465 MCCCCCVI, OTTOBRE. 466 ogni ausilio a mi possitele ; etiam per avarili, per letere, li havia dato inslrution. Arivù qui a dì 6 dezembrio da sera, a dì 8 fossemo ambidui a la presentia del excelentissinio signor soldam, e fo solo salutato sua signoria, e apresentate le letere di credenza, e poi visitate le altre signorie. Girella a zorni 6, senza di me, ebbe audientia secreta, la qual lo molto benigna, exposa quanto vostra Signoria li commesse; et per el diadi Chatibiser fo tolto in nota bona parte de quello dimandava ; e li domandò li dovesse dar in nota iu lengua araba quello voleva, che subito li daria’spazamento. Poi fossemo chiamati in castello, ina sollo io con merchadanti fui intro-duto a la sua presentia, et con molto bone parole ne exortava a lamentarmi de cui ne havea fato torto, che li daria gravissima puuitione. Poi me disse, che per nostro scriver mal di la signoria sua, vostra Celsitudine havea mandato il secretano a dolersi de lui ; e sì ine fece referir, a capitolo per capitolo, le cosse tochate in 1’ audientia secreta, fazando alcune sue dimande de algune cosse: e prima, si l’è vero, che el pi per ne fosse dato per forza, et si ne era marchato, et pacto di esso, et si volevemo man-teghir le usanze antique, et per qual caxon non vo-leseno perseverar nel nostro camin antiquo bon, e far la marchadantia nostra pacifichamente, e non andar con la testa tanto relevà, e non lassar passar le parole de sua signoria, ma voler che la nostra passi contra la sua, et contra quello che sempre con altri soldani è stà per la nation fato, con molte altre parole, excusandossi sempre del comandamento fato in desdiargar le galie, che lui non volleva altro che il suo piper, che era stà chargà, da poi che non lo volcyemo pagar ; et che se lamentavamo esser stà dato per forza, dolendossi che li era stà roto il suo porto, e che li era stà fato tanta injuria. A le qual tutte cosse fo convenientemente resposo: prima, el piper esserne stà dato per forza, e butato in fontego, senza che algum nostro habia visto pur el pexar, e confessavamo esser nassuto marchato in tanti rami, con tempo de mexi 6. El qual fo fato for-zadamente; et el precio exessivo li puoi indicar, che forzadamenle el tollevemo. La nostra usanza 213* era de tuor sollo sporte 210, a ducati 80 la sporta, senza algun tempo, che la nostra nation non costuma tuor a tempo; e che nui non desideremo altro, salvo ne sia observato le nostre antique bone con-tudine; e che havevemo spalle debole a poter portar tanti pexi, quanti ne erano imposti, perhò che a trovar 90 milia ducati, da poi carge le galie, de improvigo, non è cargo de meschini marchadanti, che I Diarii di M. Saluto. — Tom. VI. a tal signori grandi suconberiano ; pur, non obstante la dificultà grande, volevemo mantegnir quanto, era scripto nel mes chato, et mandasseno messi, con letere, a Venetia per far comprar li rami. Ma da poi che soa signoria non se contentò, e voleva tulli li danari, e retene le galie, e fesse montar el consolo e merchadanti al Chajaro con catene e cime, poi fece bollar li nostri magazeni et fontegi, et più li schrigni de le galie, non obstante che per el consolo li fosse dato ducati 26 milia, mai si potè haver libe-ration di esse galie, ita che la fame et il morbo li chazò de porlo, le qual fo bombardate tutte ne 1’ us-sir fuora con manifesto pericolo di quelle. Se rivol-tassemo possa contra Ameto Benebubacho, clic era lì presente, incolpando lui esser causa de ogni ruina, per le violentie el malli muodi usati, et per haver dato intender molte falsità. Longo saria a narar a vostra Signoria tutte parole, perche sono assai; ma la conclusion fo, che da poi che disessemo el piper esser stà datq per forza, che 1’ è contento de tuor quello è su la marina indriedo, come se dimandava, ma che ’l voi etiam quello è andato con le galie a Veneda ; e che li danari nostri, che havemo exborsato, sono preparati, e ne li faria restituir immediate, perchè adesso non è tempo che ’l piper vagia ducati 80 la sporta, ma chi el vorà el pagerà ducati 250 la sporta, subgiongendo nel partir nostro bone parole, digando el paexe suo esser nostro, e che diamo el suo piper, e lui daria li danari. E fo risposto questo esser impossibile a darli presto el suo piper, eh’è in Veniexia. E cussi fossemo li-centiali, judicando dovesse introdur el secretano, che era di fora et aspetava, e concluder le cosse ; ma, perchè questa fo longa disputa, licentiò lui con bone parole, reservandosse a una altra audientia. Da poi, serenissimo principo, fo .... audientia a le feste di Nadal, che habiamo abuto, ne la qual pensa-vemo haver dolze parole, conrespondente a le prime. Ma fo tutto contrario, e intrando su le cosse za ditte de el piper, comenzò a fulminar parole de fuogo senza voler risposta, intrando in una cossa, in l’altra, usando parole molto aspre, prima contra Alvixe Mora, chiamandolo can senza fede, minazandolo de tajarlo per mezo; poi contra el secretano, chiamandolo rufìan, con altre parole injuriose, non li volendo dar licenlia; unde io, per plachar la sua ira e indi-gnation, usai molte bone parole, dubitando non seguisse qualche inconveniente mazor, che non saria stà a preposito di le cosse nostre, zerchando de meter tempo di mezo a tanta sua colora ; e cussi fessemo. In la qual audientia non se trasse altra conclusion, 30