103 MDXXI, APRILE. 104 Per letere de Sibilio,, di 28 Febraro. Se la Cesarea Maestà venirà questa estade, come si tien per certo, spero che ogni cosa deba quietare et re-dursi in pristinum, maxime che (ulta questa An-dalogia si ha colligala insieme novamente di mantenersi nel servitio di Sua Maestà; et ozi con grande solenità hanno preconato questa liga conira tulli quelli che sarano conira Soa Maestà, o fora dii suo 61 * servilio ; et ultra de questo tutte le cita et vile hanno deliberato bona quantità de fanlarie in ajulo di Sua Maestà et soi governanti a proprie lor spese, de modo che è da sperare che le cose prenderano bono camino; ma se Soa Maestà non venisse, dubitava del opposito. 62 Adì 3 Aprii. La malina, vene in Colegio sier Francesco Coniarmi venuto capilanio di le galie di Barbaria, vestito di pano negro per la morte di sier Daniel suo fratello, che mori Soracomilo, et referì cargando li Patroni; ma non compite et lo r:messo a referir ozi al Pregadi. Vene il Legato dii Papa, al qual fo leto con li Cai di X la parte presa nel dito Consejo di X con la Zonta in materia di strigoni, videlicet soa signoria elegi do prelati etc. a far tal inquisition. E1 qual rispose che li elezeria, et cussi li elexe, come dirò di soto. Poi esso Legato parlò in materia dii canonichà di Padoa dato per il Papa al Marchadelli. Et monstrò uno breve dii Papa li scrive in tal materia; et che ’1 fio di sier Troian Bolani habbi pacientia per adesso, perchè poi il Papa li provederà. Da poi disnar, fo Pregadi per expedir la materia di eri. Et nota. Sier Antonio Trun procurator- ancora non è intrato ; fa dir è riferdido; ni etiam sier Piero da Pexaro savio a Terra ferma; è amaialo. Et vene il Capilanio di le galie di Barbaria so-pradito in renga et referì longamenle; la qual rela-latione noterò di soto il sumario; et disse gran mal di so’ Patroni sier Piero Donado qu. sier Bortola-mio e sier Anzolo Juslinian di sier Alvise. Et disse dii processo fato far a Curzola contra di loro, qual ha apresentalo a li Avogadori. llor era in Pregadi sier Alvise Juslinian, padre di dito patron, et etiam sier Alvise Pixani procurator, qual quasi tutte le galie è per so’ conto, il qual si alterò con dito Capilanio, dicendo per il suo star tanto mexi 22 fuora, le galie à perso ducati 8000. Itor vernilo zoso, il Principe parlò che queste cosse fate per li Patroni è di mala natura, comelendo a li Avogadori di far processo presto presto e venir al Consejo, dicendo non voleva laudar altramente il Capilanio fino non si ve- desse la verità, e poi chi haveria fato ben meriteria il laudo; e tocò la man al Capilanio e ussi di Pregadi. Di sier Agustin da Mtclla provedi tor di l’ar-mada, data a Liesna a dì 17 dii passato. Dii zonzer lì la galla Delfina, tamen ben interzata et con la galìa Fuliera et Contarina, qual tende ad interzarle; si partirà el anderà verso Corfù eie. Di Spalato, di sier Marco Antonio da Canal conte, date a dì 20 Marzo. Come, a dì 5 di P instante scrisse, come veniva in Bossina uno nontio 62 * dii Signor turco con do diadi per far la descrition di danni fati in questa Dalmalia per ditti turchi, et dia venir a Clissa, qui a Spalalo et a Sibinieo. Tamen hora avisa aver auto di una adunalion fata di cavali 500 el altri pedoni, per il che dubitando, fece a saper questo a li lochi e terre di quella Dalmalia, da le qual ha aulo, maxime da Zara, esser il schiavo dii Signor venuto, ut supra, con avisarli, venendo di qui li fazi honor, sicome etiam il Baylo di Con-stantinopoli li ha scrito, per esser homo di autorilà. JJnde scrive, in quel territorio di Spalato non à perso si non una anima, qual fo rollala; poi in quella camera non à ’1 modo dii danaro. Et havendo inteso poi dito schiavo esser venuto con cavali 50, con ho-meni in soa compagnia lutti vestili di seda, et dia venir a Clissa per esser suo padre conte di Clissa, et poi vera lì a Spalato el Sibinieo per inquerir di danni auli, à deliberato, justa il polersuo, honorarlo. Et scrive, uno Paulich corvato, di Scardona, capo di venturieri, con 28 cavalli essendo andato a depredar su quel dii Turco, si imbalè in dilla hoste tur-ehesca da la qual fu roto-, e lui con 7 in compagnia fuzite e scapolò; et par etiam questi vadino conira li slratioti di Traù, ai qual ha avisato. Scrive, aver ricevuto una letera dii conte Doymo di Clissa padre de dito schiavo, li avisa il suo venir, come li scrive il subassì di Sfigia, et manda la letera. Di sier Zacaria Loredan capitanio a Fa-magosta, date a dì 12 Fevrer; il sumario scriverò di solo; è molti avisi e nove. Dii dito, data a dì 19 Fevrer, etiam il sumario scriverò poi. , Di sier Alvise d’Armer luogotenente e Consieri, date a Nicosia a dì 26 Fevrer. Manda una letera aula dal Consolo di Damasco. Di la fin dii Gazelli, qual si à ’uto etiam in la Signoria. Scriveno esser zonli de lì alcuni noncii dii diio Consolo con mandati di Feragà bassa, che mercadanti tornino a Damasco e Baruto che arano bona compagnia, come prima. Avisano esser venuti nonlii dii Signor