181 MDXXI, MAGGIO. 182 Scrilo a sier Marin Zorzi dolor podestà di Pa-doa, non sia dato laia a quelli amazò il reverendo don Alvise Donado a Piove di Saclio, perché sapendo chi fu, è bon far processo prima e saper la verità. A dì 13. Scrilo a’ relori di Padoa, haverno inleso quel Studio nostro è in flores, però avisino li scolari non senio per mancar ; el domino Chri-stoforo d’Arezo volemo lezi quando el puoi con fiorini 300, aliter li sia dato liceulia. El se li avisa, come li Riformatori dii Studio par habino auto aviso domino Marco di Otranto è per venir, però avisi li scolari. Nolo. Li Reformatori sono : sier Zorzi Pisani dolor ecavalier, sier Francesco Bragadin e sier Antonio Justinian dotor, elecli non so a che modo. A dì 16. Scrilo al Cardinal Campese a Roma, voy esser con suo barba episcopo di Parenzo per la causa l’ha con sier Piero Morexini per il loco di San Vincenti, el voy luor zudexi in pariibus. A dì 17. Scrito a Udene, come semo contenti il magnifico cavalier di la Volpe, partito sia il conte Christoforo di Maran, ensi di Cividal e torni ad ha-bitar in Udene ; e scrilo a lui in consonanza. Scrito a sier Beneto Valicr capitanio di Zara, in risposta di sue di 8 dii presente, zerca li Tetrichi et Malhaphari citadini de lì, hanno provision di la Signoria nostra, che stagino in ordine, et laudarli insieme con sier Andrea Tiepolo camerlengo de li, che insieme con li stratioti, visto i segnali di turchi venivano, ussino fuora animosamente; con altre parole. Scrilo a l’Oralor nostro in corte, zercba licenlie hanno di cometer mali in questa cilà nostra e nel Dominio sotto privilegio di clerici, conira li ordini di papa Gregorio et Paulo secondo et Julio secondo, et ordiualion dii patriarca Surian; però questo nostro Patriarca manda una supplicalion di questo al Papa voy dar ajuto sia expedito. A dì 18. Scrilo a li rectori di Zara in risposta di soe, di 20 marzo, zerca aver Irovà uno nonlio per mandarlo in Bosina dal zaus venuto, et scrito mandi presenti ; et in consonanza al conte di Sibi-nico, mandi presenti. 112 Adì 18. Fo fato una patente a li messi dii signor marchexe di Vegevene nepole fo dii signor Zuan Jacomo Triulzi, quali vanno a Segna e altri lochi pier comprar cavalli, che li sia dà ogni favor. Fo scrito a li rectori di Brexa, atenlo sier Juslo Guoro provedilor di Amplio, qual è in questa terra, babbi narrato esser tre creste di monte di saxo vivo poco discosto dii castello, qual potria far danno al castello, et con poca spexa si potria farle spianar ; però mandino a veder Antonio di Castello al passar dii procuralor Oriti eie. A dì 20. Fo scrilo a li rectori di Verona, a-lento certo arzere falò da quelli di Valezo verso Pozolo loco dii marchexe di Manloa, el qual Marchexe ne ha scrilo, el il suo orator è stalo in Cole-gio a dolersi, però è stà terminalo si mandi super loco uno per la Signoria nostra, et vera uno co-missario dii dito Marchexe, per tanto debbi mandar Hironimo Anzoleli el il judice di Dugali, qual sia con diio comissario e veder si so poi far dejure, perchè nostra inlention non è di far danno al dito Marchese. A dì 23. Scrilo al Locolenente di la Patria di Friul, hesscndo morto di qui sier Bernardin Orio el cavalier, era contestabile in Cividal di l'riul, pertanto fazi Guidino Marin resti con li soi fanti et li provisionati fati di novo numero so, e mandati de lì, livrato la paga debbi cassarli; et il Marascbalcho di la Patria lenimo sia de lì, come li fo scrito mandar dovesse a questa custodia. A dì 27. Fo scrilo a li rectori di Verona, si manda uno messo a posta con lelere a l’Orator nostro apresso la Cesarea Maestà per le lane di sier Mafio Bernardo tolte eie., però debbi inviarle. Fo scrito a li rectori di Padoa, dovendo venir li deputati a veder di le aque de lì etc., però fazino redur li inzegneri etc. Dii mexe di Mazo 1521. 1 A dì primo. Introno Cai dii Consejo di X: sier Zorzi Pixani dotor e cavalier, sier Domenego Contarmi et sier Marco Orio, tutti tre stali altre fiate Cai dii Consejo di X. Vene in Colegio don Gregorio Alvaroto padoan abate di Aversa in reame, di nalion padoan, qual fu quello tolse il breve in capitolo di Praja, come ho . scrilo di sopra, che don Egnalio havia oblenuto dal Papa per mezo dii cardenal Santi Quatro suo parente, e con assa’ danari che li costa, videlicet che li 9 reformatori siano perpetui, che entrino in capitoli sohm li abati e non altri frati, che li priori possano esser confirmati etiam per anni.....continui etc., dicendo è anni 20 è in la Religion, è stà do volle abate, et quello ha fato, è stà per ben di la religion congregalion di Santa Justina, qual ave principio da don Alvise Barbo zenlilhomo nostro, el da (1) La carta 112* è bianca.