J1 MDXXI, cl il Governador accorse do li vedendo il Inni ulto, unde spagnoli si vollorono conira diio Governador el fono a le man et fo morlo uno dii Governador. Unde dito Governador si ritirò el andò a chiamar il bariselo, qual vene in ordine con li soi conira dili spagnoli, li qual spagnoli se ingrossono et erano re-duti a la caxa di don Zuan llemanuel orator di la Cesarea Maestà, su la piaza dove stava il cardinal Agínense, et lì si fono forli, et quelli dii Governador haveano schiopi, ita che amazono uno spagnol. El zà il cardinal Santa f havia mandalo la so’ fameja (ulta armala in aiuto di spagnoli, el tolto alcuni archibusi erano in la caxa di dito Ambasador, et cussi dele adosso al Governador et amazono 2 soi el altri feridi, et l’orator predito era a la finestra, cridava « a maza, amaza »; per il che, vedendo il Governador questo, si ritirò e andò via. Scrive, lì in Roma si ritrova da 10 milia spagnoli, el sono tutti uniti conira di alcun voglino ofender alcun di loro; e si alcun di loro è poveri, li altri lo ajutano al viver; sichè bisogna guardarsi non far cuslion con loro etc. Et il Governador fo dal Papa, dolendosi di questo. Et diio don Zuan llemanuel, andato poi esso Orator nostro, ave audientia, e la vole, al qual il Papa usò gran parole, reprendendolo assai di quello era seguito, come ha inteso che ’1 Papa lo rebufò assai, i Di Napoli, di Hironimo Dedo secretario, di 17. Come li fanti spagnoli sono alozali al solilo. Poi veneno dii Tronío a l’Aquila, Capistrano et l’A-matrice, facendo molli danni. È venuto ordine di la Cesarea Maestà di pagarli; et cussi il Viceré li manda danari di lì 17 milia li vene di Germania. Et domino Jacomo Inimicilia agente dii marchexe di Pescara, ha diio il Marchese dovea venir qui, ma è tornato a l’Aquila per dar li danari a li prediti. Scrive, si aspela qui il duca di Sexa, aloza in la sua caxa fo dii Gran capitanio, qual si prepara con tapezarie d’oro e di seda con grandissima pompa. Scrive, questi mandano al Re 40 milia ducati a conto di 100 milia per il donativo, qual il Re zà li ha trati di qui, et però questi li pagano con promission di darli il resto, sicome a dì 15 di questo scrisse esso Secretario a la Signoria nostra ; di qual danari il Re voi pagar le zente d’arme el fantarie lien nel regno. Et do zen tilhomeni de lì li ha dillo, questa terra esser in gran despera tion per queste cosse, et...... Dii dito, di 20. Come hanno mandà li danari a l’Aquila per pagar li fanti; et di fanti veneno di qui, 100 è montati sopra una galia per andar a comparar la mogier di Archon, cb’è Viceré in Calavria. 11 aprile. 92 marchese di Pescara è a l’Aquila el verà poi di qui a dì 25 di questo, con il socero suo signor Ascanio Colona per far li sponsalicii di la moglie tolta, e aver l’oficio datoli per il Re di Gran contestabile. Dii dito, di 24. Come, per ordine auto di la Cesarea Maestà, questi darano la paga a 4000 fanti è in l’Apruzo, et quelli sono a Gajeta el . . . . sonò da 800, el sarano da 15 milia ducali la paga. Etiam pagerano le zente d’arme et 500 lanze è in Puia. Scrive, è slà dato il possesso dii conta di Soma al conte di Airi........comprato per ducati 42 milia, et 2000 ducali dato di beverazo a....... ch’é slà mediatore. Tamen la terra voleva averlo lui diio contado, e zà mandò oratori a la corte a richiederlo; ino’ l’hanno dato via senza saputa di alcuno. Scrive, la paga di fanti è ducati 12 milia, et hanno elecli questi sora le zente : il duella di Termini, il marchese di Pescara, il signor Ascanio Colona, .. . Caslrioti, Antonio da Leva el Marco Sardena, ut in litteris, et questo è il sumario. Di Germania, di sier Francesco Corner el cavalier orator, date a Vormatia, a dì 19. Scrive, aver solicità il Gran canzelier in la materia a far conclusione, qual li havia dito quelli consieri li avia monstrà in scriptis raxon mollo contrarie a le nostre, tamen che la inlenlion di monsignor di Chie-vers e soa, ch’è conforme con quella di la Maestà Cesarea, era di far qualche bon andamento. El dicendo come da lui che la Signoria doveria dar li danari è ubligali per le Irieve el il quarto di l’inlrade di fo-raussiti, l’Orator rispose non era per dar danari, si non si risolveva queste diferenlie ; e che ’1 vedeva bisognava il terzo judice, zoé l’oralor dii re Chri-stianissimo. Unde esso Gran canzelier disse parlerà di novo, dicendo di le ville solo Maran, Gradisca e Tolmin non bisogna parlar, è nostre; di le altre è in diferenlie; si pensava il meglio era partirle per mila, e le ville fusse a proposito dii Re lasarle acciò non venisse garbuio, et maxime quelle è vicine a la strada di andar da Maran a Gradisca. E di beni dei nostri suliditi, che si havesse il quarto dì le inlrade, el cussi si poiria conzar le cosse, perchè con quelli dii Consejo vedeva gran difficullà, e consejava la Signoria volesse acordarsi a questo modo. Poi disse dii 4.° si dia dar a li foraussiti, la Signoria non voi si veda la inlrada loro eie., con altre parole; pertanto lui Orator rispose sapientissime, ut in litteris. Et domino Jacomo Florio dicendo le raxon nostre, come per sue letere apar, e che mai la Signoria lasserà li lochi e possession di nostri subditi aliene di ogni juslicia ; ma teniva di le ville, la Signoria