97 MDXXr, APUII.E. 98 Rrexn, Ioni l’information di le cosse di Oio et si partirà per Verona. Dii dito, di Verona, di 27, da sera. Dii zon-zer suo lì, et aver auto letere nostre con li suniarii di Alemagna, et prega il perseverar ; si sforzerà esser presto a Milan. Nolo. Scrive quel ho scrito di sopra, di aver auto la commìssion di Verona et non di Vicenza. Dii dito, di Lonà, di 29. Come à ’uto letere dii Secretano nostro a Milan, qual manda a la Signoria; et inteso monsignor di Lutrech voi farli grande honor; a che ’1 Gn lo fazi, la Signorìa nostra lo dia ben considerar. E scrive, Gno a Trento è andato la voce dii suo andar a Milan, e tutti dove passa etc. Sarà domai) a Brexa, et aviserà ; è zonto lì con gran pioza. Dii dito, di Brexa, a dì 30. Dii suo ozi zon-zer de lì, e à ’uto li sumarii di Alemagna, e ringratia la Signoria pregando il perseverar. Avisa quello à visto zercha le fortiGcation di le terre: prima Padoa, dii Portello Gno a Santa SoGa nulla è stà fato, è pezo che avanti la guerra ; di Verona manca assa’ cosse a 58 compir quella fortiGcation, licet da quelli magniGci rectori non mancano il solicitar. Poi qui a Brexa, dal canton Mombello dove nostri fe’ la bataria, è a pezor condìlion che prima, et nulla è slà fato; quelli rectori si scusa le do parte dieno far la terra e il territorio; non sa che cosa si doveria far per meter in segurlà quella terra. Unde, scrive a la Signoria e avisa il tutto. À ’uto letere che Lutrech va in uno monestier questa settimana santa di santo Angelo a star, e non sarà a Milan Gno il Luni di Pasqua, però temporizerà a intrar in Milan il Marti e con manco strepito el potrà, perchè el sa quanto importa queste motion a questi tempi. Di Alvise Marin secretarlo, date a Milan a dì 23. Come, per nostre di 17, à inteso la delibera-lion dii Senato di mandar il Orili de lì, et venendo, lo illustrissimo Lutrech in Milan li andrà contra. Dicendoli tal nova, rispose voi saper quando el ve-gnirà e con quante persone. Scrive, sguizari vien lulavia, et domino Antonio Santa f fo a darli li alzamenti. Scrive di tal venuta, et che sarano boti numero. Dii dito, di 24. Come lo episcopo di Pistoia è zonto lì a Milan, e che lo illustrissimo Lutrech li ha dito, essi sguizari è mossi per le letere dii re Chri-slianissimo, e non a requisition dii Papa. Et che sguizari, di Pavia voriano andar Gno a Rezo per terra, et monsignor di Lutrech voria compiacerli; tamen dice dito episcopo di Pistoia fece mal offilio per il I Diarii di M. Sanuto. — Tom. XXX. re Chrislianissimo eie. Si dice, sono sguizari GOOO; ma altri li vien drio, ai qual zonti si convegnirà dar la paga, et è tuli zà partidi. Nolo. In letere dii Secretar io di Milan, di 28, seri te al Grifi, li avisa Lutrech li prepara alzamento, e tamen casa per la fameia e per lui andarsi a riposar, e voi saper il numero vien con lui, et li forieri ò stati a caxa sua a saper il numero. El il Governador nostro etiam li prepara, et Lutrech li voi far grandissimo honor. Dii dito, di 28, a la Signoria. Come sguizari zonzeno a Pavia lutavia, el parole dii Governador zerca la venuta dii Griti. Dii Governador generai nostro signor Tho-darò Triulzi, date a Milan a dì 24, sotoscrile lo obsequentissimo servitor Theodoro Triulzi. Come à inteso la venula dii clarissimo Griti, et voi a-spetarlo, si non saria rilornato a Verona. Sguizari vien tutavia e fanno la massa a Pavia; li qual sguizari fanno Domenica poi Pasqua una dieta a Lucerna a requisition dii re Chrislianissimo; poi l’altra Domenica una altra a Zurich a requisition di la Cesarea Maestà. Et scrive, come manda copie di letere di 58* Spagna, di quelli successi, le qual sarano exemplale qui avanti eie. Di Montona, di sier Hironimo Partita pò-destà, di 27. Zercha l’aviso di turchi. El manda letere aule dii capilanio di Posim, li scrive aver GOOO turchi esser acampati nel piano de Udrigna, et in zorni 3 poriano venir in Hislria, el però fa far guardie, tanto più quanto li Frangipani et altri si hanno fato tributarii per uno anno dii Signor turco; sichò è bon star preparati, e quello averà, aviserà eie. Poi, per Zuan Battista di Vieimi secrelario, fo leto, con la credenza grandissima, tre letere drizate al Conseio di X; il sumario è questo: Di Roma, di V Orator, di 26, 27. Coloquii col Papa. Come li ha ditto à certo l’impcrador lenta voler venir in Italia, e lui non si ha voluto acordar con lui, licet li facesse boni partiti; ciche ’1 tieu zà il Ghristianissimo averà diio a POralor noslro zercha far una liga, dicendo: « Domine Orator! femo per ben de Italia e dii Chrislianissimo re e di la Signoria vostra, nè volemo luor alcuna impresa senza il voler vostro, e seguirà ben a la Signoria ». Di questo l’Orator ringraliò Soa Beatitudine, dicendo scri-veria etc. 11 Papa disse è bon spazar presto eie., ut in litteris. Di Pranza, di V Orator nostro, date a Villafranca a dì 19. Come parlò al Gran canzelier et l’Armiraio monslrandoli la risposta dii Senato in 7