezo, par habino raxon ; di Brenlonega, More el Avi provano non esser solo Verona, ma da 100 anni solo Rovere. Dii partir le ville non saria mal, perchè quelle di Mapan è ville 8, di Tolmin è su’ monti; ma di beni di subdilì non è di parlar; hanno grandissimo torto eie. Di l’orator Corner predito, date a Forma- 56 ha a dì 13. Come in la dieta il Re solicita il suo venir in Italia, qual scrive il Christianissimo re per una letera mandata al suo orator, el lo avisa il marchese di Brandiburg, ch’è qui, averli scrilo voria danari a conto di scudi 80 milia li resta dar per le noze di la cugnata nel lìol di esso Marchexe ; al che il Re li comete debbi dirli voi mantenirli la promessa di le noze, et olirà li 50 milia ave quando si fe’ la elelion dii re di Romani, li darà etiam li altri 50 milia, e farà le noze come la sia a età, e li darà di avantazo. Et che li digi, in la dieta par sia slà termi-nà in dar ajulo a la Cesarea Maestà al venir in Italia, però voy dirli, disturbi eie. ; et che acerti in dila dieta Soa Maestà Christianissima, per il sialo di Mi-lan, che ’1 lien juslo tilolo, farà lutto quello sarà terminalo come dependenle di l’Imperio. Et che zercha li stadi di Artoes e Fiandra, la Cesarea Maestà voy esser sollo la corona di Pranza, come sempre è slata tino da do anni in qua, videlicet solo il parlamento di Paris; el che di le diferentie l’ha col re Calholico, non è di cose pertinente a l’Imperio. Al che par dito Marchese rimanesse satisfato, dicendo ohe zà tre dì il Re havia solicilà quesla venuta in Italia, el slele in la dieta in persona, ma che non obleneria ; e che ’1 Re si havia dolesto dii re Christianissimo che per via dii principe di Na-vara e dii duca di Geler li leva romper la guerra. Hor diio Orator disse non era il vero, e come il suo Re dovea aver quella Pasqua 200 milia scudi da questa Maestà, pregando esso Marchese volesse far bori oficio in dila dieta ; qual promisse di farlo, e di parlar a molti sentiva per quesla Maestà, e li diria quello havia lato. Et che ’1 Re havia diman-dà 20 milia fanti et 4000 cavalli pagati per uno anno, e Soa Maestà meteria 10 milia fanti el 1200 lanze, et voleva venir a recuperar le terre di l’Imperio, le qual voleva tulle l'osseno di l’Imperio. Scrive, esso Marchese si oferse esser medialor in tralar acordo Ira esse doe Maestà ; per il che l’oralor spazò in Pranza. Scrive, è opinion di molli di li, quando bene la dieta li promelesse dar quanto el dimanda, 5c * per quesla ostale non si potrà venir in Italia, perchè, compito la dieta, che sarà poco da poi Pasqua, quesla Maestà voi andar in Fiandra ; el che fa questo per farsi reputation col re Christianissimo. Scrive, le provision contra Ruberto di la Marchia si va fazendo di mandarvi zente a l’incontro. Dii conte Palatin esser creado vicario, come scrisse, non è ancora con-